“Zero pollution”, il piano contro l’inquinamento dell’Ue (che però non soddisfa gli ambientalisti)

Il piano adottato dalla Commissione Europea, che si inserisce all’interno del Green Deal, prevede una serie di iniziative per ridurre l’inquinamento dell’aria, delle acque e del suolo, avendo come obiettivo primario quello di tutelare la salute dei cittadini europei. Ma le organizzazioni ambientaliste sono scettiche.
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Federico Turrisi 13 Maggio 2021

L'obiettivo è davvero ambizioso: azzerare le fonti di contaminazione dell'aria, delle acque e del suolo entro il 2050 e creare un ambiente in cui i cittadini dell'Unione Europea possano vivere in modo sano. Con il piano "Zero Pollution", adottato nella giornata di ieri dalla Commissione Europea, si vuole contrastare proprio la principale causa ambientale di malattie e di perdita di biodiversità: l'inquinamento.

Ogni anno in Europa – secondo le stime dell'Agenzia Europea dell'Ambiente (Eea) – le morti premature legate all'esposizione agli inquinanti atmosferici (come il particolato sottile, l'ozono e il biossido di azoto) sono circa 400 mila: l'Italia è, insieme alla Germania, il Paese membro con i numeri peggiori. Basterebbe questo per capire l'entità del problema e quanto sia importante intervenire per contenerlo. In questo caso parliamo di inquinamento atmosferico. Ma devi sapere che più in generale l'inquinamento, oltre a provocare danni per miliardi di euro, è il principale responsabile del degrado degli ecosistemi (in Europa, sempre stando a quanto dice l'Eea, oltre l'80% degli habitat naturali sono in cattivo stato di conservazione).

Il piano "Zero Pollution" rappresenta uno dei tasselli principali del Green Deal europeo. Guarda al 2050, data in cui l'Unione Europea dovrebbe raggiungere la carbon neutrality, ma fissa anche degli obiettivi chiave per il 2030. Tra questi:

  • migliorare la qualità dell'aria per ridurre del 55% il numero di morti premature causate dall'inquinamento atmosferico;
  • migliorare la qualità dell'acqua riducendo i rifiuti, in particolare la plastica che finisce in mare (del 50%) e le microplastiche rilasciate nell'ambiente (del 30%);
  • migliorare la qualità del suolo riducendo del 50% le perdite di nutrienti e l'uso di pesticidi chimici;
  • ridurre del 25% gli ecosistemi dell'UE in cui l'inquinamento atmosferico minaccia la biodiversità;
  • ridurre del 30% la quota di persone cronicamente disturbate dal rumore dei trasporti (inquinamento acustico);
  • ridurre significativamente la produzione di rifiuti e del 50% quella di rifiuti urbani residui.

Tutto molto bello, starai pensando. Il piano d'azione varato dalla Commissione Europea ha ricevuto anche delle critiche. L'European Environmental Bureau (Eeb), la principale rete che riunisce le organizzazioni ambientaliste europee (per l’Italia aderisce Legambiente), ha sottolineato in una nota stampa che "la proposta non riesce a intensificare le azioni per prevenire l’inquinamento alla fonte e invece elenca principalmente gli obblighi legali esistenti e le revisioni in corso delle leggi dell’Unione Europea". In una dichiarazione congiunta, anche Transport & Environment e Clean Cities Campaign esprimono tutte le loro perplessità sul piano Zero Pollution: "contiene idee che sono le benvenute per mettere le città sulla strada che porta alle emissioni zero, ma manca dell’ambizione di inasprire i limiti di inquinamento atmosferico a livello europeo".