Carne coltivata, il Senato approva la legge: ecco cosa prevede

Passa ufficialmente la legge che vieta la produzione e commercializzazione di carne coltivata in Italia e il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida ha dichiarato che si tratta di un gran passo avanti per tutelare il settore alimentare nazionale.
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Mattia Giangaspero 20 Luglio 2023
* ultima modifica il 20/07/2023

Nessuna possibilità di produzione e commercializzazione di alimenti, bevande o mangimi, sviluppati in laboratorio. La legge sulla carne coltivata vietata è stata approvata definitivamente al Senato e segue un iter separato per la Camera. Il principio che si vuole rispettare con questa legge secondo il ministro dell'Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Francesco Lollobrigida è quello della "tutela patrimonio zootecnico nazionale, riconoscendo il suo valore culturale, socio-economico e ambientale, assicurando al contempo un elevato livello di tutela della salute umana e degli interessi dei cittadini-consumatori".

Il testo oltre a vietare tutto ciò che viene prodotto a partire da colture cellulari o da tessuti derivanti da animali vertebrati, cancella anche la parola carne dai prodotti di origine vegetale che però esteticamente somigliano alla carne.

Qui il ministro ha voluto specificare che l'obiettivo è di arginare il ‘meat sounding‘ svolgendo un'azione di trasparenza sul nome del prodotto. Insomma se non si acquista carne bisogna esserne consapevoli, ma allo stesso tempo chi non acquista un prodotto di origine animale, deve "accettare" il fatto che il prodotto di origine vegetale che acquisti non debba avere una terminologia che si associa al mondo della carne.

Tornando alla carne coltivata, questa come detto non verrà neanche prodotta, la sperimentazione in laboratorio non potrà neanche partire e sono previste multe, sanzioni e confisca. Si parte con una sanzione amministrativa pecuniaria da un minimo di 10mila euro e si arriva ad un massimo di 60mila euro o del 10 per cento del fatturato totale annuo realizzato nell'ultimo esercizio quando tale importo è superiore a 60mila euro.

"È anche prevista la chiusura dello stabilimento di produzione da uno a tre anni, e per lo stesso periodo gli imprenditori sanzionati non potranno accedere a contributi, finanziamenti o agevolazioni da parte dello Stato, da altri enti pubblici o dall'Unione europea."

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