Abbandonare il gas russo è possibile per l’Italia? Per il governo possiamo farcela in 3 anni. Ecco come

Ci vorranno tre anni per abbandonare totalmente le forniture di gas da Mosca. Lo ha detto ieri in Parlamento il ministro Cingolani, che ha spiegato il piano del governo per svincolarsi completamente dai combustibili fossili russi. Verranno utilizzati due nuovi rigassificatori e si sbloccheranno investimenti sulle rinnovabili. Ma il rischio concreto è quello di sostituire una dipendenza con un’altra, mentre dovremmo invece mettere le basi per una vera transizione energetica. Liberandoci una volta per tutte dalle fonti fossili.
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Michele Mastandrea 23 Marzo 2022

Tre anni per smettere completamente di importare gas dalla Russia. Questo l'obiettivo del Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, che ne ha parlato in Parlamento, spiegando come il governo intende muoversi per realizzare il suo piano.

Cingolani ha iniziato dicendo che l'Italia "è completamente dipendente dalle importazioni di gas dall'estero", pari all'incirca al 95%. Allo stesso tempo, da qui alla primavera 2025, "sarebbe possibile sostituire completamente 30 miliardi di metri cubi di gas russo con altre fonti".

Si comprerà gas da altri Paesi

Devi ricordare che dalla Russia importiamo ogni anno circa 29 miliardi di metri cubi di gas, sui 76 totali che consumiamo. Si tratta dunque di quasi il 40% del nostro fabbisogno. Se da un lato il piano del governo ha degli obiettivi e dei tempi precisi, dall'altro per almeno altri due anni le forniture di Mosca resteranno necessarie per il nostro Paese.

Inoltre, questa indipendenza dalla Russia non cancella il rischio di legarsi ad altri Paesi esportatori (Qatar, Algeria, Libia, Congo, Azerbaijan), che per Cingolani "offriranno fino a 20 miliardi di metri cubi all'anno di gas". Sostituendo dunque una dipendenza con un'altra, e sempre nell'ambito delle fonti fossili.

Non c'è rischio di problemi di fornitura

Cingolani ha parlato infatti anche del possibile raddoppio del gasdotto Tap, che potrebbe portare fino a 10 miliardi di metri cubi in più dall'Azerbaigian alla Puglia. Il problema sono i tempi, poco adeguati sia per liberarsi dal gas di Mosca sia in merito agli obiettivi della transizione energetica ed ecologica: "Per farlo sono necessari circa 45 mesi per avere i primi 2 miliardi di metri cubi e 65 mesi per gli ulteriori 8", ha spiegato.

Al momento però, l'attenzione del governo è solo sullo svincolarsi dal Paese guidato da Vladimir Putin. Ma c'è il rischio che decisioni improvvise della Russia ci creino difficoltà? "Una completa interruzione dei flussi dalla Russia in questo momento non dovrebbe comportare problemi di fornitura interna", ha spiegato il ministro. A meno di un picco di freddo a fine marzo che al momento non sembra però un'ipotesi reale. L'arrivo della primavera, il rialzo delle temperature e dunque lo spegnimento dei riscaldamenti vengono dunque in soccorso del nostro Paese.

Rigassificatori e rinnovabili

Il piano di Cingolani, in linea anche con le indicazioni europee contenute nel RepowerEU, consiste nel fare scorta di gas, aumentando gli stoccaggi al 90% da qui al prossimo inverno. Ma servono le infrastrutture per farlo. Per questo motivo il titolare del Ministero della Transizione Ecologica ha annunciato "di aver dato ufficialmente l'incarico a Snam per l'acquisto di  una nave da rigassificazione e al noleggio di una seconda unità". Ti abbiamo già parlato dei rigassificatori e della loro funzione, legata sempre al mondo delle fonti fossili. Non è stato escluso da Cingolani, in caso di emergenza, neanche il ricorso a fonti di produzione energetica come le centrali a carbone e olio, "che potrebbero fornirci 3-4 miliardi di metri cubi di energia in più".

Sulle fronte rinnovabili, Cingolani ha affermato la volontà di procedere. Innanzitutto, "liberalizzando il fotovoltaico per autoconsumo fino a 200Kw", "sviluppando il settore dell'agrofotovoltaico per rendere sempre più indipendente a livello energetico il settore agricolo" e "puntando sulla produzione di biometano e sul risparmio energetico". Cingolani ha ricordato che esistono richieste a Terna per 40Gw di nuova produzione energia rinnovabile da impianti offshore che attendono di essere sbloccati. Tutti questi progetti dovrebbero portare a un risparmio ogni anno di circa 3 miliardi di metri cubi di gas.

Sembra dunque aprirsi una possibilità per gli operatori del settore delle rinnovabili, che di recente hanno dichiarato possibile installare 60 nuovi Gw di potenza di qui a tre anni. Lo stesso tempo entro cui dovremmo liberarci dalla dipendenza dal gas di Mosca, e che dovremmo provare però a concepire come l'inizio della liberazione totale dalle fonti fossili.