Coronavirus: chi può prendersi cura del tuo animale domestico? Intervista a Edgar Meyer, Presidente Associazione Gaia

Un semplice avviso da tenere nel portafogli da appendere alla porta di casa per indicare chi potrebbe prendersi cura del tuo animale domestico se dovessi essere ricoverato in ospedale o trovarti in difficoltà. L’idea dell’Associazione Gaia Animali e Ambiente per tutelare gli animali di casa in piena emergenza Covid-19.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Gaia Cortese 31 Marzo 2020

Come posso portare fuori il mio cane rispettando le misure restrittive? Chi potrebbe prendersi cura del mio animale domestico se dovessi essere ricoverato in ospedale? Posso andare dal veterinario? E come dovrebbe comportarsi un volontario in questa emergenza?

Sono tante le domande che sorgono spontaneamente in questo momento delicato. Abbiamo sentito Edgar Meyer, Presidente dell’Associazione Gaia Animali e Ambiente, che in questi giorni ha lanciato un’iniziativa per ridurre la possibilità che un animale di proprietà possa essere abbandonato involontariamente nella propria casa in caso di ricovero ospedaliero del proprietario.

Come è nata l’idea di creare un avviso per tutelare l'animale domestico in caso di ricovero del proprietario?

Come associazione non siamo presenti in tutta Italia, ma questa iniziativa può rispondere alla necessità di chiunque abbia in casa un animale domestico, in ogni parte del Paese.

Si tratta semplicemente di un foglio che possa essere letto in un momento di emergenza. Chiunque si dovesse trovare nella situazione di dover essere ricoverato perché trovato positivo al Coronavirus, magari con evidenti difficoltà respiratorie e quindi impossibilitato a comunicare, può dare indicazioni sulla gestione del proprio animale domestico attraverso questo avviso.

Lo scopo è aiutare chi può essere angosciato all'idea di non sapere come prendersi cura del proprio animale, se dovesse succedere qualcosa.

Una sorta di cartello da appendere in modo che sia ben visibile in casa, ma anche da tenere nel portafogli così che un medico o un operatore sanitario nel momento in cui interviene per le condizioni di salute del proprietario, sappia chi chiamare per prendersi cura dell’animale domestico che, in caso contrario, sarebbe abbandonato a se stesso.

Basta inserire in questo foglio due o tre numeri di telefono di vicini di casa fidati che magari conoscono già l’animale di cui prendersi cura. È anche un modo per sentirsi più tranquilli, per togliersi una preoccupazione che altrimenti si va ad aggiungere a quella generata dal Covid-19. Lo scopo è aiutare chi può essere angosciato all'idea di non sapere come prendersi cura del proprio animale, se dovesse succedere qualcosa.

Escludendo il caso di emergenza, come può tutelarsi preventivamente un proprietario?

Dovebbe fare affidamento su delle persone amiche, dei vicini di casa, a cui poter affidare il proprio animale domestico. Altrimenti ci si può informare in rete per trovare associazioni locali che si occupano della tutela degli animali, o anche una delle tante delegazioni di Enpa, diffuse su tutto il territorio. Nella maggior parte dei casi si cerac di evitare di portare via gli animali, la cosa migliore è sempre quella di lasciarli nel loro ambiente domestico.

Come associazione vi occupate anche di prestare assistenza a chi non può uscire di casa?

Da subito abbiamo predisposto un vademecum Emergenza Covid-19 su cosa si deve fare in questo momento se si hanno degli animali in casa.

Per quello che riguarda l’assistenza, non riusciamo a garantirla ovunque, ma solo dove siamo presenti come delegazioni; quella di Opera e Basiglio, per esempio, sta ha già attivato questo servizio, così come quella di Roma. I volontari possono occuparsi degli animali domestici i cui proprietari siano in quarantena, in isolamento domiciliare o ricoverati in ospedale. Ma c’è anche chi in questa emergenza non vuole più uscire con il proprio cane per paura di essere contagiato e, anche in questo caso, i volontari danno la loro disponibilità per offrire il loro aiuto, ove possibile. È sufficiente scrivere una mail con il proprio nominativo, un contatto telefonico, il tipo e il numero di anmali domestici presenti in casa e naturalmente il tipo di aiuto richiesto.

Come si comportano i volontari in questo periodo? Cosa possono o non possono fare?

Le prime risposte le abbiamo dovute fornire proprio ai volontari, soprattutto a chi si occupava delle colonie feline sul territorio, perché fin da subito non era chiaro se potessero andare ad accudire o meno le colonie.

Come associazione abbiamo un centro di tutela giuridica, una serie di avvocati che forniscono informazione di carattere legislativo, e che in questo momento sono molto impegnati a fornire risposte, anche sulla base della continua evoluzione della situazione e dei provvedimenti sempre più restrittivi.

Portare viveri a una colonia felina rappresenta uno stato di necessità, pertanto sarebbe permesso, ma è anche vero che è complesso dimostarlo e potrebbe generare perplessità nel caso di un controllo da parte delle forze dell'ordine. Fortunatamente nei rifugi di animali si può contare sulla presenza dei dipendenti che continuano a lavorare affinché cure e tutela degli animali siano sempre garantite.

I canili invece rimangono chiusi al pubblico, perché adottare un animale adesso non solo non può essere considerata stretta necessità, ma è anche vietato uscire di casa, e non sarebbe possibile mettere in atto tutto quel processo preadozione che normalmente è necessario, come per esempio visitare più volte il cane prima di adottarlo. Questo è il grande problema dei rifugi e delle associazioni in questo momento.