Un aspirapolvere speciale che filtra la sabbia e libera le spiagge dalle microplastiche

Aspira le microplastiche che inquinano le spiagge proprio come un grosso aspirapolvere. Il macchinario, progettato da alcuni studenti di ingegneria meccanica, aspira la sabbia e, filtrandola, riesce a catturare anche i pezzi di plastica più piccoli.
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Video Storie 14 Aprile 2022

Aspira le microplastiche che inquinano le spiagge proprio come un grosso aspirapolvere. Progettato da alcuni studenti di ingegneria meccanica, il dispositivo aspira la sabbia e, filtrandola, riesce a catturare anche i pezzi di plastica più piccoli. La tecnologia di Hoola One, questo il nome del prototipo, si basa sul principio di galleggiamento di Archimede. Il materiale organico e i detriti, una volta catturati, finiscono all’interno di un contenitore pieno d’acqua. All'interno del contenitore la plastica, più leggera dell’acqua, galleggerà in superficie mentre la sabbia, che è più pesante dell’acqua, cadrà sul fondo. La sabbia viene così filtrata e liberata dalle microplastiche per poi fare ritorno in spiaggia.

La macchina riesce a pulire più di 17 kg di sabbia al minuto e, grazie a una tecnologia di separazione innovativa, Hoola One riporta in spiaggia anche tutti i materiali organici raccolti come alghe, legno e altri elementi naturali essenziali per la conservazione dell’ecosistema. Il metodo sviluppato dagli studenti dell’Università di Sherbrooke, in Canada, permette di ripulire gli ecosistemi inquinati dall’uomo, come spiagge, fiumi, parchi o altri terreni raccogliendo microplastiche grandi fino a 50 micrometri ed evitando che finiscano in mare.

Il primo prototipo è stato utilizzato per ripulire le spiagge hawaiane di Kamilo Beach conosciute per essere tra le più inquinate dalla plastica del pianeta. Dopo due settimane di lavoro, la macchina ha raccolto 104 kg di microplastiche.

Le microplastiche sono piccole particelle di plastica che derivano dall’erosione di oggetti di plastica più grandi come spazzolini da denti, bottiglie, borse, giocattoli e contenitori di vario genere. Quando dalla spiaggia finiscono in mare, le microplastiche vengono mangiate dai pesci e, spianandosi la strada all’interno della catena alimentare, finiscono per essere ingerite dall’uomo. Secondo l’ultimo drammatico, ma non scioccante, studio di Environmental International le microplastiche sono state rilevate per la prima volta nel flusso sanguigno umano, aprendo molte domande sul pericolo che potrebbero comportare per la salute umana nel lungo periodo. Un altro studio condotto dall'Università di Hull, nel Regno Unito, pubblicato per  Science of The Total Environment, rivela invece che le microplastiche sono state ritrovate anche nei polmoni degli esseri umani. Le particelle trovate includono il polietilene tereftalato (PET), polimeri di stirene (polistirolo) e polipropilene, componenti usati nelle fibre tessili, nelle bottiglie per bevande, in contenitori o imballaggi per alimenti.