Accise mobili per abbassare il prezzo del carburante: è l’idea del Governo. Ecco di cosa si tratta e come funzionano

Per fare fronte ai rincari del prezzo dei carburanti, il governo sta pensando di utilizzare “accise mobili”. Si tratta di un modo per fare risparmiare chi acquista benzina e gasolio, intervenendo sui prezzi finali di acquisto al distributore. In questo articolo ti spieghiamo di cosa si tratta.
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Michele Mastandrea 17 Marzo 2022

Ti sarai senza dubbio accorto in questi giorni dell'aumento esponenziale dei prezzi dell'energia, che significa rincari pesantissimi nelle tue bollette o quando fai rifornimento di benzina. Il governo sta discutendo proprio in queste ore su come affrontare il tema. Un primo provvedimento, un decreto ribattezzato "taglia-prezzi", dovrebbe essere annunciato domani pomeriggio.

Già ieri, però, il Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, aveva anticipato alcune novità: spiegando che il governo stava ragionando sull'utilizzare "accise mobili" per ridurre il prezzo dei carburanti.

Ma di cosa si tratta?

In pratica, è un meccanismo per cui, se il prezzo del petrolio aumenta, cresce anche l'Iva. Ci riferiamo alla nota Imposta sul Valore Aggiunto, che lo Stato incassa dal consumatore finale del bene (in questo caso il petrolio, sotto forma di benzina, venduto dai distributori). Con questi maggiori guadagni, lo Stato stesso può ridurre una delle accise che formano il prezzo finale della benzina, quello che paghi quando vai a fare rifornimento.

In base a quanto aumenta dunque il prezzo del carburante, l'accisa corrispondente dunque cala in maniera proporzionale, "mobile" appunto.  In questo modo, gli aumenti del prezzo alla vendita non sono più scaricati su di te, consumatore finale, ma sui profitti ottenuti dal governo. Si tratta dunque di un taglio delle tasse che viene "coperto" dai maggiori guadagni che lo Stato fa con l'Iva.

Secondo alcune stime, il governo avrebbe guadagnato in questo periodo di forti aumenti del prezzo circa 600-700 milioni di euro dall'Iva sui carburanti. In questo modo, dovrebbe riuscire a ridurre il prezzo di 15-20 centesimi al litro, per un periodo di tempo di circa due-tre mesi. Devi sapere infatti che le accise valgono in questo momento 0,728 euro al litro per quanto riguarda la benzina e 0,617 in merito al gasolio.

Non sarebbe la prima volta che questo strumento di politica finanziaria viene usato dal governo italiano. Era infatti successo già ai tempi della crisi economica del 2007-2008, quella partita dal mercato immobiliare americano. I prezzi del petrolio erano triplicati in pochissimo tempo, e il governo allora guidato da Romano Prodi introdusse le "accise mobili". Nuova crisi, vecchie soluzioni: rimane al palo invece la tassazione degli extra-profitti delle aziende energetiche, nonostante lo stesso Cingolani avesse parlato di "truffa" nei giorni scorsi.