Come garantire la sostenibilità delle foreste tropicali: intervista al direttore dell’ATIBT

Le foreste tropicali sono un patrimonio naturale prezioso, ma sono anche a rischio di deforestazione. Il legno certificato è uno strumento importante per promuovere una gestione sostenibile delle foreste tropicali. In questa intervista, il direttore generale dell’ATIBT, Benoît Jobbé-Duval, spiega come il legno certificato può contribuire a ridurre la deforestazione e a preservare le foreste tropicali.
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Roberto Russo 8 Dicembre 2023

Le foreste tropicali sono un patrimonio naturale prezioso: ospitano una biodiversità incredibile e svolgono un ruolo fondamentale nel regolare il clima di tutto il Pianeta. Tuttavia, sono anche sottoposte a una forte pressione da parte dell'uomo, che ne sta causando la deforestazione a un ritmo allarmante. Per contrastare questo fenomeno, è necessario adottare misure di gestione sostenibile delle foreste tropicali. A questo scopo, l'Associazione Tecnica Internazionale dei Legnami Tropicali (ATIBT) svolge un ruolo di primo piano.

L'ATIBT è un'associazione internazionale che rappresenta l'industria del legno tropicale, dalla foresta al consumatore finale. L'associazione è stata fondata nel 1951 su richiesta dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO) e dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) e ha sede a Parigi, in Francia.

Tra le attività dell'ATIBT, il programma Fair&Precious mira a promuovere una gestione sostenibile delle foreste tropicali. Il programma riunisce un'ampia gamma di soggetti interessati, tra cui istituzioni, aziende, enti di ricerca e ONG.

Per saperne di più sulla gestione sostenibile delle foreste tropicali, abbiamo intervistato il dottor Benoît Jobbé-Duval, direttore generale dell'ATIBT.

Intervista a Benoît Jobbé-Duval, direttore generale dell'ATIBT

Benoît Jobbé-Duval
Il dottor Benoît Jobbé–Duval, direttore generale dell’ATIBT

Quando si parla di deforestazione il pensiero va subito all'Amazzonia. Però non è la sola area a essere in pericolo: può farci il punto sulla situazione delle foreste nel bacino del Congo?

A differenza delle foreste del Brasile, quelle del bacino del Congo non sono minacciate dall'agricoltura su larga scala. In Africa centrale sono poche, se non nulle, le colture intensive in fase di sviluppo (soia, cacao, palma da olio, gomma). Il livello di deforestazione legato a questo fenomeno è quindi molto basso, soprattutto in Gabon e nella Repubblica del Congo. D'altro canto, ciò che esercita una maggiore pressione nell’area è lo sviluppo umano, attraverso l'agricoltura familiare, come in Camerun.

In un contesto di lotta alla deforestazione come si inserisce la questione della certificazione del legno? Di primo acchito sembra un controsenso: vogliamo evitare la deforestazione, ma comunque gli alberi li tagliamo.

Se non c'è un'economia forestale che genera posti di lavoro e risorse, la foresta perde interesse per i governi, che penseranno quindi di sostituirla con l'agricoltura, principale causa di deforestazione. Un'economia forestale è quindi importante, ma deve essere sostenibile: il prelievo deve essere inferiore alla ricrescita naturale. La gestione forestale sostenibile quindi non solo è utile per il mantenimento delle foreste, ma anche complementare alla conservazione di aree protette come parchi naturali.

Può dirci qualche cosa in più sulla strategia di certificazione di ATIBT e come può combattere la deforestazione? In che modo, cioè, l'utilizzo del legno certificato è un valido strumento per preservare e valorizzare le foreste tropicali?

La strategia di certificazione di ATIBT consiste principalmente nell'incoraggiare la certificazione FSC e PAFC . Si tratta di certificazioni di gestione sostenibile che garantiscono che la risorsa legno sia preservata raccogliendone quantità minime (un albero per ettaro viene tagliato ogni 25 anni) e che il suo valore sia riconosciuto dai governi e dalle istituzioni.

Per spiegare in che modo l’utilizzo di legno certificato contribuisce a preservare le foreste tropicali, ATIBT ha realizzato un video, che pensiamo possa essere molto utile:

Può darci qualche numero sul vostro lavoro?

Attualmente nel bacino del Congo sono sfruttati circa 45 milioni di ettari, di cui 6,5 milioni sono certificati come gestiti in modo sostenibile. Questa cifra è in aumento e speriamo di arrivare a 10 milioni di ettari certificati entro il 2025.

Come sono cambiate le sfide nel corso degli anni di attività dell’associazione?

Dalla sua creazione, l'ATIBT ha incoraggiato lo sviluppo del settore verso pratiche sempre migliori. Due anni importanti in particolare sono stati il 1998 e il 2008.

Nel 1998 sono stati intrapresi i primi sforzi collegiali dedicati alla gestione sostenibile delle foreste tropicali.  L'ATIBT è stata fortemente coinvolta nell'elaborazione dei primi piani di gestione, su richiesta dei suoi membri.  Di conseguenza, il bacino del Congo è diventato una delle prime regioni tropicali ad applicare queste regole di gestione e i Paesi hanno sancito per legge la necessità di istituire dei piani. I primi documenti tecnici relativi ai piani di gestione sostenibile sono ancora oggi oggetto di riferimento.

