Cosa contiene il “pacchetto Amazzonia”, il piano di Lula per cancellare le politiche di Bolsonaro

Con la nuova presidenza di Lula la foresta amazzonica e i popoli indigeni possono definirsi soddisfatti? Il neo presidente brasiliano ha appena annunciato un pacchetto di misure volte ad annullare in poco tempo l’azione di governo di Bolsonaro. Dando uno sguardo ai punti del programma, sembra che si possa parlare, almeno su carta, di un cambio di rotta significativo.
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Francesco Castagna 5 Gennaio 2023

Come in un grande reset, appena arrivato alla guida del Brasile, Lula ha deciso di presentare un pacchetto di misure volte ad annullare le politiche del precedente governo Bolsonaro.

"Il Brasile è tornato, dopo quattro anni di isolamento", aveva detto Lula, durante il suo discorso ai delegati delle Nazioni Unite, in occasione della Cop27 di Sharm el-Sheikh. Così ha prima instituito il ministero dei popoli nativi affidandolo alla prima donna indigena, Sonia Guajajara, ora si appresta a discutere un pacchetto di misure che segnano un netto cambio di passo. Lo scopo è riprendere in mano i rapporti internazionali e creare una governance di gestione della foresta amazzonica che coinvolga i vari stati dell'America Latina.

Il neo Presidente si prenderà 45 giorni di tempo per riscrivere il regolamento del Consiglio nazionale dell'Ambiente (Conama), riorganizzare il Fondo per l'Amazzonia e bloccare le concessioni nella foresta, che mettono a rischio le terre indigene e le aree protette. Stop anche alle privatizzazioni di alcuni enti pubblici, come Petrobas, la compagnia energetica di Stato, le Poste e l'Ebc, l'azienda statale delle comunicazioni. Non solo, perché Lula ha dato il compito al Tribunale Contabile Federale di esaminare, in 30 giorni di tempo, gli atti governativi su cui l'ex Presidente Bolsonaro aveva posto il segreto di Stato per cento anni.

Ma quali sono i sette punti del nuovo pacchetto di Lula?

  • Si parte dal “Revogaço”: è prevista la revoca di 120 decreti del precedente governo, 25 dei quali sono già stati annullati il 2 gennaio, subito dopo l'insediamento del governo Lula. La revoca comprende anche l'abrogazione di tutte le norme per cui risulta difficile multare o sequestrare macchinari utilizzati per i reati ambientali. Inoltre, sarà eliminato il decreto che istituiva il "Programma di sostegno per lo sviluppo dell'attività mineraria artigianale", che avrebbe aumentato la ricerca dei minatori con metodi che inquinano i fiumi e danneggiano i terreni. Stop anche alle autorizzazioni per centinaia di pesticidi, che sono stati messi al bando a livello internazionale. Su questo punto il neo Presidente dovrà prepararsi a sostenere una battaglia contro il settore dell'agribusiness.
  • “Dinheiro internacional”: il secondo punto del pacchetto mira a ritrovare la fiducia finanziaria a livello internazionale, dando nuova linfa al Fundo Amazônia e al Fundo clima. È previsto quindi che queste strutture subiranno uno spoils system e che Lula nominerà delle figure in grado di parlare con i governi esteri e raccogliere nuovi capitali.
  • “Blitz fiscal”: un provvedimento con cui vengono istituite nuovamente le squadre degli ispettori ambientali.
  • "Embargo remoto": la misura con cui l'esecutivo identificherà le aree disboscate attraverso due sistemi satellitari, per interdire i proprietari terrieri e bloccare le loro linee di credito.
  • "Soldados verdes": oltre agli ispettori ambientali, l'intenzione è quella di creare una guardia nazionale ambientale
  • “Big brother na selva”: non solo guardie e ispettori, il piano prevede anche dei sistemi di videosorveglianza nei punti chiave della foresta, in modo da disincentivare le attività illegali
  • “Proteção legal”: l'ultimo punto riguarda la demarcazione delle terre dei popoli indigeni, si ricomincerà quindi a delimitare le aree dei popoli nativi, messe in discussione dai grandi proprietari terrieri e dai decreti governativi.