Arrostire in casa rende la qualità dell’aria peggiore delle città più inquinate al mondo

Uno studio dell’Università del Colorado spiega come la pratica di cucinare pietanze arrostendole, rende per qualche ora la tua casa più inquinata di Londra o Delhi. Che fare quindi? Cucina tenendo l’ambiente areato e utilizza la cappa.
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Sara Del Dot 19 Febbraio 2019

L’inquinamento dell’aria, soprattutto nelle grandi città, fa paura a tutti. Soprattutto se ti capita di passare per le strade più trafficate, puoi percepire chiaramente l’odore di smog che ti impregna i vestiti e ti sporca i capelli. Impossibile non pensare alle conseguenze sulla salute del tempo trascorso in centro città tra le auto che sfrecciano per i viali verso l’ufficio o per tornare a casa. Eppure, se ci pensi, il tempo che trascorri all’aperto in una giornata "tipo" è veramente poco. Anzi, direi quasi nullo. Infatti, noi trascorriamo quasi tutto il nostro tempo in luoghi chiusi, che siano uffici, aule scolastiche, i corridoi dell’università, la nostra casa. E se credi che una volta che ti sei chiuso la porta alle spalle tu sia finalmente al riparo da sostanze nocive che aleggiano nell’aria, ti sbagli.

Infatti, esiste un tipo di inquinamento che ti colpisce proprio tra le mura di casa, e spesso in maniera molto più pesante di quello che deriva dai gas di scarico. Si chiama inquinamento domestico, e riguarda tutte le sostanze prodotte dalle nostre attività indoor, come ad esempio pulire utilizzando spray, detersivi e disinfettanti, o anche solo cucinare.

Ed è proprio sulle attività ai fornelli che vale la pena di soffermarsi. Perché secondo uno studio condotto da un team di ricercatori dell’Università del Colorado a Boulder e capitanato da Marina Vance, ingegnere ambientale membra del progetto HOMEChem, pare che arrostire il cibo potrebbe causare alla tua salute danni maggiori rispetto a respirare l’aria inquinata di Londra. Sembra infatti che cucinare arrosto o verdure, in particolare utilizzando un fornello a gas, possa rilasciare sostanze in grado di far diventare, per qualche ora, la qualità dell’aria di casa tua peggio di quella delle città più inquinate del mondo.

Dalle fiamme a gas, grassi animali, vegetali e oli, possono essere emanate nell’aria particelle di PM2,5 (ovvero più piccole di 2,5 micrometri) di livello 13 volte superiore rispetto all’aria del centro di Londra. Inoltre, queste particelle sono talmente piccole da poter essere facilmente inalate e raggiungere, oltre ai polmoni, anche il sangue e, di conseguenza, il cervello e il fegato, provocando danni anche gravi.

L’esperimento

Per giungere a questi risultati, i ricercatori hanno cucinato una serie di pasti in una UTest House, una casa creata appositamente per realizzare esperimenti e fare ricerca sugli ambienti indoor. Si tratta di un’abitazione composta da tre stanze e dotata di sensori di rilevamento sia esterni che interni. Gli scienziati hanno trascorso una giornata a preparare una cena del ringraziamento con tanto di tacchino arrostito, cavoletti di Bruxelles, patate dolci bollite e salsa di mirtilli. Nel corso dell’intera giornata di preparazione, i livelli di PM2,5 all’interno della casa si sono alzati a 200 microgrammi per metro cubo, molto di più rispetto alla media del centro di Londra, che si attesta ai 15 microgrammi per metro cubo. Per almeno due ore, l’aria all’interno della casa era decisamente malsana. Naturalmente è importante tenere il fatto che l’inquinamento nella casa si limita a poche ore, mentre a quello cittadino siamo esposti in continuazione. In ogni caso, si tratta di livelli che violano di gran lunga i parametri segnalati dalle linee guida della World Health Organization, che impone di mantenerli a 10 microgrammi per metro cubo in 8 ore e mezzo. Mentre le fiamme del gas e il cibo carbonizzato emettevano particelle di fuliggine, altre sostanze arrivavano altre anche da grassi animali, olio, residui e sporcizia presente nel forno e nel pentolame utilizzato. Altri ancora provenivano da minuscole particelle di pelle rilasciate dagli abiti di chi cucinava e dei commensali.

Che fare, quindi?

Sebbene gli esperimenti siano ancora in itinere, Marina Vance, la responsabile dell’esperimento, ha sottolineato l’importanza di tenere l’ambiente della casa molto areato quando si cucinano le pietanze in questo modo, aprendo le finestre o utilizzando una cappa per ventilare l’ambiente. Naturalmente, non è possibile chiedere alle persone di smettere di arrostire il cibo e invece bollirlo, di conseguenza la sola cosa da fare per ora è cercare di ridurne l’impatto. Anche perché, in ogni caso, la qualità dell’aria peggiorerà soltanto per qualche ora, per poi tornare ai livelli standard.