Eseguito in Italia il trapianto di un cuore fermo da 20 minuti: a Padova il primo caso al mondo

Mai prima d’ora era stato riattivato un cuore dopo un tempo così lungo. L’intervento record è stato portato a termine con successo presso l’Azienda ospedaliera di Padova.
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Kevin Ben Alì Zinati 16 Maggio 2023
* ultima modifica il 31/07/2023

Non era mai accaduto in Italia, e nemmeno nel mondo, che un cuore fermo da 20 minuti venisse utilizzato e trapiantato in un’altra persona. Per questo, l’intervento eseguito all’Azienda ospedaliera di Padova riscrive la nostra storia.

Nella letteratura scientifica questi interventi non sono nuovi. In passato erano già stati portati a termine trapianti con cuore fermo da pochi minuti (5-10 minuti). La legge italiana, però, in questi casi prevede che il prelievo dell’organo da un cadavere possa avvenire solamente dopo almeno 20 minuti di cessazione dell’attività elettrica del cuore.

Un criterio molto rigoroso, è vero, inserito tuttavia a tutela dei donatori stessi ma che finora aveva impedito l'utilizzo del cuore in questo genere di donazioni.

Fino ad ora, prelievo era sempre stato effettuato solo per morte cerebrale, con il cuore ancora in attività. Mai, insomma, era stato affrontato un trapianto con un cuor fermo da così tanto tempo. “Per primi al mondo abbiamo dimostrato che si può utilizzare per un trapianto cardiaco un cuore che ha cessato ogni attività elettrica da 20 minuti” ha spiegato, con emozione, il dottor Gino Gerosa, direttore della cardiochirurgia padovana durante la conferenza stampa indetta per annunciare l’incredibile traguardo.

A ricevere l’organo è stato un uomo di origini padovane di 45 anni, nato con una cardiopatia congenita, già operato per ben due volte e in lista per un trapianto dal 2020. Il donatore, invece, è stato un uomo colpito da morte cardiaca con danni cerebrali estesi e irreversibili, al punto che ogni accanimento terapeutico sarebbe stato vano.

Una volta espiantato, il cuore del donatore è stato riperfuso e dopo un’attenta valutazione delle funzionalità ha ricevuto la luce verde per essere trapiantato nel petto del ricevente.

Quello portato a termine con successo in Veneto non è solo un altro straordinario capitolo della storia italiana dei trapianti di cuore, iniziata il 14 novembre del 1985 con il primo trapianto, avvenuto proprio a Padova. Rappresenta anche un risultato decisivo che potrebbe portare ad un incremento del 30% nel numero dei trapianti, in un arco di tempo relativamente breve.

Presente in conferenza stampa per celebrare l’eccezionalità della propria sanità, anche il governatore veneto Luca Zaia ha fatto fatica a trattenere l’entusiasmo per un traguardo così importante: “Si tratta di una notizia emozionante. Si apre una nuova pagina di storia sul fronte del trapianto di cuore, risultato di un lavoro di squadra eccezionale portato avanti dalla sanità veneta e da questi medici professionisti di grandissimo spessore”.

Le nuove, importantissime opportunità per i pazienti cardiopatici in attesa di un nuovo organo sono state anche ribadite dal dottor Massimo Cardillo, direttore del Centro nazionale trapianti: "Attualmente abbiamo 600 pazienti in attesa per un trapianto di cuore e ogni anno si effettuano circa 250 interventi, con tempi di attesa in qualche caso lunghi e purtroppo molti pazienti non arrivano al trapianto. È importante utilizzare tutti gli organi disponibili dai donatori deceduti: l'intervento realizzato a Padova è sicuramente una nuova opportunità perché dimostra che siamo in grado di trapiantare anche i cuori di questi donatori e non solo fegato, reni e polmoni, come già avviene in Italia da molti anni".

Fonte | Azienda ospedaliera di Padova

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