Come si risponde a un’offesa? Alcune strategie utili per non lasciarsi ferire

Non è semplice capire come rispondere a un’offesa, a una critica arrogante, a una provocazione. Certi commenti possono provocare ferite profonde che restano inespresse, oppure provocano una reazione carica di rabbia. In entrambi i casi, il danno lo facciamo a noi stessi. Proviamo allora capire cosa sia più utile fare.
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Dott.ssa Samanta Travini Psicologa Psicoterapeuta
11 Febbraio 2022 * ultima modifica il 11/02/2022

I commenti personali e le osservazioni arroganti possono provocare ferite profonde che spesso restano inespresse, e quindi fanno ancora più male, oppure, al contrario, possono scatenare reazioni rabbiose, alla fine altrettanto dannose. Partiamo però da una premessa doverosa: non sono gli altri a farci del male, ma siamo noi a dare peso alle loro opinioni e azioni.

Tutto parte da una scelta. Possiamo decidere di non dare peso a quelle parole che ci hanno ferito oppure possiamo custodirle dentro di noi. Perché delle parole ci facciano del male, dobbiamo attribuire loro un senso e lasciare che l’altro e il suo insulto abbiano la meglio ed entrino a far parte del nostro modo di essere, di esprimersi e della nostra identità.

La scelta implica che si distingue il detto dell’altro da quello che si è e dalla propria consapevolezza. È altrettanto vero però che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.

Sapere come reagire alle critiche, provocazioni, offese e prese in giro non è affatto semplice e non sempre abbiamo la lucidità di rispondere in modo corretto. In primo luogo, perché non c’è una regola universale che vale in ogni contesto. Con alcune persone potrebbe convenire il silenzio, con altre, invece, contrattaccare. In secondo luogo, quando si è vittima di provocazioni, l’irritazione che ne consegue non aiuta a restare lucidi. È probabile, quindi, che in un momento di confusione, in cui la propria autostima è messa a dura prova, non si reagisca come si dovrebbe.

Vediamo insieme alcune strategie per cercare di reagire in modo funzionale e ridurre il dolore e la frustrazione vissuti.

Il primo passo per imparare a reagire agli insulti è quello di essere consapevoli di sé, delle proprie caratteristiche e di quelli che possono essere i sentimenti generati da un’offesa (rabbia, frustrazione, dolore e tristezza e così via). La consapevolezza dei propri stati emotivi è infatti il primo passo per il loro controllo, per affrontarli e utilizzarli in modo funzionale.

Una volta acquisita questa consapevolezza cerca di non reagire alla provocazione, usando l’umorismo e l’autoironia. Questa reazione lascerà l’interlocutore spiazzato perchè dal tuo atteggiamento trapelerà indifferenza rispetto alla sua provocazione.

Esprimi il tuo punto di vista in maniera rispettosa senza utilizzare a tua volta una provocazione, magari chiedi spiegazioni circa l’offesa subita.

Cerca di capire però se quello che ti viene detto è solo una provocazione infondata oppure se alla base vi è una verità della quale devi prendere atto. Se così fosse, considerala un punto di partenza per crescere.

Se una persona nella tua vita ha sempre un atteggiamento offensivo e provocatorio  forse è il caso che valuti di allontanarlo. Cerca di circondarti di persone positive, che accrescano la tua autostima e ti valorizzino. Persone che ti migliorino e ti facciano sentire rispettato ed apprezzato. Sii selettivo.

Se questo non è possibile per circostanze che non dipendono da te, cerca di ridurre il rapporto con loro al minimo indispensabile, stabilendo delle distanze e dei limiti. Per esempio se ti accorgi che una persona vuole indirizzare la conversazione verso la critica, se la vuole mettere sul piano delle offese gratuite, cambia argomento. Stronca, insomma, sul nascere ogni tentativo del tuo interlocutore di provocarti, sviando il discorso.

Laureata in psicologia clinica dello sviluppo e neuropsicologia, si occupa di sostegno psicologico per individui, coppie e famiglie con particolare attenzione altro…