Cuba approva la prima legge per il benessere degli animali (ma rimangono i sacrifici e i combattimenti)

In un Paese in cui non solo scarseggiano i canili e i centri di adozione, ma anche una sensibilizzazione generale nei confronti degli animali, è stata approvata la prima legge per garantire il loro benessere. È un primo passo, ma è già qualcosa.
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Gaia Cortese 18 Marzo 2021

Fino ad oggi, Cuba era l’unico Paese dell’America latina a non avere ancora una legge di protezione degli animali. Un Paese in cui abbondano i randagi, in cui canili municipali e centri per l’adozione dei randagi scarseggiano, in cui sia cani che galli vengono fatti combattere per divertimento e dove la costa è disseminata di carcasse di polli sacrificate nei vari riti religiosi.

Una condizione inaccettabile, quella degli animali di questa nazione, che fortunatamente oggi non è più lasciata alla totale indifferenza.

Se infatti per tanti anni gli attivisti per i diritti degli animali hanno chiesto una legislazione ad hoc attraverso i canali ufficiali di uno stato in cui il dissenso pubblico è disapprovato, negli ultimi anni una leva più giovane ha scelto di farsi sentire attraverso manifestazioni di piazza, proteste negli spazi pubblici e campagne sui social media.

Dopo che nel 2018, infatti, l’accesso a internet è stato reso pubblico, le prime proteste hanno iniziato a diffondersi in Rete. Nell’aprile del 2019 invece, oltre 400 persone hanno marciato nel centro dell’Avana per la prima manifestazione autorizzata non politica, chiedendo una condanna pubblica contro ogni maltrattamento nei confronti degli animali e l’approvazione di una legge in materia. Lo scorso 26 febbraio finalmente la legge è stata approvata, ma entrerà in vigore solo dopo 90 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, al momento ancora pendente.

Tra i punti fondamentali della nuova legge, stando a quanto riferito dai media, per la prima volta i detentori di animali sono chiamati ad assicurare il benessere dei propri animali, compresi quelli allevati o utilizzati per il lavoro nei campi, una pratica ancora molto diffusa in tutto il Paese.

Cuba era uno dei pochi paesi in America Latina a non avere una legge per gli animali: averne una è una gioia immensa.

Fernando Gispert, Ass. cubana di medicina veterinaria

La legge introduce una disciplina dei doveri connessi all’esercizio della professione veterinaria, chiarisce il ruolo dello Stato nel controllo del randagismo canino e ancora, disciplina i requisiti per l’impiego di animali in attività sportive, mostre e spettacoli, nonché per la sorveglianza e la sicurezza di animali in zoo, acquari e altre forme di intrattenimento.

Ancora lontano dagli standard occidentali, questa legge garantisce almeno un quadro minimo di protezione legale, che fino ad oggi neppure esisteva. Gli animalisti, infatti, hanno accolto con favore questa legge, e in molti già vorrebbero che venissero incluse delle disposizioni specifiche per punire l’uccisione e il maltrattamento di animali. Forse si potrebbe porre fine ai combattimenti clandestini di cani e galli, ma per quanto riguarda i sacrifici animali legati ai rituali della santería, la religione popolare, è difficile pensare che possa essere estirpata, anche in caso di una revisione del codice penale.

Negli ultimi anni il numero di cani e gatti che vivono nelle famiglie del Paese è notevolmente cresciuto. Purtroppo molti animali vivono per strada in condizioni di estremo abbandono, nonostante gli sforzi di alcune associazioni di volontari. Forse questa legge porterà a una maggiore sensibilizzazione e a maggior rispetto nei confronti degli animali. L'importante è iniziare con il piede giusto.