Worldrise e la lotta all’inquinamento: dai murales antismog alla movida milanese plastic free

Virginia Tardella, project manager del progetto No Plastic More Fun che punta a ridurre il consumo di plastica monouso nei locali della movida notturna, racconta Worldrise Onlus e i progetti con cui l’associazione a difesa del mare vuole sensibilizzare i cittadini spiegando loro che “il mare inizia da qui”. E lo fa a cominciare anche da un murales antismog appena nato nel quartiere di Lambrate grazie allo street artist Iena Cruz.
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Sara Del Dot 11 Novembre 2019

Un murales antismog nel bel mezzo del quartiere Lambrate, in centro a Milano, per sensibilizzare i cittadini sull’importanza di dare la giusta attenzione all’inquinamento che inizia proprio dentro le mura delle nostre stesse case. Si chiama Anthropoceano ed è stato realizzato dallo street artist Federico Massa, in arte Iena Cruz, che ha trascorso circa 12 ore al giorno per 25 giorni su e giù per diversi piani di impalcature per concludere la sua opera. Un murales a tema marino dipinto con Airlite, una vernice antismog che funziona come la fotosintesi clorofilliana.

Anthropoceano, però, non rimarrà uno splendido caso isolato. Questo murales fa infatti parte di un progetto più ampio messo in piedi da Worldrise Onlus, l’associazione che da anni ormai si occupa della difesa del mare dall’inquinamento causato dall’uomo. E che negli ultimi tempi sta portando avanti tante piccole rivoluzioni.

Per capire meglio il contesto in cui si collocano tutte queste attività di sensibilizzazione abbiamo parlato con Virginia Tardella, project manager di No Plastic More Fun, la campagna con cui Worldrise sta intervenendo sulla movida notturna per limitare il consumo della plastica monouso all’interno di bar e locali frequentati dai giovani.

Virginia Tardella, project manager di No Plastic More Fun, progetto firmato Worldrise Onlus

“Anthropoceano si pone come il primo di una serie di murales gemelli che verranno realizzati in diverse città, all’interno del progetto Worldrise Walls, racconta Virginia. "Un progetto il cui slogan è  “We art for Nature”, che riprende quello dell’associazione “We act for Nature”, a sottolineare l’importanza di agire nel concreto per risolvere problemi reali. L’obiettivo del progetto è portare il mare in città attraverso la street art. Infatti, l’80% dei rifiuti che troviamo in mare è plastica e l’80% di questa plastica proviene da fonti terrestri, quindi dalle nostre città. Se vogliamo promuovere un cambiamento, quindi, dobbiamo partire dalle nostre abitudini quotidiane.”

Un cambiamento che Worldrise ha scelto di promuovere anche utilizzando la street art come mezzo privilegiato, come dimostra l’opera di Iena Cruz. Un’arte pubblica che, oltre a un impatto estetico, ha anche una funzione ambientale, dal momento che il murales di Iena Cruz è stato realizzato con una vernice antismog chiamata Airlite.

“Per noi è molto importante sensibilizzare i cittadini sull’impatto che le nostre azioni quotidiane hanno sul mare e sugli oceani attraverso l’arte pubblica. Il fatto poi che Airlite assorba l’inquinamento è per noi fondamentale dal momento che non si tratta di una tecnica inquinante ma esattamente l’opposto.”

Un’opera d’arte pubblica che si rivolge soprattutto alle nuove generazioni, proprio come la maggior parte dei progetti di Worldrise.

“Naturalmente la street art è fruibile da tutti, ma il nostro obiettivo principale sono le nuove generazioni, che noi vogliamo accompagnare nel mondo attuale. Lo dimostra il progetto Worldrise Walls ma anche No Plastic More Fun a cui è strettamente connesso. No Plastic More Fun ha creato la prima rete al mondo di club e discoteche plastic free, al momento ne abbiamo più di 100. L’obiettivo è stato quello di offrire ai giovanissimi le alternative alla plastica monouso in un momento di divertimento in cui nessuno pensa allo spreco e ai problemi ambientali. Il nostro è un approccio positivo, quindi vogliamo portare il messaggio che siamo ancora in grado di cambiare le cose, considerato che abbiamo a disposizione ancora qualche anno per invertire la rotta. La domanda che poniamo con le nostre attività è ‘vogliamo essere parte del problema o della soluzione?’. E a chi desidera essere parte della soluzione noi mostriamo come fare.”

Una soluzione offerta ai giovani direttamente nei luoghi in cui si divertono di più, che dà loro la possibilità di scegliere un’alternativa più sostenibile.

“In discoteca questi ragazzi possono quindi avere a disposizione delle alternative alla plastica e ai materiali inquinanti in generale. Per cui al posto di una bottiglietta d’acqua hanno le borracce e l’acqua al banco o alle fontanelle, al posto del bicchiere di plastica monouso dei bicchieri lavabili. Così si cerca di intervenire su ciò che viene rappresentato sul murales, ovvero il problema dell’impatto della plastica sul mare e sulle creature che lo abitano.”

E i risultati sembrano già ottimi.

“Tutti gli esercenti fino ad ora sono rimasti entusiasti, dal momento che l’hanno fatto perché lo sentono e non per questioni di marketing, e si vede. Noi li accompagnano in questa transizione senza mai abbandonarli, anche perché in molti portano avanti la problematica manifestando ulteriori preoccupazioni. Ad esempio si chiedono come eliminare la plastica anche in cucina dove però è più complicato per questioni di igiene. Dall’altra parte anche i consumatori sono felicissimi di partecipare a questa transizione sostenibile.”

Una vera e propria transizione in corso che lascia decisamente ben sperare.

“Secondo me le cose stanno cambiando davvero. Ormai questo problema è sotto gli occhi di tutti e se ne parla sempre di più. Pochissimo tempo fa nessuno andava in giro con una borraccia, oggi ce l’hanno quasi tutti. E considerando il fatto che l’Italia è tra i paesi che producono e consumano più bottigliette d’acqua in generale, un cambiamento di questo tipo è notevole. Ci si accorge che l’acqua è buona, che le fontanelle nelle città si possono usare e sono gratis e che si può usufruirne semplicemente con una borraccia di metallo. È un cambiamento nella percezione delle persone che sta avvenendo davvero e noi lo stiamo notando.”