aumento-prezzi-grano

Dall’UE stop alla coltivazione di grano per un anno in Pianura Padana e Puglia

L’Unione europea ha intenzione di sospendere per almeno un anno la produzione di grano in alcune aree del nord e sud Italia. È davvero così e perché?
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Francesco Castagna 17 Ottobre 2023

"Ce lo chiede l'Europa", questa frase assume un significato diverso in base alla persona che la pronuncia. Notizia degli ultimi giorni è che, con l'entrata in vigore della nuova Pac 2023-2027, alcune aree dell'Unione europea dovranno sospendere temporaneamente la produzione di grano e mais. Tra queste c'è anche l'Italia, il Paese famoso in tutto il mondo per la pasta dovrà rinunciare ad alcune qualità per dodici mesi.

Nello specifico, la produzione di grano e mais sarà interrotta in due zone scelte da Bruxelles: la Pianura Padana e il Tavoliere delle Puglie. Il motivo? Tutelare la biodiversità e la sostenibilità delle colture locali. A prevedere questa misura è la nuova PAC, la Politica Agroalimentare Comune, che promuove l'alternanza  delle coltivazioni. La nuova linea agroalimentare di tutti i paesi membri è infatti quella di cambiare approccio: stop alle monocolture che a lungo andare deteriorano il suolo, largo alla rotazione delle coltivazioni.

grano

Secondo un documento del Ministero dell'Agricoltura su dati Istat, la Puglia si conferma come regione leader nella produzione, mentre le regioni del Nord tra cui l'Emilia Romagna –"granaio d'Italia"– sono tra le prime produttrici di frumento. Ecco perché Bruxelles ha deciso di partire dalla Pianura Padana e dal Tavoliere delle Puglie per applicare la nuova strategia agricola comunitaria.

Ciò potrebbe comportare in un primo momento, chiaramente, un calo degli indotti per le aziende che da anni lavorano il grano, ma sicuramente l'ambiente ne risentirà in positivo, permettendo una rigenerazione ambientale.

Secondo il Piano sulla Biodiversità europea 2030, i Paesi dell'UE dovranno mettere in atto misure efficaci di ripristino degli ecosistemi degradati, "in particolare quelli con il maggior potenziale di cattura e stoccaggio del carbonio e di prevenzione e riduzione dell'impatto dei disastri naturali".

Nell'ambito di questo piano, si legge in un comunicato, "la Commissione ha proposto la prima legge dell'UE sul ripristino della natura, che prevede un obiettivo generale di ripristino per il recupero a lungo termine della natura nelle aree terrestri e marine dell'UE, con obiettivi di ripristino vincolanti per habitat e specie specifici".