Arriva l’annuncio dell’Onu, Il buco dell’Ozono si chiuderà entro il 2040, mezzo secolo dopo il Protocollo di Montreal

Poco meno di vent’anni e potremo tornare alla normalità? La speranza è questa e un po’ di fiducia l’abbiamo grazie all’annuncio dell’Onu in merito al buco dell’ozono. La perdita dello strato di ozono, che ha rischiato, in questi anni, di esporre le persone ai dannosi raggi ultravioletti del sole, è sulla buona strada per essere completamente recuperata. Vediamo insieme i motivi.
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Mattia Giangaspero 10 Gennaio 2023

Ci vuole costanza, prima o poi i risultati arrivano. Quante volte hai sentito questa frase detta dai tuoi genitori, professori o datori di lavoro? Ecco adesso anche gli scienziati Onu ci avvisano che se dovessimo continuare a mantenere gli impegni presi sul clima, entro il 2040 il buco dell'ozono si chiuderà in gran parte del mondo. 

Secondo il report dell'Organizzazione delle Nazioni Unite lo strato di Ozono potrebbe riprendere i livelli del 1980 in buona parte del mondo entro vent'anni. Si ricreerà, invece, completamente nel 2045  sull'Artico e solo nel 2066 in Antartide dove la perdita risulta ancora grave.

La chiusura del buco dell'ozono, potrebbe contribuire ad evitare il riscaldamento globale di 0,5°C.

È una buona notizia non solo perché in questo modo saremmo più protetti dai raggi ultravioletti del sole, ma anche perché, la completa chiusura del buco dell'ozono, potrebbe contribuire ad evitare il riscaldamento globale di 0,5°C. Alla presentazione del report ha parlato anche il segretario generale dell'Organizzazione meteorologica mondiale Petteri Taalas:

"Il nostro successo nell’eliminare gradualmente le sostanze chimiche che consumano ozono ci mostra cosa si può e si deve fare con urgenza per abbandonare i combustibili fossili, ridurre i gas serra e quindi limitare l’aumento della temperatura”

Insomma potrebbe rivelarsi una vera arma a doppio taglio per l'inquinamento. Un altro messaggio che potremmo cogliere da questo report è che comunque, da quando sono state intraprese le prime azioni per chiudere il buco dell'ozono (1989)  a quando realmente accadrà, passeranno 50 anni.

Grazie Protocollo di Montreal

Dopo l'allarme lanciato dagli scienziati negli anni '80 per la perdita di ozono, nel 1989 diversi Stati, tra cui l'Italia, avevano deciso di sottoscrivere un protocollo.

Vennero attuati 7000 progetti,  spesi 3,2 miliardi di dollari ed eliminate 463mila tonnellate di queste sostanze.

Furono messi in campo azioni economiche decisive per eliminare il 99% delle sostanze chimiche che riducono lo strato. Venne anche istituito un fondo multilaterale per l'Ozono che permise anche ai Paesi in via di sviluppo di raggiungere i loro impegni sull'azzeramento della produzione di sostanze lesive. Vennero attuati 7000 progetti,  spesi 3,2 miliardi di dollari ed eliminate 463mila tonnellate di queste sostanze.

Un esempio sono l'halon (utilizzato nei sistemi antincendio), il tetracloruro di carbonio (era un liquido di raffreddamento utilizzato negli estintori), i clorofluorocarburi (solventi utilizzati per spray isolanti) e il bromuro di metile (utilizzato nella disinfestazioni di insetti).

Questa risposta politico-globale si potrebbe definire anche come una delle azioni di maggior successo a favore dell'ambiente e deve solo incoraggiare a continuare verso questa strada per risolvere anche altre tematiche critiche legate al riscaldamento globale.