Cannucce di pasta: l’alternativa sostenibile alla plastica monouso

Compagnia prediletta nel bicchiere dei nostri drink, le cannucce fanno parte della nostra vita e della nostra cultura. Eppure fanno malissimo all’ambiente perché sono in plastica monouso e non riciclabili come gli imballaggi. Quali sono quindi le alternative per affrontare una transizione che ci aiuti ad abbandonare questa dannosa abitudine? Una soluzione potrebbe essere individuata nel materiale. Se alla plastica si sostituisse la pasta?
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Sara Del Dot 27 Novembre 2019

Siamo sempre stati abituati ad averle nel bicchiere, da quando siamo bambini. Che si tratti di una coca cola, di un tè freddo, di uno Spritz o di un Moscow Mule, la cannuccia è sempre stata d’obbligo. Perché è comoda, perché è piacevole da vedere o semplicemente perché l’abbiamo sempre vista lì. Negli ultimi anni però qualcosa è cambiato. Sarà stata l’informazione ambientale, saranno stati i numeri, sarà stato l’allarme degli esperti, degli scienziati, degli ambientalisti o di Greta Thunberg, ma da imprescindibile presenza a feste e aperitivi, la cannuccia ha iniziato a essere vista da molti come un nemico. Non nostro, chiaramente, né dell’happy hour a cui stiamo partecipando, ma dell’ambiente.

La cannuccia e l’ambiente

Eh già, perché seppur piccola, pratica, leggerissima, la cannuccia ha un tempo di degradazione di circa 500 anni per l’utilizzo di massimo (a essere ottimisti!) 20 minuti che ne facciamo. E l’eterno lasso di tempo che impiega a scomparire dall’ambiente è un problema che va di pari passo con la quantità di pezzi consumati ogni giorno nel mondo. Sto parlando di 2 miliardi di cannucce utilizzate ogni anno solo in Italia, 36 miliardi in Europa e 20 miliardi negli Stati Uniti. Numeri impressionanti, no? E sai qual è la cosa più grave? Che non essendo classificati come imballaggi, finiscono dritte nel bidone dell’indifferenziato. Ciò implica miliardi e miliardi di cannucce di plastica monouso in tutto il mondo gettate nei cestini per strada, ma anche a terra e in mare.

Non è un caso infatti che la cannuccia sia entrata a pieno titolo nella lista dei 10 oggetti in plastica monouso più inquinanti trovati sulle spiagge comunitarie e quindi resi bersaglio privilegiato della Direttiva contro la plastica monouso dell’Unione Europea, che imporrà il divieto di vendita e produzione di questi oggetti a partire da gennaio 2021. Ma quindi qual è l’alternativa? Si possono davvero disincentivare le persone all’utilizzo di questo oggetto così controverso proprio perché tradizionale nella nostra vita quotidiana eppure dannosissimo per l’ambiente che ci circonda? Naturalmente modificare le abitudini delle persone non è così semplice. E finché le cannucce verranno messe a disposizione, siano direttamente nel bicchiere oppure in un contenitore al bancone del locale, è molto probabile che continueremo a usarle, perché tanto è una sola, perché è comoda, perché cosa vuoi che sia.

Un’alternativa alle cannucce: la pasta

Proprio grazie a questa rinnovata consapevolezza, le alternative sostenibili alla classica cannuccia sono entrate a gamba tesa nel mercato. Da quella in metallo, più costosa delle altre ma lavabile e riutilizzabile, a quella di paglia, meno resistente ma decisamente biodegradabile, fino a quella di carta adottata da McDonald’s che tuttavia non ha riscosso particolare successo, e a quella commestibile, da mangiare una volta finito il drink.

A proposito di mangiare, una nuova frontiera sostenibile delle cannucce per i drink ha sempre a che fare con l’alimentazione, anche se non può essere masticata subito dopo l’utilizzo. Infatti, dall’anno scorso spopolano in locali e bar le cannucce di pasta. Se ne parla in effetti già dal 2018, quando hanno iniziato a fare capolino sul mercato le pasta straws del barman italiano Andrea Marangio, che aveva iniziato a proporre al posto delle tradizionali cannucce in plastica monouso degli ziti, ovvero un tipo di pasta di grano duro, perfetti per essere utilizzati all’interno di cocktail, drink o bibite gassate.

Un’idea semplice già diffusa all’estero, che nel nostro paese è stata adottata da diverse realtà. È da poco nata infatti anche Canù, la cannuccia in pasta biologica gluten free, adatta quindi anche alle persone celiache, grazie alla cooperativa Campo.

Ma la cannuccia di pasta rappresenta un concetto talmente intuitivo e ingegnoso che sono molti i locali ad averla adottata senza nemmeno rivolgersi a un’azienda specializzata. L’aspetto speciale di questa alternativa, infatti, è proprio il fatto che basta la (buona) volontà di sostituire un oggetto tradizionale a cui tutti sono affezionati con qualcosa che puoi facilmente acquistare al supermercato, ma che, invece che immergerla nell’acqua bollente per poi condirla con del sugo, inserisci in un Mojito per salvare il Pianeta.

Una vita senza cannuccia?

Certo, non tutti i bar, locali ed esercizi di ristorazione sono ancora pronti a una transizione di questo genere. Eppure avere a disposizione sostituti sostenibili può comunque essere un punto di partenza per iniziare a sensibilizzare i cittadini rispetto al fatto che le cannucce non sono indispensabili, per nessuno. Si tratta anzi di un’abitudine che, se smettesse di essere assecondata, potrebbe probabilmente svanire in fretta. Se non fosse più scontato trovarsi non una, ma ben due cannucce nel proprio drink, se tornasse a essere naturale bere dal bicchiere o dalla lattina senza l’ausilio del magico bastoncino, se ci si rendesse conto dell’impatto devastante di un oggetto così piccolo e leggero che troppo spesso trattiamo con sufficienza, forse riusciremmo a compiere piccole decisioni più consapevoli che, di controindicazioni, non ne hanno nemmeno una.