Anche a Bologna è stato trapiantato un cuore fermo da più di 20 minuti: l’innovativa procedura ha permesso di salvare una vita

Al Policlinico Sant’Orsola di Bologna è stato trapianto un cuore prelevato da un donatore a cuore fermo da più di 20 minuti: è la settima volta che una procedura simile viene effettuata in Italia. L’intervento porta comunque con sé un record: è la prima volta che il prelievo avviene in una struttura che non è sede di Cardiochirurgia.
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Kevin Ben Alì Zinati 25 Settembre 2023
* ultima modifica il 25/09/2023

Un altro trapianto di cuore da donatore a cuore fermo, un’altra vita salvata, un altro record.

Si riassume così l’innovativo intervento appena portato a termine con successo al Policlinico Sant’Orsola di Bologna e nato dalla collaborazione con l’Ausl Romagna e il Centro Nazionale Trapianti.

La peculiarità dell’operazione non sta tanto nell’intervento in sé che, come ti abbiamo raccontato, è già stato eseguito diverse volte in Italia: sette per la precisione, con il primo andato in scena a Padova.

È la prima volta a livello italiano, invece, che il prelievo di un organo così delicato e complesso come il cuore viene prelevato da un donatore il tuo cuore è fermo da almeno 20 minuti in una struttura che non è sede di Cardiochirurgia.

Gli specialisti della Cardiochirurgia del Sant’Orsola, infatti, si sono recati all’ospedale di Santa Maria delle Croci a Ravenna per prelevare l’organo con il supporto dell’ECMO Team di Cesena, tutto grazie a una tecnica che consente di salvaguardare le funzionalità degli organi e facilitare la ripresa del cuore. Il trapianto poi stato poi effettuato nella sala operatoria dell’IRCCS a Bologna.

Il prelievo di un organo per il trapiantato viene sempre eseguito da un cadavere, la cui morte può essere accertata in due modi. Il più frequente prevede l’analisi di criteri neurologici (la famosa “morte cerebrale”) e comporta il prelievo detto “a cuore battente”.

Altre volte invece possono essere utilizzati dei criteri cardiaci e in questi casi si parla della cosiddetta “donazione a cuore fermo”. Affinché quest’ultima procedura possa essere seguita, la legge italiana prevede un tempo di attesa e osservazione prima del prelievo di 20 minuti contro i 5 minuti fissati in altri paesi europei.

Questa tecnica non era mai stata eseguita prima perché il cuore è un organo estremamente sensibile alla mancanza di ossigeno durante il periodo di arresto della circolazione sanguigna ma le odierne tecniche di riperfusione hanno permesso di recuperare le funzionalità del cuore anche dopo 20 minuti di “stop”.

Fonte | Policlinico Sant’Orsola di Bologna

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