Quando il progresso tecnologico si mette al servizio della natura, l’ambiente può trarne grandi benefici. È ciò dimostra un recente studio condotto dall’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna su un nuovo alveare robotico: grazie a un sistema di monitoraggio e di regolazione termica, riesce a supportare le colonie di api nel corso della stagione invernale, prevenendone potenzialmente la morte.
Colpite dalle rigide temperature invernali le api, e in particolare l’Apis mellifera, nelle regioni non tropicali vanno incontro a un aumento del tasso di mortalità. Come si legge sulle rivista Science Robotics, l’Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne e l’Università di Graz hanno messo a punto un alveare che, attraverso la tecnologia e la robotica, potrebbe contrastare il declino delle colonie durante l’inverno.
Le api, per sopravvivere al freddo, sfruttano la strategia del “glomere”: si raggruppano per mantenere il microclima necessario alla sopravvivenza. L’alveare robotico riesce a rilevare la temperatura del glomere e a interagire termicamente con le colonie, evitando che le api entrino in coma.
“Lo studio di EPFL e Università di Graz è un esempio dei benefici dell’interazione robot-animale. Nelle società miste animale-robot, l’Avatar tecnologico è un alleato che può monitorare, ripristinare o migliorare la funzionalità del sistema biologico in cui è integrato. Inoltre, l'intelligenza animale può informare i robot, migliorando le loro prestazioni in scenari sfidanti del mondo reale”, afferma Donato Romano, ricercatore dell’Istituto di BioRobtica. “Le applicazioni sono molte, dalla ricerca biologica fondamentale alla progettazione ingegneristica bioispirata. I sistemi di interazione animale-robot giocheranno presto un ruolo chiave nel mitigare gli effetti negativi delle attività umane sull’ambiente, come dimostrato in questo studio”.
Le api sono davvero preziose per i nostri ecosistemi ma sono sempre più minacciate da molteplici fattori: dall’uso di pesticidi al consumo di suolo, fino ad arrivare ai cambiamenti climatici. Anche l’Europa riconosce oggi l'importanza di questi insetti: nei mesi scorsi, la Commissione Europea ha stabilito la creazione di “buzz lines”, corridoi ecologici transfrontalieri per frenare entro il 2030 la scomparsa degli impollinatori.