A rilento: con gli xenotrapianti va così. A rilento ma con un moto continuo e regolare che nonostante qualche inciampo non si arresta.
Va letta in questo modo la storia di dello xenotrapianto di Lisa Pisano, una donna di 54 anni che per trattare un'insufficienza renale ha ricevuto il trapianto di un rene di maiale geneticamente modificato, salvo poi vederselo rimuovere dopo “appena” 47 giorni.
L’équipe chirurgica del Langone Transplant Institute di New York che l’aveva inizialmente operata, infatti, è stata costretta a togliere l’organo animale poiché non stava ricevendo sufficienti dosi di sangue dalla pompa cardiaca che Lisa aveva ricevuto pochi giorni prima per curare anche una grave insufficienza cardiaca grave.
Il rene di suino aveva cominciato a non funzionare e il suo contributo non era quindi più sufficiente da giustificare la prosecuzione della terapia con immunosoppressori a cui era stata sottoposta per evitare il rigetto.
Gli esperti statunitensi hanno subito specificato che questo passo indietro è legato alla pompa cardiaca e non al rene suino, in ogni caso però sono stati costretti a toglierlo e a rimettere Lisa in dialisi.
Originaria del New Jersey, Lisa soffriva di un’insufficienza cardiaca e anche di una malattia renale allo stadio terminale che l’aveva costretta a condizioni così precarie da non essere candidabile per alcun tipo di trapianto standard, né di cuore né di rene.
Le probabilità di sopravvivenza erano incerte e la generale carenza di organi non giocava certo a sua favore.
A quel punto i medici newyorkesi le hanno prospettato la possibilità di ricorrere a un trattamento sperimentale come lo xenotrapianto. Di fronte a una mancanza di alternative, Lisa e la sua famiglia hanno accettato.
L’intervento ha visto due fasi. Per prima cosa i chirurghi hanno impiantato la pompa cardiaca in modo da stabilizzare la salute del cuore. Senza, la sua aspettativa di vita sarebbe stata misurata in giorni o al massimo in settimane.
Pochi giorni dopo, Lisa ha quindi ricevuto il rene prelevato da un maiale geneticamente modificato. Significa, cioè, che l’animale è stato ingegnerizzato affinché non esprimesse il gene responsabile della produzione di uno zucchero noto come alfa-gal, contro cui si sarebbe scagliato il sistema immunitario di Lisa innescando così l’immediato rigetto.
Durante l’intervento, i medici le hanno impiantato anche la ghiandola timica del maiale donatore, necessaria per educare il suo sistema immunitario a convivere con l'organo nuovo.
Un mese e mezzo dopo, tuttavia, i chirurghi hanno ordinato il dietrofront. Lisa è comunque la seconda persona al mondo ad aver ricevuto il trapianto di un rene proveniente da un maiale geneticamente modificato (la prima in assoluto a ricevere lo xenotrapianto in combinazione con l'innesto di una pompa cardiaca) e la sua storia non rappresenta una battuta d’arresto verso la conquista dello xenotrapianto.
Anche perché il era un caso particolarmente complicato. Soffriva di un’insufficienza cardiaca grave, di un grosso danno a livello renale e ha ricevuto un organo animale appena otto giorni dopo l’impianto della pompa cardiaca. Insomma, condizioni non proprio facili.
Come hanno ribadito i chirurghi del NYU Langone, la vicenda di Lisa rappresenta semmai una confluenza di progressi importanti che mostrano le possibilità e le speranze della medicina moderna.
Dopo David Bennett e Lawrence Faucette, i primi a ricevere un cuore di maiale geneticamente modificato e poi deceduti, e Rick Slayman, l’uomo di 62 anni morto dopo il primo trapianto di rene di maiale, anche Lisa ora fa parte del futuro: con la sua storia sta contribuendo davvero a scriverlo.
Fonte | Langone Transplant Institute di New York