Dal tumore al volontariato, la storia di Claudio e di un controllo che salva la vita

A volte basta un gesto, un sospetto e una visita di controllo per accorgersi di una malattia che si sta sviluppando nel proprio corpo. É il caso di Claudio che a 27 anni si è accorto di un seminoma che grazie alla prontezza dei medici è riuscito a sconfiggere in poco tempo. Una volta guarito è diventato volontario Airc, per far sì che la prevenzione non sia solo una cultura della donne.
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Evelyn Novello 21 Novembre 2023
* ultima modifica il 21/11/2023
Intervista a Claudio Chiumenti, ex paziente oncologico, e Carlotta Palumbo, urologa e ricercatrice di Fondazione Airc in urologia presso l'Università del Piemonte Orientale

A 27 anni dovresti spaccare il mondo. Hai la testa piena di progetti e tutte le energie fisiche e mentali per portare a termine qualunque cosa, qualunque desiderio hai nel tuo cuore. E così si sentiva Claudio, fino a una sera, in cui scopre un nodulo sospetto. Una corsa dall'urologo, un intervento tempestivo per nulla scontato e una chemio riescono a combattere quel nemico quasi invisibile che stava crescendo, il seminoma, un tumore al testicolo. "Uno dei tumori frequenti nei giovani maschi – spiega la dott.ssa Carlotta Palumbo, urologa e ricercatrice di Fondazione Airc in urologia. In occasione del mese della prevenzione maschile, Movember, abbiamo raccolto la storia di Claudio Chiumenti che qualche anno fa ha scoperto casualmente la presenza di un tumore al testicolo e che oggi continua la sua battaglia per la prevenzione come volontario Airc.

La diagnosi e l'intervento

Tutto inizia per caso. "Una sera, molto banalmente, grattandomi, ho sentito una massa diversa. Cercando su Google ho trovato due alternative, o torsione del testicolo o tumore, e tutti quelli che erano i sintomi della torsione del testicolo io non li avevo". A quel punto, dal medico, la diagnosi. "Sarei dovuto andare dall'urologo qualche giorno prima. Ho spostato l'appuntamento e, eseguito l'esame, a differenza delle altre volte, passano 5 minuti e il medico non torna. Passano 10 minuti, un quarto d'ora, 20 minuti. Quando torna inizia a farmi tutta una serie di domande. Gli chiedo se si tratta di un tumore. Mi risponde di sì ma che finché non apre non può avere una certezza assoluta. É stata una doccia fredda".

La notizia arriva come un fulmine a ciel sereno, nessun sintomo evidente a parte la massa. "Non avevo dolori, non avevo nulla di evidente – ci confida – tant'è che mi sembrava strano affrontare un intervento, mi sentivo sano. La cosa subdola del tumore è proprio questa, non hai avvisaglie e quando senti dei dolori spesso è tardi". In effetti, come ci conferma la dottoressa, i sintomi non sono sempre palesi. "Può presentarsi come un nodulo duro senza sintomi oppure in altri casi come un aumento volumetrico del testicolo – spiega Palumbo – può dare un senso di gonfiore, un senso di pesantezza o, più raramente, un dolore acuto". In quel momento, davanti all'urologo, Claudio non sa se si tratta di uno stadio iniziale, intermedio o addirittura terminale. "Tutto quello che hai fatto potrebbe essere terminato, a 27 anni" ci racconta.

Una volta deciso per l'intervento, i medici spiegano tutto ciò che può accadere, tra i rischi ci sono l'impotenza e l'infertilità. "La radioterapia o l'esportazione chirurgica dei linfonodi possono impattare su questi due aspetti in maniera negativa e a volte irreversibile" precisa Palumbo. "Un po' di paura c'è, soprattutto a 27 anni – spiega il ragazzo – ma ciò che mi premeva di più, ovviamente, era sconfiggere il tumore, tutto il resto passa in secondo piano".

A quel punto, deciso per l'operazione, il team di medici si trova davanti a due esiti che riportano solo un'infiammazione. Le due biopsie estemporanee eseguite non davano segnali di tumore ma il medico che ha in cura Claudio è sicuro si debba procedere con l'esportazione, sa che quello a cui si trova davanti sia un seminoma. "Sono stato fortunatissimo – spiega Claudio – ho trovato un chirurgo che si è assunto la responsabilità di operarmi nonostante i referti. Se mi avessero richiuso e mandato a casa chissà come sarebbe finita".

Chemio, sole e gratitudine

Ho pensato che fosse proprio bello rivedere il sole. Non credo l'avessi mai pensato prima.

Una volta esportata la massa, per i medici Claudio era guarito ma con una probabilità di recidiva del 20%, una chemio l'avrebbe abbassata al 3%. "Ho detto no, facciamola. Volevo fare di tutto per non correre di nuovo il rischio". Come spesso accade, la chemioterapia è fonte di effetti collaterali e anche Claudio non è stato immune. "I primi giorni dopo non ho toccato cibo, quando ho provato a mangiare di nuovo ho chiesto a mia sorella del riso in bianco, condito solo con olio. Sentivo un odore terribile, avevo la nausea. Ho iniziato a piangere e mi sono chiesto quanto ancora avrebbe dovuto durare questo effetto". Pioveva da giorni, la mattina dopo fuori dalla finestra Claudio riesce a mangiare di nuovo. E vede il sole. "Ho pensato che fosse proprio bello rivedere il sole. Non credo l'avessi mai pensato prima. Ora quando mi faccio prendere dalle ansie e dai timori della vita quotidiana, cerco di ricordarmi di quella pioggia e di quel sole e provo una gratitudine infinita".

Per cercare di diffondere il più possibile la consapevolezza sui rischi legati ai tumori maschili, Claudio è diventato volontario AIRC, per far sì che ogni tumore mieta il minor numero possibile di vittime. "Mi è capitato che alcuni mi dicano che non vanno a farsi controllare perché non vogliono sapere di avere problemi, ma se non ti controlli e il problema ce l'hai, diventerà solo peggiore". Oggi l'aspettativa di vita per un paziente con seminoma è molto alta, la chirurgia associata alla chemioterapia o alla radioterapia (da sole o combinate) possono curare quasi il 100% dei tumori in stadio iniziale. Come per qualsiasi malattia oncologica, però, la diagnosi precoce è essenziale. L'autopalpazione, una visita, un controllo in più possono far sì che a 27 anni si continui a spaccare il mondo. Come ha fatto Claudio e come hanno fatto i ragazzi che come lui hanno sconfitto il tumore.

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.