Due gruppi di orchidea spontanea (Coeloglossum viride) da record: uno ritrovato a 3.144 e l’altro a 3.150 metri. Li hanno scoperti, poco sotto la cima della Lobbia Alta, all'interno del Parco naturale Adamello-Brenta, i botanici della Fondazione Museo Civico di Rovereto, Alessio Bertolli e Giulia Tomasi. In Europa, l’orchidea spontanea non era mai stata ritrovata a questa altitudine.
Il clima sta cambiando anche sulle Alpi, e sta spingendo le orchidee selvatiche sempre più in alto, in cerca di temperature adatte alla loro sopravvivenza. I record precedenti erano stati registrati nel 2016 dalla Coeloglossum viride, trovata a 3092 metri, sul Monte Unterrothorn in Svizzera, dalla specie Nigritella rhellicani trovata nel 2017 a 3002 metri in Alto Adige.
“La scoperta di un’orchidea ad altitudini così elevate non fa che confermare come il riscaldamento climatico in atto abbia conseguenze dirette sulla flora alpina con risalite delle piante a quote più elevate e con velocità sempre crescente, in cerca di situazioni ecologiche più idonee” commenta in una nota della Fondazione Alessio Bertolli.
La Coeloglossum viride, in particolare, è una piccola orchidea dai colori poco appariscenti, generalmente verde con sfumature porpora, molto diffusa nelle zone montuose d’Europa.
“Nel medio-lungo periodo è possibile prevedere che maggiormente a rischio potranno essere le specie tipiche di alta quota, che soprattutto a livello prealpino non avranno possibilità di trovare habitat più freddi rispetto agli attuali. I monitoraggi sono importantissimi per documentare questi cambiamenti e sensibilizzare rispetto al pericolo di riduzione o perdita della diversità biologica, ed eventualmente gestire, ove possibile, le transizioni”.
L’importante ritrovamento verrà pubblicato sul Journal Europäischer Orchideen, la principale rivista europea interamente dedicata alle orchidee spontanee. Sempre sulla Lobbia Alta, i botanici hanno fatto un’altra scoperta che potrebbe rappresentare un record altitudinale assoluto: un larice (Larix decidua) alto 35 cm, a 3130 metri.
I monitoraggi della flora nelle aree alpine e prealpine dimostrano chiaramente che i cambiamenti climatici hanno un forte impatto sulla biodiversità, che è costretta a spostarsi e adattarsi per sopravvivere, ed è probabile che in un futuro non troppo lontano ci troveremo di fronte ad habitat diversi rispetto a quelli che conosciamo oggi.