
Il Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica firmato dal Ministero dell'Ambiente di concerto con il Ministero dell'Agricoltura è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Ha durata di cinque anni e, nelle intenzioni del governo, vuole mitigare gli impatti della fauna sull'agricoltura e sulla sicurezza stradale, soprattutto da parte del cinghiali, e anche gli impatti delle specie esotiche invasive sulle specie minacciate. Spetta alle Regioni attuarlo.
Come si legge sul sito della Camera dei Deputati, questo piano “costituisce lo strumento programmatico, di coordinamento e di attuazione dell'attività di gestione e contenimento numerico della presenza della fauna selvatica nel territorio nazionale mediante abbattimento e cattura ed è di durata quinquennale”.
Il Piano riporta un elenco degli strumenti più efficaci per la rimozione selettiva degli animali (reti, gabbie e trappole di cattura, fucili, archi, telenarcosi, camera di induzione per eutanasia e via dicendo).
Secondo gli animalisti il pericolo è che si apra una specie di "far west all'italiana" perché, come nota la LAV, per bocca di Massimo Vitturi (responsabile LAV Animali Selvatici), “tutti gli animali selvatici saranno sempre e ovunque nel mirino, dai cervi ai daini cerbiatti, ai ghiri e anche i cani ibridati, di fatto caccia permessa sempre, ovunque e a tutte le specie!”.
Di fatto non saranno solo i cacciatori a poter sparare, potranno farlo anche "società private, ditte specializzate o operatori professionali, cooperative e singoli professionisti". L'unico vincolo per poter cacciare sarà quello – come indicato nel documento ufficiale di frequentare "gli appositi corsi conformi a programmi predisposti dall'ISPRA”.
Inoltre, si potranno usare non solo fucili da caccia ma anche archi, armi ad aria compressa e strumenti come visori notturni e silenziatori. Una sorta di lotta senza quartiere nei confronti degli animali, con rischi anche per i singoli cittadini: come è noto, le notizie di cronaca riportano casi in cui i cacciatori sono rimasti vittima delle loro stesse armi.
Per queste ragioni la Lav non è intenzionata a demordere e abbandonare la battaglia a difesa degli animali: “Nei prossimi mesi con l’attuazione delle Regioni si compirà così il più grande attacco mai realizzato nei confronti della fauna selvatica”. E prosegue: “Proseguiremo nella nostra mobilitazione iniziata la scorsa primavera anche nelle piazze per contrastare chiunque metta a repentaglio la vita anche di un solo animale e che già tradisce il recente principio fondamentale della nostra Costituzione, la tutela della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali”.