Boom di voli senza passeggeri (che inquinano inutilmente) in UK, lo svela un’inchiesta del Guardian

Sono ancora troppi i voli che percorrono il loro tragitto senza trasportare un numero adeguato di passeggeri. Questo vuol dire inquinamento inutile nell’atmosfera. Nel Regno Unito questo fenomeno ha raggiunto numeri record, lo rivela una nuova inchiesta del Guardian.
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Francesco Castagna 10 Ottobre 2022

In Inghilterra dal 2019 a oggi ci sarebbero stati circa 5000 voli che hanno preso il volo e sono arrivati a destinazione quasi senza passeggeri. Si tratta di un fenomeno che viene comunemente chiamato "volo fantasma", ovvero voli che giornalmente operano quasi a vuoto. Ma perché questo dovrebbe interessarci? Innanzitutto per il semplice fatto che un volo non riempito abbastanza contribuisce a inquinare inutilmente l'atmosfera. Da un po' di anni, alcune compagnie aeree hanno inserito sui biglietti la percentuale di CO2. Questo per sensibilizzare i passeggeri a preferire soluzioni di viaggio che comprendano più persone, al posto delle auto che inquinano più di tutti i mezzi di trasporto. Bene, ma cosa ce ne facciamo di questi mezzi se non li riempiamo adeguatamente?

Il Guardian parla poi di "Altri 35.000 voli commerciali hanno operato quasi vuoti dal 2019, con meno del 10% dei posti occupati, secondo l'analisi dei dati dell'Autorità dell'aviazione civile (CAA)". Tra voli commerciali e voli con passeggeri completamente vuoti, il totale di quelli "fantasma" ammonta a 40mila. Per fare alcuni esempi, dall'aeroporto di Luton alla Polonia i chi del genere sono 62, mentre da Heathrow agli Stati Uniti sono 663, tutto ciò nell'arco di un trimestre.

Di recente, specialmente durante la campagna elettorale italiana e in tutta Europa è scoppiata una polemica molto accesa in merito all'utilizzo dei jet privati. L'attenzione degli attivisti ambientalisti e delle associazioni che si occupano del clima è molto alta, ma per fortuna sui voli fantasma anche il governo britannico è d'accordo: sono dannosi e bisogna intervenire in merito.

Anche perché, come segnalano gli attivisti, non sono ancora chiare le motivazioni per cui questi voli partano lo stesso. Alcune soluzioni ci sono: si potrebbe per esempio utilizzare questi voli per rispettare, come segnala il Guardian, le regole sugli slot aeroportuali "usa o perdi", anche se sono state sospese durante la pandemia. "Altre ragioni addotte dalle compagnie aeree sono i voli di rimpatrio Covid o il riposizionamento degli aeromobili. Ma queste ragioni non possono essere verificate e gli attivisti hanno affermato che è necessaria una maggiore trasparenza", spiega il quotidiano britannico.

La pubblicazione dei dati circa l'entità di questi voli potrebbe essere un primo passo in avanti da parte delle compagnie. Prima la media dei voli era di 130 al mese, ora che i dati conteranno anche gli arrivi internazionali e i voli all'interno del Regno Unito, la CAA (Autorità dell'aviazione civile) pubblicherà questi report ogni tre mesi, come richiesto dal quotidiano.

"La pubblicazione di questi dati è un passo nella giusta direzione, ma abbiamo bisogno di maggiore trasparenza per capire perché queste pratiche inefficienti e inquinanti continuano e per chiedere conto alle principali compagnie aeree", ha affermato Tim Johnson della Aviation Environment Federation. "Considerando l'emergenza climatica, la rivelazione che così tanti aerei quasi vuoti hanno bruciato combustibili fossili e contribuito all'accumulo di CO2 nell'atmosfera è piuttosto scioccante".