Come recuperare i mozziconi di sigaretta: Unicusano brevetta un nuovo sistema con l’obiettivo di salvare l’ambiente

La sigaretta contiene delle sostanze cancerogene, ma estrarre la nicotina può servire. L’Unicusano ha brevettato un sistema per inquinare meno, traendo vantaggio anche dal mozzicone.
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Alessandro Artuso 15 Marzo 2020

Le sigarette che fumi sono dannose non solo per te, ma anche per l'ambiente. Ed è per questo che dovresti evitare di assumere nicotina e anche di gettare per terra ciò che resta dell'involucro. L'Università Niccolò Cusano di Roma, in merito al recupero dei mozziconi di sigaretta, ha studiato una nuova procedura per ridurre l'inquinamento. Con questo progetto si pone l'obiettivo di salvaguardare il nostro pianeta.

Il brevetto

La professoressa Ilaria Cacciotti ha spiegato come funziona la macchina che ricicla i mozziconi. Bisogna rimuovere la carta esterna del filtro e sterilizzarla. Il procedimento però non si ferma qui, infatti bisogna estrarre la nicotina e separare la cellulosa (la parte esterna della sigaretta): qui vi è il recupero delle componenti che, come già specificato, bisogna necessariamente separare l'una dall'altra.

I benefici

Secondo quanto dichiarato dalla docente dell'Unicusano Cacciotti, "l'obiettivo è realizzare su scala semi industriale un macchinario automatizzato per il riciclo dei mozziconi di sigaretta". Il recupero, inoltre, riguarda soltanto le sostanze che si possono riutilizzare e quelle non tossiche.

Estrarre la nicotina è importante perché questa sostanza può essere utilizzata nei cerotti per smettere di fumare. La cellulosa, invece, è utile per il settore tessile e anche biomedicale.

I numeri

In tutto il mondo si consumano 6mila miliardi sigarette ogni anno. I materiali utilizzati, quasi tutti cancerogeni per la tua salute, sono catrame, arsenico e tanti altri metalli pesanti.

Il mozzicone fu creato negli anni Cinquanta per ridurre il rischio di cancro al polmone, ma non si tratta di un rimedio efficace in quanto composto da acetato di cellulosa. La sua completa degradazione può durare anche decenni a causa delle microplastiche di cui è composto.