Congedo mestruale a scuola, le proteste arrivano a Roma: “Non è solo una battaglia di genere, ma un’esigenza”

Oltre 25 le scuole laziali che hanno aderito all’iniziativa per chiedere l’assenza giustifica in caso di dolori mestruali: “Una battaglia condivisa da tutti”
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Maria Teresa Gasbarrone 9 Gennaio 2023
* ultima modifica il 10/01/2023

Poter rimanere a casa nei giorni del ciclo mestruale quando i dolori si fanno troppo intensi da sopportare, senza dover prendersi l'assenza. È quanto hanno chiesto al loro rientro a scuola dopo la pausa delle feste le studentesse, appoggiate dai loro compagni, di molte scuole di Roma e del Lazio.

Una protesta silenziosa fatta di sit-in davanti i cancelli delle scuole e cartelli in mano con su scritto nero su rosso "Il ciclo non è un lusso". Dal Cavour all'Albertelli passando per il Plinio e il Machiavelli: sono almeno 25 i collettivi scolastici che hanno aderito all'iniziativa promossa dalla Rete degli studenti medi di Roma e del Lazio dopo che a fine dicembre 2022 il liceo artistico Nervi Severini di Ravenna ha riconosciuto, per primo in Italia, il congedo mestruale in caso di dismenorrea – dolori associati al ciclo – certificata dal medico.

"Siamo partiti dal Lazio – spiega Camilla Velotta dell'esecutivo nazionale della Rete degli studenti medi – ma sicuramente ci saranno iniziative simili anche in altre scuole. Il nostro obiettivo è batterci affinché il congedo mestruale diventi realtà in tutte le scuole".

Cosa chiedono le studentesse

"Questa mattina noi studenti e studentesse – si legge sulla pagina Facebook dell'associazione studentesca laziale – ci siamo riuniti davanti le nostre scuole per chiedere l'approvazione del congedo mestruale per tutte le persone che soffrono di patologie legate al ciclo, dopo il grande passo avanti del liceo artistico di Ravenna".

Quella che chiedono le studentesse e gli studenti non è solo la possibilità di rimanere in caso di dolori legati al ciclo, ma anche "una scuola più inclusiva": "Il congedo mestruale – ribadiscono – è un'esigenza: non è solo una concessione per le persone che soffrono per le mestruazioni, ma anche e soprattutto una lotta contro i tabù del ciclo".

La strada è ancora lunga – l'esempio di Ravenna è un unicum nel panorama delle scuole italiane – ma i ragazzi si dicono fiduciosi: "Ogni scuola è a sé, ma i docenti e in genere il personale scolastico sembrano predisposti ad ascoltare le nostre richieste". Camilla spiega come da qualche anno i referenti della Rete degli studenti medi abbiano avviato un percorso di riflessione sulle carriere alias – i profili alternativi riservati agli studenti transgender – e di aver incontrato finora una buona ricezione da parte del personale scolastico.

Lo chiedono anche i ragazzi

Ci sono anche i loro compagni nelle foto dei sit-in postate sui social, perché quella per il congedo mestruale è una battaglia appoggiata da tutti, non solo dalle studentesse. "Crediamo – sottolinea Camilla – che le battaglie di genere debbano essere portate avanti insieme. Abbiamo sempre incontrato un forte appoggio anche da parte di chi non si identifica nel genere femminile o non vive in persona le difficoltà legate al ciclo. Non abbiamo mai pensato di rendere le nostre battaglie una questione di genere in termini stretti".

L'esempio di Ravenna

A fare da apripista, come ricordano le ragazze e i ragazzi che hanno partecipato all'iniziativa, è stato il liceo artistico Nervi Severini di Ravenna. Qui, lo scorso 28 dicembre, il Consiglio d'Istituto ha approvato l'introduzione del congedo su proposta di alcune ragazze della componente studentesca. Le studentesse avevano chiesto la possibilità di avere assenze giustificate durante i giorni più dolorosi del ciclo sul modello di una formula già usata in Spagna.

"Dietro questa iniziativa c’è l’intenzione di creare una scuola inclusiva che deve essere attenta ai bisogni e alle necessità dei ragazzi e delle ragazze”, aveva commentato così la decisione il dirigente scolastico Gianluca Dradi. Come le loro compagne di Ravenna, le studentesse e gli studenti laziali chiedono che il congedo diventi la norma e fanno sapere di essere già a lavoro su "un regolamento per l'approvazione in ogni scuola della Regione".

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.