occhi dei bimbi associazione

Gli “Occhi dei bimbi” sono da preservare fin dalla nascita, la storia di Enrica e di Elisa

L’associazione “Occhi dei bimbi” è nata da un’esperienza di vita di Enrica Ferrazzi. Una patologia visiva è stata diagnosticata a sua figlia Elisa quando ormai alcuni difetti erano incorreggibili e, per questo, adesso una rete di esperti fa sensibilizzazione sulla salute visiva dei bambini e si mette a disposizione delle famiglie per fornire loro supporto medico.
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Evelyn Novello 9 Maggio 2024
* ultima modifica il 10/05/2024
Intervista a Enrica Ferrazzi, fondatrice "Occhi dei bimbi" e Maria Stocchino, oculista.

La storia di "Occhi dei bimbi", associazione creata da Enrica Ferrazzi, ci deve ricordare quanto la prevenzione e la consapevolezza siano fondamentali contro le patologie più comuni che possono colpire ogni parte del corpo e a qualsiasi età. Il nome rende lampante di cosa stiamo parlando: la salute visiva nei bambini. Forse non ne hai mai sentito parlare, però, per prevenire i principali problemi visivi, occorre sottoporre gli occhi dei bimbi a due test, il primo entro l'uscita dalla nursery, o comunque nelle prime settimane di vita. Questo non sempre accade e il rischio è che si sottovalutino i primi segnali di patologie che possono portare a un calo irreversibile della vista.

A Elisa è successo proprio questo. Quando è stata visitata per la prima volta, Elisa Raimondi, aveva già un'ambliopia piuttosto grave che le dà tuttora, a 28 anni, qualche problematica visiva. Dalla sua storia è nata, per volontà della mamma Enrica, l'associazione "Occhi dei bimbi", che non solo fa divulgazione scientifica ma che offre anche supporto e screening gratuiti alle famiglie.

Elisa e i test oculistici per bambini

Elisa ha una diagnosi di ambliopia (la riduzione più o meno marcata della capacità visiva di un occhio) tardiva e la scoperta avviene del tutto casualmente. "Sono miope – ci racconta Enrica Ferrazzi – e quindi faccio controlli periodici. Quella volta sono andata dall'oculista quando Elisa era piccola, dopo qualche mese avrebbe iniziato la scuola primaria, e l'ho portata con me non perché avessi dubbi ma per puro scrupolo. Quando il medico la visita mi comunica che ha seri problemi in un occhio e anche l’altro risultava compromesso. La causa era la ambliopia. Ho avuto i brividi. Provavo rabbia verso la pediatra e colpevolizzavo me stessa per non essermene accorta prima".

Ciò che sarebbe bastato per evitare il peggioramento di questa patologia sarebbe stato il test del riflesso rosso, esame che dovrebbe essere svolto o prima della dimissione dalla nursery o dal pediatra di famiglia, così come anche il test refrattivo che andrebbe fatto a 3 anni d'età. "Se a Elisa fosse stato diagnosticato prima il problema, avrebbe potuto risolverlo solo indossando degli occhiali correttivi – spiega la dottoressa Maria Stocchino, oculista e collaboratrice di "Occhi dei bimbi". – Questi screening, però, spesso non sono fatti. Sono pratiche importanti perché individuare queste problematiche vuol dire poter evitare al bambino un percorso lungo e non sempre risolvibile. Un esempio è la cataratta congenita che non è grave se operata nei primi 2 mesi di vita, dopo gli 8 mesi ha una prognosi è già completamente diversa".

Enrica Ferrazzi ed Elisa Raimondi
Enrica Ferrazzi ed Elisa Raimondi

"Gli occhi dei bimbi"

Elisa ha migliorato quello che si poteva fino agli 8 anni, "il recuperabile è stato recuperato – continua Enrica – perché ha indossato da subito le lenti a contatto. Ora ha una vita normale ma quando guida continua ad avere problemi perché le manca la profondità. Abbiamo pensato di fondare un'associazione per fare in modo che quello che accaduto a Elisa non accada più".

Quello che fa "Occhi dei bimbi" è provare a sensibilizzare i genitori sulla salute visiva dei figli con screening gratuiti e attività di comunicazione scientifica "con il supporto di figure come ottici, optometristi, oculisti ma anche pediatri, educatori, psicologi, logopedisti e nutrizionisti – specifica Enrica. – Supportiamo le famiglie, finora circa 500, dal momento in cui arrivano le diagnosi di patologie oculistiche in poi. Le aiutiamo a distanza con consigli e pareri medici grazie all'opportunità di parlare direttamente con uno dei nostri esperti".

Elisa da quando ha terminato il suo percorso universitario è parte attiva dell’associazione. "Penso che il mio impegno e la mia passione nello stare accanto alle altre persone siano stati uno stimolo per lei" commenta mamma Enrica.

I sintomi a cui prestare attenzione

L'essere informati su alcuni segnali delle patologie visive più comuni può davvero fare la differenza e, in questo, i genitori devono fare la loro parte. "Quando osserviamo gli occhi dei bimbi bisogna controllare soprattutto la simmetria – raccomanda la dottoressa Stocchino – se rispondono alla luce e al buio, se la pupilla si dilata allo stesso modo in entrambi gli occhi, se quando fissano qualcosa un occhio sembra più storto e se ne tendono a chiuderne uno solo. Può capitare che nei primi 2-3 mesi di vita i bambini abbiano gli occhi un po' storti ma dai 6 mesi non deve più capitare quindi occorre fare attenzione anche a questi dettagli".

Elisa Raimondi, figlia di Enrica
Elisa Raimondi, figlia di Enrica

Anche il modo in cui il bambino cammina può dire tanto della sua vista. "Se sbatte spesso contro le cose, come gli stipiti delle porte, – continua la dottoressa – probabilmente il suo campo visivo è ridotto, magari ce ne accorgiamo poco perché riesce a compensare con l'occhio più sano, ma quando indosserà gli occhiali, tutto cambierà nel suo mondo. Vedo che i bimbi, appena mettono gli occhiali, si stupiscono di ogni dettaglio e questo va a stimolare anche il loro temperamento. Se un bimbo è molto timido, ad esempio, può essere che dipenda solo dal fatto che non ci vede bene".

Una buona fetta di prevenzione deriva dalla consapevolezza, che, in alcuni casi, può evitare il peggioramento di malattie che potrebbero diventare non poco invalidanti.

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