Il primo avvistamento è avvenuto nel 2017, quando nel Kinabatangan wildlife sanctuary, tra le foreste della Malesia, è comparsa una misteriosa scimmia ibrida, con caratteristiche uniche, nata molto probabilmente da un incrocio di due specie. Cinque anni e molte osservazioni e fotografie dopo, un gruppo di ricercatori ha pubblicato lo scorso aprile un accurato studio sull'International journal of primatology, intitolato Is Malaysia’s mystery monkey a hybrid between Nasalis larvatus and Trachypithecus cristatus? An assessment of photographs.

Come evidenzia il titolo, la scimmia misteriosa dovrebbe essere un incrocio tra la nasica (Nasalis larvatus), conosciuta soprattutto per il grande naso dalla particolare forma allungata, e il presbite argentato (Trachypithecus cristatus), inferiore di dimensioni, dal volto scuro (la nasica invece è più rosata) e dal naso piccolino. Si tratta di due specie simpatriche, che vivono cioè nella stessa area e sono capaci di entrare in contatto. «L'ibridazione interspecifica tra i primati è comune – si legge nello studio – ma l'ibridazione tra specie di primati simpatriche e imparentate alla lontana è osservata raramente in natura».

Osservando e studiando l'esemplare, gli scienziati hanno concluso che il padre potrebbe essere un maschio di nasica e la madre una femmina di presbite argentato. La scimmia nata dall'incrocio ha preso il naso e i tratti somatici della nasica, ma il pelo e i colori del presbite. Nel 2020 è avvenuta una nuova scoperta che ha davvero sorpreso gli scienziati: una foto ritraeva infatti la femmina cullare un piccolo, e c'erano evidenti prove di un allattamento. È un evento sorprendente, perché di solito gli ibridi nascono sterili, mentre la scimmia misteriosa scoperta in Malesia sarebbe fertile.

Se questa scoperta e in generale l'incrocio può essere considerato come un lieto evento in natura, in realtà secondo gli autori dello studio è probabile che la nascita di un ibrido di due specie diverse sia diventata possibile a causa della perdita dell'habitat, che costringe queste scimmie a vivere in uno spazio sempre più ristretto. Negli ultimi anni lo stato malese in cui si trova il santuario ha perso quasi la metà delle sue foreste, principalmente per la costruzione di strade e la piantagione di palme da olio.