Come guarire dalla dipendenza da smartphone? Dimenticandoselo in un cassetto

Se non indicato espressamente, le informazioni riportate in questa pagina sono da intendersi come non riconosciute da uno studio medico-scientifico.
Quanto tempi trascorri sul tuo smartphone? È il tuo stesso device elettronico a dirtelo (non puoi scamparla) e questo potrebbe farti capire che non hai più il controllo del tuo utilizzo. Da qui a una vera dipendenza ce ne passa, ma qualche strategia per uscire da questo rapporto morboso esiste: un cassetto o un cellulare di vecchia generazione.
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Rubrica a cura di Gaia Cortese
29 Luglio 2020

Notifiche, messaggi What’s App, vibrazioni e chiamate telefoniche. Per la maggioranza delle persone lo smartphone è diventato un compagno di vita. Sempre in tasca durante il giorno, sulla scrivania in ufficio, sul comodino in camera da letto quando è ora di andare a dormire. È la prima cosa che guardi quando ti svegli e l’ultima prima di addormentarti. Eppure, lo smartphone non nasconde nulla e te lo dice pure quanto tempo trascorri in sua compagnia e a partire da qui, potresti scoprire di avere una vera e propria dipendenza da questo device elettronico.

È a tutti gli effetti una nuova dipendenza. D'altronde, lo smartphone ha un’indubbia utilità pratica: ti permette di comunicare, di impostare un navigatore mentre sei in strada, di fare un bonifico e controllare il salto sul tuo conto, di acquistare qualsiasi prodotto online e di impostare la sveglia al mattino. Ha poi una valenza affettiva non indifferente. Annulla le distanze fisiche, supera i confini dello spazio e del tempo, ma nello stesso tempo modifica il modo di interagire tra le persone. Esercita una grande influenza sulle relazioni tra le persone, favorisce le occasioni di intimità e, non di rado, viola la libertà e gli spazi personali.

Se in passato lo smartphone era uno strumento elettronico per pochi, oggi è talmente diffuso che ad averlo tra le mani sono già bambini e ragazzi tra gli 8 e i 12 anni. Quello che è da capire è se si tratta di un adattamento, di una nuova normalità o di un comportamento attraverso il quale vengono manifestate alcune difficoltà. Perché lo smartphone ha assunto tutta questa importanza?

Le funzioni psicologiche dello smartphone

Forse non ci siamo accorti dell'influenza che lo smartphone può avere sulla nostra psiche e di conseguenza sul nostro comportamento. Sul sito della SIIPAC (Società Italiane intervento Patologie Compulsive) vengono individuate tre funzioni esercitate dallo smartphone a livello psicologico:

Lo smartphone regola la distanza nelle relazioni

Uno smartphone ci può avvicinare o allontanare da altre persone, proteggendoci dal rischio di essere rifiutati. A differenza della comunicazione diretta, caratterizzata dalla spontaneità e anche dall’imprevisto, uno strumento tecnologico come lo smartphone permette di relazionarsi in base a schemi fissi, di conseguenza più certi e sicuri.

Aiuta a gestire la solitudine e l’isolamento

Lo smartphone ha il potere di mettere in contatto le persone in qualunque momento, e non c'è distanza che tenga. Questo aspetto sicuramente fa sì che chi usa questo device si senta meno solo riuscendo a colmare la necessità di essere sempre in contatto con qualcuno, ma allo stesso tempo si perde anche la capacità di sopportare la lontananza, la separazione e la solitudine.

Uno strumento (indispensabile) per vivere

Con il passare del tempo, nell'ambito di una dipendenza, lo smartphone diventa uno strumento assolutamente necessario, insostituibile. Chi lo usa non riesce più a farne a meno, diventa posseduto dal mezzo stesso, incapace di sopportare momenti di insicurezza e frustrazione dovute alla mancanza del device. E non meno importante, accade spesso che l'interesse della persona inizi ad essere rivolta solo allo smartphone, mentre la relazione con gli altri passa in secondo piano.

Come guarire dalla dipendenza

La migliore delle strategie per combattere la dipendenza da smartphone potrebbe essere quella di mettere lo smartphone in un posto che non sia a portata di mano, quando non è strettamente necessario, ossia nella maggioranza dei casi.

Sembra poi che da alcuni anni si stai diffondendo la mania dei Dumb-phone, vale a dire i cellulari di una volta, quelli che non avevano connessione a internet e servivano esclusivamente per fare e ricevere chiamate. Sembra l'unico modo per prendersi davvero una pausa tra un impegno e l’altro, per riprendere in mano un libro da leggere, o semplicemente per tornare a osservare la città dal finestrino dell'autobus nel tragitto casa-ufficio, e perché no, per tonare a scambiare due parole di cortesia con le persone che si incontrano fuori casa.

Esistono poi diverse applicazioni che possono aiutare a limitare l'uso di alcuni social network, come Facebook o Instagram, o a silenziare le notifiche del dispositivo impostando un timer. In alcuni casi si possono silenziare anche i messaggi e le chiamate. Lo scopo è quello di ridurre il più possibile le fonti di distrazione che comporta lo smartphone tra notifiche, messaggi e chiamate.

Si può provare a uscire dalla dipendenza così. Solo nei casi più critici è raccomandabile considerare l'aiuto di uno psicologo specializzato in nuove dipendenze.

Questo articolo fa parte della rubrica
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