Alcune sostanze presenti nelle creme solari si accumulano nelle alghe del Mediterraneo

La Posidonia oceanica è la specie che risulta più minacciata dall’inquinamento da creme solari, secondo uno studio recente. Ma danneggiare quest’alga significa mettere a rischio la biodiversità e gli ecosistemi marini. Come si può fare allora per rispettare la salute della nostra pelle e anche l’ambiente?
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Giulia Dallagiovanna 19 Aprile 2022

La crema protettiva che utilizzi in spiaggia inquina. Non è la prima volta che ne parliamo e probabilmente non è nemmeno la prima volta che lo senti dire. Ora però uno studio pubblicato su Marine Pollution Bulletin ha dimostrato come le sostanze utilizzate per creare i filtri antiUV si accumulino nella vegetazione del Mediterraneo e, in particolare, negli steli della Posidonia oceanica, un'alga tipica di quest'area. Secondo i ricercatori, la causa è da ricercarsi nello scarico di rifiuti provenienti da attività turistiche e in abitudini scorrette da parte dei bagnanti. Naturalmente questo non significa che non dovrai più portare con te una crema solare per difendere la pelle dai raggi del sole potenzialmente dannosi, ma che è bene imparare come rendere i nostri comportamenti in spiaggia più sostenibili.

Ma partiamo dallo studio. Nei campioni di alghe prelevati sono state ritrovate tracce di ossibenzone, avobenzone 4-metile, benziliden canfora, benzofenone-4 e metilparabeni, tutti componenti delle creme protettive. Secondo gli autori, non è ancora possibile calcolare in modo esaustivo il loro impatto sulla vegetazione marina, ma è comunque il caso di preoccuparsi per i potenziali effetti dannosi che potrebbero manifestarsi in futuro. Tra questi, potrebbe esserci ad esempio una riduzione delle capacità di fotosintesi e della produttività della Posidonia.

Tra i potenziali effetti dannosi, la riduzione delle capacità di fotosintesi e della produttività

E sarebbe un danno non da poco, se consideri che tra le macchie di Posidonia aiutano a proteggere la biodiversità, a mantenere in equilibrio gli ecosistemi marini, a preservare le coste dall'erosione e a stoccare il carbonio. In aggiunta, ricorda che è già stato dimostrato come aluni componenti delle creme solari possano mettere a rischio il sistema riproduttivo e lo sviluppo di pesci, tartarughe e delfini.

Il prossimo passo dei ricercatori sarà quello di identificare le sostanze che provocano i maggiori danni e spingere per una regolamentazione che le metta al bando, dove possibile. Indossare un filtro che protegga la tua pelle dei raggi UV è fondamentale, perché esporsi al sole senza la crema adeguata aumenta, tra le altre cose, il rischio di soffrire di melanoma. Ci sono però alcuni accorgimenti che dovresti osservare per tenere a mente anche l'ambiente. Prima di tutto una volta che hai applicato la crema, aspetta almeno 30 minuti prima di fare il bagno, in modo che la tua pelle abbia il tempo di assorbire tutto il composto e che questo non si disperda in acqua. Hai mai visto delle strane macchie oleose sulla superficie del mare? Ecco, spesso quelle derivano dai prodotti solari indossati dai bagnanti.

E ancora: in questo articolo puoi trovare le sostanze che una crema protettiva deve contenere per risultare utile alla tua salute e al Pianeta, secondo quanto ha spiegato il chimico Fabrizio Zago. Qui invece una guida su come scegliere una crema solare sostenibile.