Approvata l’autonomia regionale differenziata: cosa cambia per l’indipendenza energetica e per le rinnovabili

È passato al Senato il ddl Calderoli, il testo che prevede l’autonomia differenziata per le Regioni voluto dal governo. Ma cosa cambia.
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Francesco Castagna 25 Gennaio 2024

Non è ancora passato alla Camera, ma ha già sulle spalle una taglia importante: un referendum abrogativo promesso dalle opposizioni. Stiamo parlando dell'autonomia differenziata, o anche ddl Calderoli (Ministro per gli affari regionali e le autonomie), che è stato approvato dalla maggioranza di Governo. Dure le critiche da parte delle opposizioni, che lo definiscono un provvedimento che non farà altro che accentuare le diseguaglianze tra le Regioni del nord e quelle del sud Italia. Ma cosa prevede la misura dal punto di vista ambientale e come funzionerà, se dovesse finire in Gazzetta Ufficiale?

Cosa prevede il ddl sull'autonomia differenziata

Il testo fa parte della revisione del titolo V della Costituzione iniziata nel 2001 e mira a ridefinire le competenze dello Stato e quelle delle Regioni. Proprio per evitare che si verifichi uno scenario preannunciato dalle opposizioni, ovvero una possibile spaccatura del Paese, il Governo ha pensato all'introduzione dei Livelli Essenziali di Prestazione, i Lep.

Cosa sono i Lep: i Livelli Essenziali di Prestazione

In sostanza, questi parametri fanno sì che, a prescindere dalle Regioni, lo Stato centrale possa definire i livelli di servizio che, a prescindere dal tema, gli enti territoriali sono tenuti a garantire. Per fare un esempio pratico: i LEA, ovvero "le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale (SSN) è tenuto a fornire a tutti i cittadini", a prescindere dalla Regione, sono dei Lep in materia di Sanità.

Con l'autonomia differenziata, il Governo vorrebbe trasferire alle Regioni alcune competenze di materia concorrente, o altre che prima erano esclusive dello Stato (nello specifico tre). Misure del genere sono tecnicamente volte a snellire la burocrazia e a velocizzare lo sviluppo di un Paese, perché la Regione non è più tenuta a dover richiedere l'autorizzazione dello Stato centrale per quanto riguarda specifici temi. Le tre materie che potrebbero diventare di competenza regionale sono:

  • norme generali sull'istruzione;
  • organizzazione della giustizia di pace;
  • tutela dell’ambiente dell’ecosistema e dei beni culturali.

Oltre a queste, ci sono altre altre 20 materie che erano di competenza concorrente tra lo Stato e le Regioni, ma sulle quali era il Governo a stabilire i principi fondamentali. Di queste 20 citeremo solo quelle di interesse ambientale: produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia, governo del territorio, ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi. Ma come funziona, nello specifico, l'autonomia differenziata? Innanzitutto bisogna sapere che il ddl Calderoli prevede il trasferimento delle competenze mantenendo però il principio di invarianza di spesa: ovvero rispettando i limiti della legge di Bilancio e rispettando i limiti della finanza pubblica.

Come cambia la gestione dell'energia, dalla produzione alla distribuzione

Nel caso della gestione dell'energia, le Regioni stanno discutendo già da alcuni anni sul tema dell'autonomia energetica. Cosa significa questo concetto? Sostanzialmente che gli enti territoriali possono effettuare, senza passare dall'autorizzazione e dai tempi del Governo centrale, operazioni di "revamping", cioè la riqualificazione di impianti obsoleti per ammodernarli con tecnologie più efficienti, sia dal punto di vista economico che ambientale. Le Regioni poi potranno decidere autonomamente e fin da subito il finanziamento di nuove strutture: è il caso della Regione Lombardia, che ha chiesto da tempo la possibilità di realizzare nuovi impianti di produzione di biometano.

In sostanza, le Regioni potrebbero sfruttare a pieno e più velocemente le risorse che hanno nel territorio. Ciò si tradurrebbe, a livello nazionale, in una maggiore disponibilità di risorse che, a sua volta, significherebbe non dover dipendere energeticamente da altri Paesi.

Anche se la legge non è stata ancora approvata definitivamente, alcuni esempi di come potrebbe funzionare l'autonomia differenziata in tema di energia ce li abbiamo già. È il caso delle politiche volte all'installazione delle rinnovabili, delineate dalle direttive europee REDI prima e REDII poi, recepite dall'Italia e dalle Regioni, che poi hanno potuto stabilire in che modo promuovere lo sviluppo delle fonti rinnovabili sul territorio. Ma si può parlare di autonomia energetica anche nel caso della legge approvata nel 2022 dal Veneto sull'idroelettrico: in quel caso, il Presidente di Regione Luca Zaia era riuscito ad approvare una legge "relativa alle disposizioni concernenti le concessioni di grandi derivazioni d'acqua ad uso idroelettrico".

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