Dalla Svezia un nuovo materiale a base di cellulosa per purificare l’acqua contaminata

In Svezia è stato sviluppato un nuovo modo per rimuovere alcuni agenti inquinanti presenti nelle acque reflue. Una scoperta importante che permetterà soprattutto ai Paesi poveri di poter accedere a delle fonti idriche potabili, come previsto dagli obiettivi dell’ONU.
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Francesco Castagna 24 Marzo 2023

In Svezia l'Università i ricercatori della Chalmers University of Technology hanno sviluppato una nuova tecnologia a base di legno, che rimuove l'80% dei coloranti inquinanti nelle acque reflue. Probabilmente questa scoperta, a base legnosa, dipende anche dal fatto che le foreste svedesi costituiscono il più grande massiccio presente in Europa, essendo estese per più di 3,5 milioni di ettari.

E questo è un dato importante, soprattutto per l'Unione Europea, che può vantare di 182 milioni di ettari di foreste. "Le foreste coprono il 43% delle terre nell’Unione europea. Il 70% delle aree forestali si trova in sette paesi: Italia, Finlandia, Francia, Germania, Polonia, Spagna e Svezia", si legge sul sito dell'Unione Europea.

Ma di cosa si tratta? Ora te lo spiego, intanto sappi che questa scoperta potrebbe risultare molto utile per i Paesi che non hanno ancora le tecnologie adatte per il trattamento delle acque e per combattere il diffuso problema dello scarico di coloranti tossici da parte dell'industria tessile.

È molto importante che tutti i Paesi del mondo abbiano una disponibilità di acqua pulita, ciò è previsto anche dai programmi delle Nazioni Unite. Al punto 6 dell'Agenda 2030, le Nazioni Unite segnalano che: "L'acqua accessibile e pulita è un aspetto essenziale del mondo in cui vogliamo vivere. Il nostro pianeta possiede sufficiente acqua potabile per raggiungere questo obiettivo. Ma a causa di infrastrutture scadenti o cattiva gestione economica, ogni anno milioni di persone, di cui la gran parte bambini, muoiono per malattie dovute ad approvvigionamento d’acqua, servizi sanitari e livelli d’igiene inadeguati".

La scoperta

Gunnar Westman ha guidato il team di ricercatori dell'Università della Chalmers, un professore associato di chimica organica, che si occupa di nuovi usi della cellulosa e dei prodotti a base di legno e fa parte del Wallenberg Wood Science Center.

Dopo aver studiato a lungo le caratteristiche e le potenzialità dei nanocristalli di cellulosa, gli studiosi hanno utilizzato la capacità di assorbimento delle microparticelle, che, a loro detta, è eccezionale.

"Ora abbiamo creato un materiale biobased, una forma di polvere di cellulosa con eccellenti proprietà di purificazione che possiamo adattare e modificare a seconda dei tipi di inquinanti da rimuovere", spiega Gunnar Westman.

Secondo lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Industrial & Engineering Chemistry Research i ricercatori di Chalmers avrebbero sviluppato un nuovo materiale biobased: una forma di polvere basata su nanocristalli di cellulosa per purificare l'acqua dagli agenti inquinanti, compresi i coloranti tessili. A darne conferma sono stati i test di laboratorio, che hanno dimostrato come almeno l'80% degli inquinanti dei coloranti venga rimosso.

Come funziona

I ricercatori hanno spiegato che, quando l'acqua inquinata passa attraverso un filtro con la polvere di cellulosa, gli inquinanti vengono assorbiti. In un secondo momento, la luce solare che entra nel sistema di trattamento provoca una rapida ed efficiente disgregazione degli inquinanti.

Un metodo semplice e replicabile anche in situazioni non industriali. Questo filtro fatto con la cellulosa infatti non richiede né pressione né calore e utilizza la luce solare per catalizzare il processo. Così semplice che  Gunnar Westman ha paragonato questo metodo "al versare del succo di lampone in un bicchiere con dei chicchi di riso, che assorbono il succo per rendere l'acqua nuovamente trasparente".

Inoltre, il capo del team di ricerca ha spiegato che con una scoperta del genere è possibile finalmente immaginare un sistema di depurazione semplice,  come una scatola portatile collegata al tubo di scarico. Il sistema dovrebbe funzionare in questo modo: "Quando l'acqua contaminata passa attraverso il filtro in polvere di cellulosa, gli inquinanti vengono assorbiti e la luce del sole che entra nel sistema di trattamento ne provoca la decomposizione in modo rapido ed efficiente", si legge nello studio.

Gli studiosi fanno sapere inoltre che la seconda fase del lavoro avverrà in India. Questo perché il Paese è, tra quelli asiatici, in via di sviluppo con un'ampia produzione tessile. Ogni anno infatti vengono rilasciate grandi quantità di coloranti in laghi, fiumi e corsi d'acqua.

E questo è un danno sia per la salute dell'uomo che per l'ambiente stesso, poiché gli inquinanti provocano seri danni alla pelle, per via del contatto diretto, aumentando il rischio di cancro e di danni agli organi quando questi agenti entrano nella catena alimentare. Quest'ultimi, come ti ho appena detto, hanno un impatto anche sulla natura: la compromissione della fotosintesi e conseguenze sulla crescita delle piante.