Il primo parco eolico offshore nel Mar Mediterraneo è attivo. Si chiama ‘Beleolico‘ ed è stato inaugurato ieri in Italia, a Taranto, al largo del polo multisettoriale del porto. Secondo la società Renexia, che ha curato la sua realizzazione, servirà a soddisfare i consumi di circa 60mila famiglie.
La capacità di produzione complessiva delle sue dieci pale è infatti di circa 30 Mw, capaci di generare oltre 58 mila MW/h. L'impianto avrà un ciclo di vita di circa 25 anni e dovrebbe portare al risparmio di 730mila tonnellate di CO2. Il 10% dell'energia prodotta servirà ad alimentare il porto di Taranto stesso, che diventerà dunque totalmente elettrificato.
Il contesto di guerra ovviamente influisce sul modo in cui la politica ha salutato la nascita di questa nuova infrastruttura. "Il processo di transizione ecologica rappresenta l'unica via in grado di garantire sostenibilità, resilienza e adattabilità del settore energetico, una dinamica che appare ancora più evidente a causa del conflitto in Ucraina", ha scritto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Sottolineando che l'impianto è importante anche "rispetto all'impegno che il nostro Paese sta profondendo per ridurre la dipendenza dagli idrocarburi e in particolare da quelli provenienti dalla Russia".
"Questo è anche un momento di orgoglio perché questo primo parco eolico marino in buona sostanza apre la strada a quello che è un grande programma di produzione di energia rinnovabile e compatibile con l'ambiente", ha dichiarato invece il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti. Per farlo serviva però velocizzare i tempi per realizzare gli impianti: lo stesso ‘Beleolico' viene alla luce a 14 anni dalla presentazione del progetto. "Un intervallo di tempo inaccettabile", ha commentato il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, per cui l'Italia "deve chiedere scusa a chi vuole investire e contribuire alla transizione energetica".
Il progetto appena entrato in funzione sarebbe in teoria da considerare più nearshore che offshore, data la sua limitata lontananza dalle coste. In futuro, il vento che caratterizza il sud Italia soprattutto in mare aperto, a decine di chilometri dalle coste, potrebbe essere sede di numerosi progetti di parchi eolici offshore. In particolare, di quelli dotati di tecnologia ‘galleggiante', meno impattanti sul panorama e sull'ambiente, ma anche con maggiore capacità produttiva.
La speranza, in ogni caso, è che ‘Beleolico' sia anche il segnale dell'avvio di una transizione ecologica ed energetica irrinunciabile, soprattutto per una città come Taranto. Segnata, se ricordi la vicenda Ilva, da una delle più grandi storie di inquinamento ambientale della storia del nostro Paese.