Una protesi trasparente del cranio per osservare il cervello: un ragazzo di 39 anni è il primo al mondo a riceverla

Un gruppo di ricercatori americani ha sviluppato una protesi di cranio trasparente capace di effettuare l’imaging cerebrale ad alta risoluzione con ultrasuoni funzionali in maniera del tutto non invasivo. Questo permette un monitoraggio preciso dell’attività del cervello, del suo funzionamento e anche delle patologie che lo colpiscono.
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Kevin Ben Alì Zinati 12 Giugno 2024
* ultima modifica il 16/06/2024

Una finestra sempre aperta per vedere, capire e studiare in tempo reale come sta il cervello e come funziona.

Questa possibilità oggi esiste: è stata concretizzata da un gruppo di ricercatori della Keck School of Medicine della USC e del California Institute of Technology che per la prima volta al mondo hanno impiantato una protesi di cranio realizzata in plastica trasparente.

Si tratta di un impianto che permette ai medici di effettuare l’imaging cerebrale ad alta risoluzione con ultrasuoni funzionali e ottenere così un monitoraggio preciso dell’attività cerebrale in maniera non invasiva.

La protesi trasparente del cranio può consentire l’imaging ecografico funzionale del cervello per pazienti con gravi lesioni alla testa. Photo credit: Todd Patterson.

Pubblicando i dettagli sulla rivista Science Translational Medicine, i ricercatori hanno spiegato che gli altri potenziali vantaggi offerti da questa innovativa – e un po’ stravagante – protesi c’è anche la capacità di fornire preziosissime informazioni sull’attività cerebrale stessa attraverso la misurazione dei cambiamenti nel flusso sanguigno, negli impulsi elettrici e anche di aprire le porte allo studio di diverse patologie neurologiche.

Protagonista di questo importante capitolo di storia della medicina è Jared Hager, un ragazzo di 39 anni che nel 2019 aveva riportato una lesione cerebrale traumatica dopo un grave incidente con lo skateboard.

I medici, durante un intervento chirurgico d'urgenza, erano stati costretti a rimuovere metà del cranio di Jared in modo da alleviare la pressione sul cervello ma avevano dovuto lasciare la parte del cervello coperta solamente con pelle e tessuto connettivo.

Poi è arrivata la pandemia e Jared ha dovuto aspettare più di due anni per poter tornare in sala operatoria e richiudere il cranio con una protesi.

Il periodo di attesa tuttavia non è stato inutile perché il ragazzo ha potuto prendere parte a un progetto innovativo, come volontario, dedicato appunto allo sviluppo di della tecnica di imaging ecografico funzionale per il monitoraggio dell’attività elettrica cerebrale.

“La capacità di estrarre questo tipo di informazioni in modo non invasivo attraverso una finestra è piuttosto significativa, soprattutto perché molti dei pazienti che necessitano di riparazione del cranio hanno o svilupperanno disabilità neurologiche. Inoltre – ha spiegato Charles Liu, MD, PhD, professore di chirurgia neurologica clinica, urologia e chirurgia presso la Keck School di Medicina e direttore del Neurorestoration Center dell'USC – queste finestre possono essere impiantate chirurgicamente in pazienti con crani intatti se le informazioni funzionali possono aiutare con la diagnosi e il trattamento”.

Fonte | "Functional ultrasound imaging of human brain activity through an acoustically transparent cranial window" pubblicata il 29 maggio 2024 sulla rivista Science Translational Medicine

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