Alberi al posto dei muri: sull’Appennino Bolognese, la scuola riprende all’aperto su banchi nel bosco

Imparare nella natura, tornare a scuola respirando. Le disposizioni anti-Covid per le aule scolastiche e le lezioni didattiche troveranno le scuole di un istituto comprensivo del bolognese perfettamente pronte, grazie all’idea, nata anni fa, di trascorrere parte delle ore di lezione in un’aula immersa tra gli alberi.
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Sara Del Dot 19 Agosto 2020

In vista dell’inizio del nuovo anno scolastico, la parola chiave per organizzare le classi è principalmente una: areare, areare, areare. Infatti, al momento gli istituti scolastici si stanno organizzando per riuscire a offrire agli studenti uno spazio che sia il più sicuro e salutare possibile, con un riciclo d’aria costante e la possibilità di stare sufficientemente distanziati. E quale modo migliore se non spostarsi direttamente all’aperto?

Lo sa bene Carmelo Adagio, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo di Gaggio Montano, in provincia di Bologna, che include 12 scuole di vario grado presenti in diversi Comuni tra cui anche Lizzano in Belvedere e Castel D’Aiano. Ed è proprio in quest’ultimo piccolo Comune che, assieme al Sindaco, hanno trovato la soluzione perfetta a questo periodo così complicato. Grazie a un finanziamento europeo per la montagna, è stata creata un’aula all’aperto, immersa nei castagneti che si trovano esattamente a 200 metri dalla struttura scolastica, dotata di tavoli, sedie e panchine disposte in cerchio. Non una novità per queste scuole di montagna, che da anni ormai spingono verso una didattica che consenta anche di guardare fuori dalla finestra vivendo il mondo in prima persona.

“Noi come Istituto scolastico facciamo parte di una rete nazionale di scuole pubbliche all’aperto, che promuovono le attività outdoor racconta Carmelo Adagio. “Ci troviamo in un territorio che offre a bambini e ragazzi delle possibilità che lo spazio urbano, invece, non offre. Infatti nel nostro istituto avevamo già un’aula all’aperto, proprio perché teniamo molto a offrire agli studenti e ai bambini in generale la possibilità di imparare stimolando anche la curiosità verso l’ambiente naturale. Non abbiamo una metodologia fissa, specifica, ma la filosofia di base è che lo spazio esterno, aperto, può essere utilizzato come spazio di apprendimento così com’è, dal momento che trascorrervi del tempo porta a porsi delle domande, indagare il proprio territorio. L’idea è anche però quella di creare aule in cui si possa promuovere una didattica normale sempre però stando all’aria aperta. A Gaggio, ad esempio, ne abbiamo creata una proprio vicino al Reno mentre a Castel D’Aiano, grazie a un finanziamento europeo per la montagna, il Sindaco è riuscito a mettere in piedi una vera e propria aula didattica nel castagneto, in cui è possibile svolgere attività tradizionali come la lettura ma anche cooperative sui grandi tavoli.”

Una realtà scolastica con gli alberi al posto dei muri a cui sicuramente non siamo abituati e che potrebbe disorientarci piacevolmente. E che, in luoghi di montagna come questi, è sicuramente più realizzabile.

“Sono realtà pensate soprattutto per la scuola media, dal momento che i ragazzi sono stati abituati a lavorare molto all’esterno. Uno dei nostri Comuni ha addirittura delle piste da sci vicine, quindi anche l’inverno è possibile svolgere attività esterne. È una vera e propria filosofia di scuola la nostra, che funziona bene soprattutto in un periodo come questo in cui dobbiamo evitare i luoghi chiusi il più possibile consentendo ai ragazzi di respirare e studiare tranquilli. All’interno del regolamento di istituto, infatti, metteremo l’invito a tutti di fare attività all’esterno, dove possibile. Tra l’altro, il sindaco ha anche creato diversi percorsi molto belli dedicati ai bambini più piccoli, così che anche loro possano sfruttare questi spazi per giocare, apprendere e stimolare la propria curiosità.”

E i docenti cosa ne pensano?

“Da questo punto di vista c’è un grosso lavoro di formazione, che è stato fatto e continuerà a essere fatto. Personalmente preferisco che ogni cosa venga fatta su base volontaria, ma comunque sono tante le persone d’accordo con l’utilizzo di questi spazi. Noi accompagniamo i docenti con un corso di formazione, e collaboriamo anche con l’Università di Bologna, che ci accompagna spesso nei nostri percorsi. Inoltre facendo parte della rete nazionale di scuole all’aperto, circa 40 scuole in tutta Italia, organizziamo spesso incontri di confronto, discussione e condivisione di esperienze.”

Insomma, le disposizioni anti-Covid troveranno questi istituti pronti ad accogliere i loro studenti, grazie all’aiuto della natura. Un modo di vivere e imparare forse lontano dalla mente di chi, la scuola, la vede soltanto tra le mura di un’aula. Ma che potrebbe rappresentare un’ottima occasione per ripensare l’apprendimento consentendo agli studenti anche di respirare.