Cani e neonati: i consigli dell’educatore cinofilo Angelo Vaira per una convivenza sicura e positiva

È in arrivo un bambino, in casa c’è già un cane e tu non sai come comportarti? Niente paura. L’importante è lasciare a entrambi il tempo di abituarsi alla presenza reciproca, creando un’atmosfera distesa e che non infonda agitazione e paura dannose per tutti. Per aiutarti a capire come fare, l’educatore Angelo Vaira ci ha lasciato qualche prezioso consiglio.
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Sara Del Dot 13 Ottobre 2019

Se sei in dolce attesa e in casa tua vive un animale domestico, è normale che ti sia chiesto diverse volte quale sia il modo migliore di comportarsi dalla nascita in poi. Infatti, se fino a quel giorno l’unico a essere viziato e coccolato in casa è stato il cane o il gatto, dall’arrivo del bambino gli equilibri non potranno che cambiare radicalmente.
Certo, il sogno di tutti è che il proprio pet instauri subito un legame con il neonato, proteggendolo e accettandolo sin dal primo giorno. Eppure non è assolutamente detto che ciò accada. O almeno non subito. Per questo motivo, noi di Ohga abbiamo deciso di aiutarti a capire quale sia l'atteggiamento migliore da adottare, chiedendo consiglio ad Angelo Vaira, agevolatore della relazione con il cane ed educatore, formatore e scrittore.

“La primissima cosa da fare per una coppia che sta per avere un bambino, afferma l'educatore, “è togliersi dalla testa tutte le paure delle persone vicine, che sottolineeranno la difficoltà di tenere il cane dentro casa, spingendo per un suo allontanamento. Questo è sbagliato, perché i bambini che vivono con cani in casa crescono bene, in modo sano, sviluppando maggiore intelligenza sociale e resistenza ad allergie. Quindi il punto di partenza per lavorare su questa futura convivenza è proprio rilassarsi, tenendo sempre presente che il cane fa bene al bambino e il bambino fa bene al cane.”

Il processo di accettazione del cane nei confronti del futuro membro della famiglia ha inizio mesi prima della nascita, quando la casa comincia a essere allestita e preparata ad accogliere il neonato. E il cane deve vedere tutto questo, per prepararsi al cambiamento che avverrà.

“Ancora prima che il bambino nasca, è bene che in casa vengano apportati tutti i cambiamenti che porterà con sé, a partire dal fasciatoio, dalla culla, dall’allestimento della stanza, così che il cane non li veda arrivare tutti in un colpo solo, disorientandosi, ma possa accettarli gradualmente.”

Inoltre, devi tenere sempre presente che il cane familiarizza attraverso l’olfatto e non visivamente, di conseguenza bisognerà lavorare sui nuovi odori che sentirà a partire dall’ingresso in casa del bambino.

“Quando la mamma si trova ancora in ospedale, può portare con sé una copertina o un indumento, che il papà porterà a casa per farlo annusare al cane prima che la mamma arrivi con il bambino. In questo modo, il cane potrà familiarizzare con l’odore che la mamma e il bambino porteranno nella casa. Al rientro a casa, il cane non vedrà l’ora di salutare la mamma. In quel caso, è bene che il bambino sia in alto, in modo che non possa arrivargli una zampata nella frenesia del saluto. Addirittura potrebbero aspettare per farlo entrare, una volta che il cane si è calmato.”

Calma, quindi, tranquillità. Ma soprattutto, rispetto dei tempi.

“Bisogna sempre tenere presente che, per il cane, il bambino è una novità assoluta, perciò sentirà sempre il bisogno di andarci piano. È importante rispettare i suoi tempi, consentirgli di annusarlo e di conoscerlo. Un errore che può costare caro, infatti, è bloccare il cane e avvicinare il bambino per farglielo vedere, oppure tenere il bambino in braccio e avvicinare il cane forzatamente per imporgli un contatto. In questi caso, il cane potrebbe sentirsi in trappola e agitarsi, girare la testa per cercare spazio, addirittura ringhiare perché si sente braccato. In sostanza, il bambino va tenuto in braccio o nella carrozzina, e le prime volte bisogna soltanto aspettare che il cane si avvicini con i propri tempi. Una volta superato questo passaggio, è molto probabile che il problema si trasformi nel fatto che il cane difenderà il bambino dagli estranei, ringhiando per proteggerlo da persone che vogliono avvicinarsi.”

E dopo cosa può accadere?

“A un certo punto il bambino inizierà a gattonare. E a quel punto la cosa più importante da fare, su cui non è possibile in alcun modo transigere, è la supervisione. Infatti, una volta cresciuto è molto probabile che sarà il bambino a iniziare a infastidire il cane. Per questo, è fondamentale che bambino e cane non vengano mai lasciati soli. Nel caso in cui il genitore sia obbligato a concentrarsi su qualcos’altro per qualche minuto, una buona soluzione può essere dotarsi di un cancelletto per separarli. Contemporaneamente, fondamentale sarà anche educare il bambino affinché non esageri, cercando di instaurare un clima di reciproco rispetto.”

Ma l’aspetto fondamentale riguarda il clima che si respira dentro la casa. Un’atmosfera tesa, piena di paura e tensione da parte dei genitori, verrà trasmessa inevitabilmente sia al cane che al bambino, mentre un clima disteso e sereno renderà tutto più semplice.

“È molto importante”, conclude Vaira, “che cane e bambino vengano presentati reciprocamente come qualcosa che porta gioia. Quando il bambino vede che il genitore si pone con affetto nei confronti del cane, gli viene insegnato un modo positivo di interagire con gli animali e, più in generale, con gli altri. Viceversa, se il cane percepisce che la presenza del bambino porta con sé un’atmosfera di positività, sarà molto ben disposto al suo arrivo.”