Cos’è la PAC, la Politica Agraria Comune: storia di una delle politiche europee più antiche

La PAC è una delle politiche comunitarie più antiche, risale alla CECA, prima della fondazione ufficiale dell’Unione europea. Negli anni è cambiato tutto: le problematiche da affrontare, i tipi di incentivi, come si è evoluta l’agricoltura degli Stati membri e quali fattori hanno condizionato le nuove riforme. Un esempio? Il clima.
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Francesco Castagna 7 Maggio 2022

Se ti nomino la PAC a cosa pensi? Io ti dico che l’acronimo si riferisce alla Politica Agraria Comune, un insieme di decisioni prese dai sei Paesi fondatori della Ceca: la Comunità Europea del carbone e dell’acciaio: Germania, Francia, Italia, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo si sono riuniti ancor prima della fondazione dell’Unione europea nel 1993. Così, nel 1962, per rispondere alla situazione economica post-bellica e ragionare su come approcciarsi in maniera comune all’agricoltura gli Stati fondatori hanno varato la PAC.

Devi sapere infatti che la situazione del Dopoguerra era caratterizzata da politiche nazionali non condivise, da una scarsa produzione alimentare e dalla necessità di rendere più produttivo il lavoro degli agricoltori. La Pac nasce quindi per creare un mercato con delle regole di concorrenza in tutti i Paesi, aumentare la produttività dell’agricoltura e dare agli agricoltori delle condizioni di vita eque.

Il FEAOG

Il primo passaggio è stato creare un sistema economico di sostegno dei prezzi e del mercato: un modello per garantire un prezzo per i loro prodotti, introdurre delle tariffe sulle importazioni e rassicurare gli agricoltori con un intervento dello Stato per regolare i prezzi. Inoltre nel 1964 viene istituito il FEAOG, una solidarietà finanziaria attraverso il Fondo europeo agricolo di orientamento e garanzia.

Forse mentre stai leggendo queste informazioni ti starai chiedendo perché dovresti conoscerle. Ti dico che invece è necessario che tu sappia almeno un minimo di cosa ti sto parlando, perché l’agricoltura dipende di più dal clima e dal meteo rispetto ad altri settori. Perciò ciò che mangi dipende da quanto inquini. Ora scommetto che ti interessa sapere come vengono coltivate le cose che acquisti al supermercato, vero?

Con il tempo c’è stato sempre più bisogno che le istituzioni venissero incontro alla società civile e ai comitati agricoli. Ma vediamo come e quale è stata la storia di questa importante collaborazione.

Piano Mansholt

Nel 1970 il commissario europeo per l’agricoltura Sicco Mansholt doveva trovare una soluzione per il reddito degli agricoltori, che era rimasto invariato, in controtendenza con l’aumento della produttività e della disponibilità alimentare. Mansholt decise quindi di mettere in campo un piano di azioni, che prende il nome per l’appunto di Piano Mansholt. Il commissario propone un ammodernamento del settore agricolo.

Ma cosa intendeva? Si tratta, devi sapere, di un tentativo di migliorare le condizioni di vita degli agricoltori. Si tratta a tutti gli effetti della prima riforma della PAC (1968). Con questa revisione, chiamata “Agricoltura1980, Mansholt voleva creare un mercato europeo più forte. Lo ha fatto invitando le aziende ad abbandonare il modello dell’agricoltura assistita e a fondersi, per creare realtà grandi e dinamiche capaci di adattarsi al mercato internazionale. Sono state ottimizzate le superfici coltivate ed è stato assicurato un nuovo livello di reddito e condizioni di lavoro per gli agricoltori.

Il sistema delle quote

Hai mai sentito parlare di “montagne di burro” o “laghi di vino”? Periodicamente forse ti è capitato di leggere sulla cronaca l’annosa questione delle quote latte. Ecco, non è propriamente un modello stabilito dall’attuale Unione europea, ma risale a molto prima. Si tratta di un regime di contingentamento, ovvero quando vengono messi dei limiti alla produzione di un bene. Il sistema è stato pensato dai Paesi della PAC proprio perché negli anni ’70 e ’80 la produzione agricola aveva cominciato a superare la domanda, generando dei surplus. Devi sapere che l’unica soluzione fu quella di distruggere o vendere a basso prezzo i beni, e basso prezzo significa un calo delle rendite degli agricoltori, che devono sempre coprire le spese di produzione.

Per evitare tutto ciò, nel 1984 sono state introdotte delle quote, come quelle sul latte, per l’appunto. Questo regime è stato poi abolito nel 2015, con la speranza di allargare il mercato ad altri mercati in crescita in Asia e Africa. È stato quindi stabilito che il mercato determinerà la quantità di latte prodotta nell’UE.

