Trentino, catturato il giovane orso che ha aggredito un carabiniere: forse è M57

L’aggressione è avvenuta lo scorso sabato nei dintorni di Andalo. Dopo l’accaduto il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti ha disposto l’immediata cattura dell’animale, che è stato narcotizzato e poi trasportato nel recinto di Casteller. Intanto, M49 è riuscito a sfilarsi il radiocollare, rendendo più complicato il suo tracciamento.
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Federico Turrisi 24 Agosto 2020

Altra aggressione di un orso bruno nei confronti di un uomo, altro episodio che farà inevitabilmente discutere. Siamo sempre in Trentino, ma questa volta non si tratta di M49, la cui fuga per la libertà prosegue, per di più senza il radiocollare che consentiva di monitorare tutti i suoi spostamenti (il plantigrado è infatti riuscito a toglierselo tre giorni fa).

Nella serata di sabato 22 agosto un orso di 121 chili e circa due anni e mezzo di età ha ferito un carabiniere di 24 anni, che stava facendo un escursione nel bosco nei pressi di Andalo. L'uomo era in compagnia della sua fidanzata che è riuscita ad allontanarsi e a chiamare i soccorsi. Il militare invece è stato buttato a terra ed è rimasto immobile e rannicchiato su se stesso mentre l'orso lo colpiva con morsi e graffi. Dopo che l'animale è fuggito, è stato soccorso dai sanitari e trasportato all’ospedale Santa Chiara di Trento. Tanta la paura, ma per fortuna ha riportato ferite superficiali.

Sul luogo dell'aggressione è giunto anche il sindaco di Andalo, Alberto Perli, il quale ha subito avvertito il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti. La disposizione di cattura non si è fatta attendere e già ieri mattina il personale del Corpo forestale della Provincia, con l’aiuto di vigili del fuoco e carabinieri, ha narcotizzato l'animale e lo ha trasportato nell'area recintata di Casteller (da dove, ricordiamo, è evaso di recente M49).

L'orso in questione è probabilmente M57, ma ci penseranno i test genetici a confermare questa ipotesi. Per il sindaco Perli l'aggressione è avvenuta in modo deliberato: l'orso aveva cominciato a destare preoccupazione negli scorsi mesi, dal momento che si avvicinava agli escursionisti nei boschi della zona e aveva già compiuto diverse incursioni nei centri abitati, rovistando nell'immondizia. Il presidente Fugatti non ha perso l'occasione per rimarcare come, nonostante quest'ultimo episodio non abbia provocato gravi conseguenze, il numero elevato di esemplari sul territorio trentino rappresenti un problema.

Le reazioni degli animalisti

Di tutt'altro parere sono le associazioni animaliste che accusano l'amministrazione provinciale di non saper gestire in maniera adeguata la convivenza tra uomo e orso. Per Massimo Vitturi, responsabile area Animali Selvatici della Lav, la responsabilità della confidenza dell'animale nei confronti dell'uomo è da attribuire proprio alla provincia di Trento e al Comune di Andalo, visto che nella zona abitata dai plantigradi non sono stati installati cassonetti antiorso.

Per l'Oipa la cattura dell’animale da parte delle autorità provinciali è un’implicita ammissione del fallimento del progetto Life Ursus e dell’incapacità della Provincia autonoma di Trento di gestire la reintroduzione forzata dei plantigradi nel suo territorio. Anche l'Enpa punta il dito contro la Provincia, incapace di applicare gli strumenti di prevenzione, e auspica che la gestione degli orsi ritorni competenza del Ministero dell'Ambiente.