Un aiuto per la ricerca medica e la biodiversità: ecco a che cosa può servire la nuova mappa con i genomi di 240 mammiferi

Un team internazionale di ricercatori, nell’ambito del Zoonomia Project curato dal Broad Institute e dall’università di Uppsala (Svezia), ha messo a confronto il Dna di oltre l’80% delle famiglie di mammiferi esistenti e ha scoperto che gli animali con alti tassi di estinzione hanno una minore variabilità genetica. Non solo. Il nuovo database potrà aiutare a far capire meglio quali sono le regioni genomiche coinvolte nelle malattie umane.
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Federico Turrisi 12 Novembre 2020

Aiutare ad elaborare strategie più efficaci per la conservazione delle specie animali minacciate, ma non solo. È uno strumento versatile quello messo a punto dal team internazionale di ricercatori impegnati nel Zoonomia Project, coordinato dall'università di Uppsala (in Svezia) e dal Broad Institute di Boston. Di che cosa si tratta? Potremmo definirlo una sorta di "zoo genomico", un database che raccoglie le sequenze genetiche di 240 specie di mammiferi (i genomi di 120 specie non erano mai stati sequenziati prima). Per arrivare a questo risultato gli esperti hanno confrontato i Dna di oltre l'80% di tutte le famiglie di mammiferi esistenti, coprendo quasi 110 milioni di anni di evoluzione.

L'obiettivo principale è proprio quello di fornire uno strumento in grado di supportare la tutela della biodiversità, ma anche la ricerca biomedica. Per quanto riguarda il primo punto, stiamo parlando in particolare degli studi su come migliorare lo stato di conservazione degli animali a rischio estinzione. Dall'indagine sulle varie sequenze genetiche è emerso, per esempio, che gli animali con un elevato tasso di estinzione presentano una scarsa variabilità genetica. I dati del Zoonomia Project, tra l'altro, si sono rivelati utili per un recente studio che mirava a valutare il rischio di infezione da SARS-CoV-2 in molte specie animali: i ricercatori hanno individuato 47 mammiferi che hanno un'alta probabilità di essere serbatoi o ospiti intermedi per il coronavirus.

Come abbiamo detto, il database ha poi lo scopo di far avanzare la ricerca sulla salute umana. Gli scienziati potranno infatti utilizzare i dati per incrociare il Dna delle persone con quello di altri mammiferi e identificare le regioni genomiche che potrebbero essere coinvolte nelle malattie che colpiscono l'uomo. "L'idea centrale del progetto era sviluppare e utilizzare questi dati per aiutare anche gli studiosi del genoma umano a capire quali mutazioni provocano alcune patologie", spiega Kerstin Lindblad-Toh, direttrice scientifica della genomica dei vertebrati presso il Broad Institute e professore di genomica comparata all'università di Uppsala. Il dataset verrà in seguito messo a disposizione dell'intera comunità scientifica e reso accessibile a tutti, così da poter dare un contributo al progresso delle ricerche sia in campo medico sia in ambito naturalistico.

Fonte | "A comparative genomics multitool for scientific discovery and conservation" pubblicato su Nature l'11 novembre 2020.