Crispr/Cas9 contro la talassemia: al Bambino Gesù di Roma è stato trattato con l’editing del genoma il primo paziente italiano

L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma è l’unico centro italiano coinvolto in una sperimentazione internazionale che indaga le possibilità terapeutiche delle forbici molecolari nell’ambito di due patologie del sangue, la talassemia e l’anemia falciforme. Lo scorso novembre è stato trattato con successo il primo paziente italiano: un giovane uomo talassemico.
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Kevin Ben Alì Zinati 9 Dicembre 2020
* ultima modifica il 02/01/2021

Crispr/Cas9 si sta ritagliando un posto sempre più decisivo nella medicina, lentamente ma prepotentemente. Se ti avevamo raccontato di come le forbici molecolari, vincitrici del Premio Nobel per la Chimica 2020, potessero contribuire alla lotta ai tumori, nel frattempo la tecnica di editing genetico è stata in grado, invece, di curare con successo persone affette da talassemia. All’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, infatti, è stato trattato il primo paziente italiano. Il caso clinico del giovane adulto rientra all’interno di una sperimentazione internazionale orientata all’investigazione dei possibili utilizzi dell’editing del genoma contro patologie come la talassemia e l’anemia falciforme e i suoi risultati sono stati presentati al 62° Congresso della Società Americana di Ematologia.

Le due malattie 

Quando ti parlo di talassemia e di anemia falciforme mi riferisco a due malattie del sangue dovute a mutazioni dei geni coinvolti nella sintesi dell'emoglobina, la proteina dei globuli rossi che trasporta ossigeno all’interno del tuo organismo. Di solito ogni molecola di emoglobina è formata da 4 catene proteiche (2 catene cosiddette alfa e 2 catene beta). Le forme più gravi di talassemia causano uno squilibrio dovuto all’assenza di catene beta e all’eccesso di catene alfa e per compensare, il paziente deve quindi sottoporsi a trasfusioni di sangue periodiche.

L’anemia falciforme, invece, altera la struttura delle catene beta causando la formazione di globuli rossi anomali, con una forma “a falce”, che ostacolano il flusso sanguigno e l’ossigenazione nei capillari provocando infarti nei tessuti.

Esiste, però, anche un tipo emoglobina formato da catene alfa-gamma: si tratta dell’emoglobina presente nel feto. Dopo la nascita, la sintesi delle catene gamma viene bloccata e sostituita con la produzione di catene beta. Secondo gli esperti del Bambino Gesù, alcune persone continuano a produrre questa emoglobina fetale per tutta la vita, tra cui anche persone affette da talassemia e anemia falciforme. E in questi casi, le malattie sono molto attenuate.

Roma unica in Italia 

Una sperimentazione internazionale ha avviato dei trial clinici per studiare i possibili utilizzi di Crispr/Cas9 nell’ambito di queste due patologie. La sperimentazione, che è ancora attiva, coinvolge 13 centri statunitensi, canadesi ed europei e l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù è l’unico italiano. Nei trial clinici verranno arruolati 45 giovani con talassemia e 45 con anemia falciforme.

La manipolazione  

Il trattamento funziona così. Attraverso l’editing genomico si ripristina la produzione dell’emoglobina fetale che ti ho accennato sopra. A questo punto le cellule staminali emopoietiche prelevate dai pazienti vengono modificate in laboratorio con la Crispr-Cas9, le forbici molecolari spengono il gene che blocca la produzione delle catene gamma e, allo stesso tempo, fanno ripartire la produzione di emoglobina fetale.

Una volta manipolate, le cellule modificate vengono infuse nei pazienti malati che, nel frattempo, hanno ricevuto una terapia farmacologica per “distruggere” il midollo e fare spazio alle nuove cellule staminali ingegnerizzate. Queste, moltiplicandosi, sono in grado di correggere la malattia.

Lo scorso 17 novembre, le cellule staminali “editate” e ingegnerizzate sono state infuse al primo paziente italiano, un giovane adulto affetto da talassemia.

I risultati 

In generale, dai risultati è emerso che i pazienti affetti da talassemia arrivano a produrre elevatissime quantità di emoglobina fetale che li slega, di fatto, dalla necessità di trasfusioni continue, nei pazienti con anemia falciforme, invece, la produzione di emoglobina fetale supera il 40%, eliminando così le crisi vaso occlusive.

Fonte | Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma

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