La riforma MacSharry

Ma facciamo un passo indietro, e torniamo al 1992, quando è stata approvata la prima PAC su vasta scala (nel frattempo avevano aderito alla CECA altri Paesi comunitari). Il commissario per l'agricoltura Ray MacSharry, da cui prende il nome la riforma, realizzò una serie di provvedimenti volti ad abbandonare il sistema di sostegno dei prezzi, e sono:

  1. l’introduzione di un regime di aiuti
  2. il set-abside, ovvero il “ritiro dalla produzione di una determinata quota della superficie agraria utilizzata”
  3. per la prima volta si parla di un pacchetto dei regolamenti agroambientali, ovvero norme che tutelano l’ambiente in armonia con l’agricoltura

Agenda 2000 e Secondo Pilastro

Nel 1997 viene presentata dai Paesi membri dell’Unione europea l’Agenda 2000, con una serie di obiettivi da realizzare entro un arco di tempo su più settori. Questa volta l’approccio fu più olistico, volto a “reperire fonti di reddito alternative nelle zone rurali e rafforzare la coesione sociale in tali zone” . Vengono introdotti tre principi cardine:

  1. l’introduzione del secondo pilastro della PAC nel 1999: politiche per le aree rurali dell’Unione europea
  2. la modulazione, ovvero lo spostamento delle risorse dalla PAC dei mercati allo sviluppo rurale.
  3. Eco-condizionalità: per ottenere gli aiuti diretti gli Stati devono garantire dei requisiti minimi di rispetto dell’ambiente durante lo svolgimento delle attività agricole.

Riforma Fischler

Nel 2003 il commissario in carica per l'agricoltura Franz Fischler introduce una delle novità più importanti della PAC: il pagamento unico aziendale, o anche detto Pua. Il senso era quello di giustificare delle spese importanti al settore agricolo, che in quegli anni però devi sapere che incideva soltanto del 2% sul PIL europeo. Si passa quindi da un pagamento diretto al settore ad un pagamento diretto agli agricoltori, che potevano richiederlo solo se avrebbero mantenuto alcuni obblighi a livello agronomico ed ecologico. Il pagamento unico europeo è un esempio di come, se non lo sai, l’Unione europea ha preferito ridurre progressivamente il sostengo ai mercati per concentrarsi al sostegno delle attività rurali (secondo pilastro della PAC).

Certo, non si può dire che questa decisione ci sia convenuta, ma di sicuro è convenuta all’Unione europea, e lo stesso è accaduto ad altri Paesi. Infatti se prima l’Italia riceveva 5,1 miliardi di aiuti europei, con la nuova PAC ha ottenuto 1,2 miliardi di euro. Il risultato è che i fondi non sono stati sprecati per gli agricoltori che non rispettavano le condizioni previste dal Pua.

PAC 2014-2020

L’anno che segna un cambio di rotta importante, dopo l’ultima riforma, è senza dubbio il 2013. Non solo i commissari si devono preparare a nuove sfide, nel frattempo infatti potenze come la Cina sono cresciute a dismisura, ma si aggiungono gli effetti del cambiamento climatico, la scarsità delle risorse e la sicurezza alimentare.

Per questo, l’Unione europea ha varato la prima legge approvata dal Consiglio e non dal Parlamento europeo sulla PAC. Devi sapere che con questa riforma è stato introdotto il concetto di “greening”: misure per il pagamento alle aziende. Nello specifico, è stato ideato un pacchetto con 3 misure principali, nel quale è previsto che ogni azienda riceva un pagamento in base agli ettari:

  1. mantenimento del pascolo permanente
  2. diversificazione delle colturemantenimento di un’area di interesse ecologico che equivale al 7% dei terreni.

Il concetto di greening è stato spesso criticato dalle associazioni ambientaliste, perché considerano il 7% una percentuale troppo modesta.

Nel 2021 è stato introdotto un nuovo tipo di sostegno: i regimi ecologici. Ma cosa sono? Ne avevi mai sentito parlare? In realtà posso dirti che questi aiuti non sono altro che delle pratiche che gli agricoltori devono far loro, su temi come:

  1. protezione della biodiversità
  2. mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici
  3. riduzione dei pesticidi
  4. conservazione delle risorse idriche

PAC 2023-2027

Questi sostegni statali, che derivano da aiuti europei, sono una parte della nuova PAC proposta per il periodo 2023-2027. Viene introdotto un concetto, di cui abbiamo già parlato: la condizionalità ambientale. Per condizionalità ambientale  si intende un insieme di norme da rispettare per ricevere i fondi a livello ecologico e agronomico. Inoltre, l’Unione europea ha consigliato all’Italia di promuovere l’agricoltura di precisione, e abbandonare l’utilizzo dei pesticidi. Al momento il nostro Paese non ha ancora un piano approvato dalla Commissione, e deve rifarlo entro Luglio 2022.

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