Nel 2008, le prime aziende del bacino del Congo hanno ottenuto la certificazione FSC, proseguendo gli sforzi compiuti qualche anno prima con la creazione dei piani di gestione. Oggi, l'FSC certifica aziende nella Repubblica del Congo, in Gabon e in Camerun. Alcune di queste aziende hanno una doppia certificazione PAFC. 

Animali in una foresta in Congo

Che impatto ha una gestione forestale sostenibile sull’economia della popolazione locale?

La gestione sostenibile delle foreste tropicali può avere un impatto significativo sull'economia della popolazione locale in diversi modi positivi. Ecco alcuni degli aspetti principali:

  • occupazione locale: la gestione sostenibile delle foreste tropicali può creare posti di lavoro locali attraverso pratiche come il disboscamento sostenibile, l'ecoturismo e la raccolta di prodotti forestali non legnosi. Ciò offre opportunità di lavoro alle comunità locali, riducendo la dipendenza da attività non sostenibili, come il disboscamento illegale e la conversione delle foreste in terreni agricoli;
  • reddito aggiuntivo: le comunità locali possono generare un reddito aggiuntivo attraverso la vendita di prodotti forestali sostenibili, come legname certificato, frutta, noci, piante medicinali, ecc. Ciò può contribuire a diversificare le fonti di reddito e a ridurre la povertà;
  • conservazione della biodiversità: la gestione sostenibile delle foreste promuove la conservazione della biodiversità preservando gli habitat naturali e proteggendo le specie vegetali e animali. La biodiversità può avere benefici economici indiretti, come la promozione dell'ecoturismo;
  • servizi ecosistemici: le foreste tropicali forniscono diversi servizi ecosistemici, come la regolazione del clima, la protezione dall'erosione, la depurazione delle acque, ecc. Questi servizi possono andare a diretto beneficio delle comunità locali, garantendo la sostenibilità delle risorse naturali necessarie alla loro sussistenza;
  • valore culturale: le foreste tropicali hanno spesso un valore culturale significativo per le comunità locali. La gestione sostenibile tiene conto di questi valori culturali, contribuendo così al benessere psicologico e all'identità culturale delle popolazioni locali.

Quali sono i falsi miti legati alle attività della filiera del legno? 

Esistono molti miti e idee sbagliate sull'industria del legno. È importante demistificare queste convinzioni errate per ottenere una comprensione più accurata delle problematiche legate a questo settore. Ecco alcuni di questi falsi miti:

  • Mito: L'industria del legno contribuisce inevitabilmente alla deforestazione. Realtà: Sebbene alcune pratiche forestali possano contribuire alla deforestazione, esistono approcci e certificazioni sostenibili, come il marchio FSC (Forest Stewardship Council), che garantiscono che il legno sia tagliato in modo responsabile, rispettando gli standard ambientali, sociali ed economici.
  • Mito: L'uso del legno contribuisce al cambiamento climatico. Realtà: il legno è un materiale rinnovabile e spesso ha un'impronta di carbonio inferiore rispetto ad altri materiali da costruzione, come il cemento o l'acciaio. La gestione sostenibile delle foreste e il reimpianto contribuiscono a mantenere la capacità del legno di immagazzinare carbonio.
  • Mito: Tutte le attività forestali sono dannose per la biodiversità. Realtà: la gestione sostenibile delle foreste può coesistere con la biodiversità. Le pratiche responsabili, come la protezione degli habitat sensibili, il reimpianto e la conservazione delle zone cuscinetto, possono ridurre al minimo l'impatto sulla biodiversità.
  • Mito: le foreste si esauriscono irreversibilmente con il disboscamento. Realtà: con una gestione adeguata, le foreste possono essere sfruttate in modo sostenibile. Le pratiche di abbattimento selettivo, la rigenerazione naturale e la piantumazione di alberi possono mantenere la salute degli ecosistemi forestali.
  • Mito: la carta riciclata è sempre un'opzione migliore della carta vergine. Realtà: La carta riciclata ha i suoi vantaggi, ma richiede anche processi di raccolta, selezione e riciclaggio ad alta intensità energetica. A volte la carta vergine proveniente da fonti sostenibili può avere un impatto ambientale inferiore.

È fondamentale promuovere una comprensione sfumata delle problematiche dell'industria del legno e incoraggiare pratiche responsabili per garantire la sostenibilità delle risorse forestali.

Foresta in Gabon
Foresta in Gabon

Cosa può fare una lettrice o un lettore di Ohga per contribuire alla deforestazione?

Per contribuire a ridurre la deforestazione, l’azione più concreta che un consumatore può realizzare è quella di aderire a una modalità di consumo responsabile, quindi in primo luogo utilizzare legno tropicale certificato FSC o PEFC al momento dell’acquisto.

Resta inoltre importante informarsi sul tema, approfondendo ad esempio l'iniziativa Fair&Precious, che riunisce tutti gli attori interessati alla gestione sostenibile. Si tratta di un marchio collettivo ideato per promuovere il legno tropicale gestito in modo sostenibile, etico e legale, per rispettare i più severi standard ambientali e per sviluppare un'economia più umana, che protegga le persone e la natura.

Nella pratica, Fair&Precious lavora per valorizzare le risorse forestali del bacino del Congo e per promuovere le buone pratiche nell'industria del legname tropicale, in particolare l'acquisto di legname tropicale certificato.

Credits: Foto di ATIBT;