L'Unione europea sta provando a rendere più ecologiche le importazioni industriali. Pochi giorni fa è stata approvata una legge per vietare l'ingresso di prodotti legati alla deforestazione. Ora il Consiglio dell'Unione europea ha fatto un altro passo avanti con l'adozione del Carbon border adjustment mechanism (Cbam), un sistema con il quale tassare le emissioni di CO2 dei prodotti da importazione, applicando lo stesso prezzo già pagato dalle aziende europee.
Più nello specifico, i settori interessati sono:
Un provvedimento volto prima di tutto a promuovere il principio per cui chi inquina deve pagare, ma anche a scoraggiare le delocalizzazioni ed evitare una concorrenza squilibrata.
"Sono molto lieto che oggi abbiamo raggiunto questo accordo – ha commentato Jozef Síkela, ministro dell'Industria e del Commercio della Repubblica Ceca e presidente di turno del Consiglio dell'Unione europea. – Il meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera è una parte fondamentale della nostra azione per il clima. Questo meccanismo promuove l'importazione di merci nell'UE da parte di imprese non UE che soddisfano gli elevati standard climatici applicabili nei 27 Stati membri dell'UE. Ciò garantirà un trattamento equilibrato di tali importazioni ed è concepito per incoraggiare i nostri partner nel mondo a unirsi agli sforzi climatici dell'UE".
C'è un però. L'accordo al momento è provvisorio e dovrà essere confermato dagli ambasciatori di tutti gli Stati membri e dal Parlamento europeo, per poi essere adottato da entrambe le istituzioni prima che diventi ufficialmente operativo, cosa che non accadrà prima di ottobre 2023. Non solo, ma a partire da quella data l'importatore avrà solo l'obbligo di comunicare le importazioni. Successivamente inizierà effettivamente a pagare la tassa sulla CO2.
Quando di preciso? La durata del periodo di transizione e la data della completa entrata a regime del Cbam saranno oggetto di discussione al prossimo incontro negoziale, previsto per il 16 e il 17 dicembre. Sarà collegata alla graduale eliminazione dei permessi di emissione gratuiti nell'ambito del sistema europeo Ets, di cui proprio in quelle date si discuterà la riforma generale e la creazione di un Ets 2 pensato per i trasporti e il riscaldamento.