Al G7 per l’Ambiente è stata firmata una Carta per preservare la biodiversità del Pianeta

Un documento redatto e firmato con un solo scopo: salvare la biodiversità del mondo dalla sua totale scomparsa. La Carta di Metz, firmata nell’omonimo paese francese nel corso del G7 Ambiente, sancisce l’intenzione dei leader mondiali di mettere in pratica azioni e politiche che aiutino la conservazione delle specie a rischio e dei popoli indigeni, millenari custodi dei segreti della Terra.
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Sara Del Dot 7 Maggio 2019

Si è concluso così, con un documento che mira a proteggere la biodiversità della Terra, il G7 Ambiente tenutosi a Metz, in Francia, il 5 e il 6 maggio 2019, che ha visto la partecipazione dei ministri dell’Ambiente di vari Paesi comunitari ma anche extraeuropei.

L’accordo, un documento di 12 pagine ratificato da tutti i ministri presenti, si chiama “Carta di Metz” e sigla l’impegno dei principali leader mondiali ad attivarsi concretamente per la conservazione e salvaguardia di tutte le specie animali e vegetali presenti sul Pianeta. La firma di questa Carta sancisce la reale intenzione della Comunità internazionale ad  "accelerare e intensificare gli sforzi per mettere fine alla perdita di biodiversità, incoraggiare l'impegno di altri attori, sostenere l'elaborazione e la messa in opera di un quadro mondiale post-2020 per la biodiversità”. O almeno, questo è ciò che si legge nel testo del documento.

Perché, come è stato segnalato ampiamente nell’ultimo rapporto dell’Ipbes sulla possibile estinzione in breve tempo di oltre un milione di specie animali e vegetali, il degrado degli ecosistemi terrestri si trova attualmente in uno stato avanzato e se non verranno messe in pratica soluzioni reali e concrete, questa situazione avrà ricadute molto gravi non soltanto sull’ambiente, ma anche (e questo è forse ciò che interessa maggiormente ai leader mondiali) sulle dinamiche socio-economiche dei vari Stati.

L’assoluta necessità di tutelare gli abitanti del Pianeta è urgente a tutti i livelli. A partire dal singolo cittadino, fino al pubblico, al privato e anche a quello aziendale e industriale. Perché, sulla Terra, ci viviamo tutti, e tutti dobbiamo assumerci la responsabilità della sua protezione e conservazione.

Proprio a questo proposito, un’attenzione particolare è stata data al ruolo e alla tutela delle popolazioni indigene, che sono sempre più minacciate dai cambiamenti climatici eppure rappresentano un patrimonio inestimabile di conoscenza per la conservazione e la salvaguardia del Pianeta, con cui da sempre convivono in totale armonia custodendone i segreti.

A questo accordo, i cui risultati concreti saranno visibili solo con il passare del tempo, hanno aderito, oltre agli Stati membri dell’Unione europea anche Cile, Egitto Isole Fiji, Gabon, Messico, Nigeria, Norvegia e Usa, il cui ministro Andrew Wheeler ha però voluto ribadire, nel paragrafo 26, l’intenzione degli Stati Uniti di uscire dall'Accordo di Parigi sul clima del 2015.