A tu per tu con Alex Bellini, l’esploratore che viaggia lungo i fiumi inquinati dalla plastica

Alex Bellini è un esploratore che sta attraversando i 10 fiumi più inquinati dalla plastica nel mondo. A Ohga ha raccontato quali sensazioni si provano in un lungo viaggio compiuto per documentare i disastri ambientali, tra completa solitudine e voglia di cambiare il mondo.
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Emanuele La Veglia 28 Gennaio 2021

Se fai parte dei suoi 40mila follower su Instagram saprai che Alex Bellini è un avventuriero con la passione dell’esplorazione, che lui, essendo anche un mental coach, definisce self-exploration. Negli ultimi ha remato in lungo e in largo attraverso gli oceani, percorrendo più di 33mila chilometri.

L'ultima sua impresa nasce dalla constatazione che la plastica sta invadendo il mondo: 8 milioni di tonnellate ogni giorno finiscono nell'oceano, accumulandosi soprattutto nelle aree in cui si incontrano le correnti. Un caso terribile è quello del fiume cinese Yangtze che porta in mare circa un milione e mezzo di rifiuti di plastica ogni anno, mentre per esempio il Tamigi ne immette "soltanto" 18.

Alex è partito dopo aver identificato i fiumi più inquinati al mondo della plastica, in Cina oltre allo Yangtze ce ne sono altri quattro: l'Hai He, il Fiume Giallo, il Fiume delle Perle, che attraversa anche il Vietnam, e l'Indo, che arriva in India e Pakistan. A questi si aggiungono quelli più famosi, che avrai sentito nominare sin dai tempi della scuola come il Nilo, il Niger e il Gange. Chiude la triste "top ten" il fiume Amurr, in Russia. Nel corso della sua spedizione l'ho contattato per conoscere quali sensazioni sta provando in questo viaggio.

Qual è il motore scatenante che ti ha portato a percorrere fiumi e oceani?

Sono tanti gli stimoli che mi spingono ad intraprendere un nuovo viaggio, in particolare la curiosità di venire in contatto con ciò che non conosco ancora. A questo si aggiunge la voglia di spostare i miei limiti un po’ più in là del solito. Un aspetto che mi affascina tantissimo è quello di vivere la solitudine in un ambiente remoto e, dopo quest'esperienza, di tornare cambiato.

Qual è l'oggetto più curioso che hai trovato finora?

Un robot di plastica, una sorta di supereroe, che era identico a quello che mia figlia perse qualche anno fa. Eravamo a casa, ma non siamo più riusciti a trovarlo. Passando per i dieci fiumi più inquinati al mondo dalla plastica, la meraviglia è un’emozione sempre presente e dietro l'angolo.

Chi è il tuo modello di avventuriero?

I miei primi modelli sono stati gli esploratori polari. Mi riferisco a quelli vissuti all'inizio del Novecento, come Roald Amundsen, Fridtjof  Nansen e Umberto Nobile, ma anche a personaggi più vicini ai nostri giorni come Ambrogio Fogar e Mike Horn. Attualmente però mi rivedo soprattutto in Thor Heyerdahl, il norvegese che attraversò l'Oceano Pacifico a bordo del Kon-tiki, una zattera costruita con legno di balsa, molto diffuso in Sud America.

Qual è il primo passo da fare per seguire invece  le tue di orme?

Non seguire le mie orme! Sono sempre stato affascinato dalla legge dell’effetto inverso, secondo la quale più ci sforza di ottenere qualche cosa e meno è probabile di ottenerlo. Quello che consiglio, nel pratico, è di portare sempre con sè in viaggi del genere un dispositivo di localizzazione satellitare. Qualcuno potrebbe obiettare a tal proposito che questo congegno rischia di togliere un po’ di magia all’avventura. Non possiamo però dimenticarci che a casa nostra c'è sempre qualcuno che ci aspetta e non sta tranquillo, o tranquilla, finché non facciamo ritorno. Utilizzare dispositivi tecnologici può rendere il viaggio più sicuro per te e per chi dovrà venire a riprenderti, ma non modifica le tue prestazioni come per esempio l'ossigeno supplementare.

Credits: ll materiale fotografico è di proprietà di THE 5TH ELEMENT Ltd, che detiene e gestisce in esclusiva i diritti d’immagine di Alex Bellini.