Approvata la norma che prevede misure di contenimento della fauna selvatica: a rischio le specie protette

Nella Legge di bilancio sottoposta oggi al Senato, la norma che prevede la caccia anche nelle aree protette e in quelle urbane, nei giorni di silenzio venatorio e nei periodi di divieto. Insorgono le associazioni ambientaliste, che temono per la tutela della biodiversità e le specie protette.
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Gaia Cortese 27 Dicembre 2022

È sì alla “caccia libera”. Approvata nella Legge di bilancio la decisione di prevedere delle “misure di contenimento” della fauna selvatica “anche nelle zone vietate alla caccia, comprese le aree protette e le aree urbane, nei giorni di silenzio venatorio e nei periodi di divieto”.

La norma, che consente l’abbattimento degli animali selvatici ed è stata presentata da Fratelli d’Italia, ha suscitato  diverse polemiche sia da parte dei partiti all’opposizione sia da parte delle associazioni ambientaliste.

Il problema si riferisce alla tutela delle specie protette: nel testo nulla definisce che tra gli esemplari di fauna selvatica vengano protetti orsi, lupi, volpi e altre specie tutelate dall’ordinamento dell’Unione Europea. È il motivo per cui si teme che l’emendamento possa dare maggiore libertà ai cacciatori  mettendo in pericolo la biodiversità del territorio.

L'emendamento consentirebbe di sparare a tutti gli animali selvatici, a qualunque ora e in qualunque periodo dell’anno.

Secondo quanto dichiarato da Piera Rosati, Presidente LNDC Animal Protection si tratta di “una cosa vergognosa, inammissibile”.

“Solo pochi mesi fa abbiamo accolto con gioia la modifica costituzionale che prevede la tutela della biodiversità tra i principi della nostra Repubblica e oggi dobbiamo assistere a questo attacco frontale alla fauna selvatica – ha spiegato Piera Rosati -. Con l’approvazione di questa norma i cacciatori saranno liberi di sparare ovunque e in qualunque periodo dell’anno, rappresentando un pericolo non soltanto per gli animali ma anche per le persone”.

A questo si aggiunge la posizione presa da Europa Verde, e altre associazioni animaliste, secondo cui l’emendamento va anche contro il rinnovato Articolo 9 della Costituzione, che tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi anche nell’interesse delle future generazioni.

In tutta risposta la Federazione Italiana Della Caccia considera che intorno a questo emendamento si stia facendo solo della "strumentalizzazione" dal momento che l’abbattimento potrà essere attuato solo da cacciatori iscritti agli ambiti territoriali di caccia o nei comprensori alpini delle aree interessate, previa frequenza di corsi autorizzati dagli organi competenti a livello regionale e che il tutto sarà coordinato dagli agenti delle Polizie provinciali o regionali.

“Si sta per introdurre nel nostro Paese una caccia senza regole mascherata da attività di controllo – si legge in una nota stampa del WWF, che oltretutto evidenzia il ridimensionamento dei Carabinieri forestali -. Un’attività che peraltro non porrà alcun freno alla proliferazione dei cinghiali perché si continua ad insistere nell’errore di affidare ai cacciatori la gestione faunistica, nonostante sia stata proprio la caccia a determinare, prima, l’immissione dei cinghiali a scopo venatorio in tante parti d’Italia e, dopo, il loro aumento attraverso sistemi di caccia sbagliati che determinano il disgregamento dei branchi moltiplicando il successo riproduttivo.