
È anche conosciuta come “dieta dello spaghetto a colazione”, perché si basa sull'indice glicemico degli alimenti. La dieta Lemme, che prende il nome dal suo ideatore, Alberico Lemme, è una dieta iperproteica e dissociata poiché prevede che carboidrati e proteine non siano consumati nello stesso pasto. Sostiene anche che l'orario dei pasti sia fondamentale per non prendere peso, perché ti permette, ad esempio, di concederti un piatto di pasta a colazione quando il metabolismo è alto. Diventa poi uno specchio per le allodole quando autorizza chi vorrebbe dimagrire a non curarsi delle calorie assunte.
Mai dubbi sull'efficacia di questa dieta dovrebbero saltare subito all'occhio nel momento in cui si viene a sapere che Alberico Lemme è un farmacista, NON un medico specialista competente nell'ambito della nutrizione. Oggi è diventato un più o meno noto personaggio televisivo, non tanto per il valore della dieta (o della filosofia alimentare) da lui proposta, quanto per gli slogan che usa durante le sue comparsate televisive o sulla sua pagina Facebook: “L’uso delle calorie è ridicolo”, “L’attività fisica non fa dimagrire”, “La frutta e la verdura fanno ingrassare” e via dicendo.
La dieta Lemme, che sostanzialmente è una dieta iperproteica e dissociata poiché prevede che carboidrati e proteine non siano consumati nello stesso pasto, presenta due fasi. La prima è quella del dimagrimento, dura fino al raggiungimento che ci si è prefissati e in questa fase il paziente riceve ogni due giorni i consigli di Lemme su cosa mangiare in base alle proprie reazioni metaboliche (variazione di peso, sesso, età e altri parametri).
Nella prima fase sono vietati i seguenti alimenti: zucchero e dolcificanti, aceto, pane, latte e derivati, sale, frutta e verdura. I cibi consentiti invece sono: pasta, carne, pesce, caffè e tè, limone, acqua gassata, olio extravergine di oliva, pepe e peperoncino, prezzemolo, cipolla, aglio, salvia, rosmarino, timo, basilico e crusca per impanare. Nella seconda fase, quella di mantenimento, vengono a poco a poco reintrodotti gli alimenti che erano stati precedentemente aboliti.
Secondo Lemme, sarebbe fondamentale rispettare determinati orari per mangiare, che si basano sul funzionamento dell’insulina: la colazione deve essere fatta entro le 9,30 del mattino, il pranzo tra le 12 e le 14 e la cena tra le 19 e le 21. Sono permesse due merende o due spuntini che devono essere consumati tra le 10 e le 11 e tra le 16 e le 17 (e devono consistere solo in un tè accompagnato da un limone a spicchi).
Altro aspetto curioso della dieta Lemme è che non prevede alcun conteggio di calorie. L’unica unità di misura permessa è l’indice glicemico degli alimenti: in pratica se è alto, si forma glucosio nel sangue, se è basso non si forma. In questo modo si regola il senso di sazietà e di conseguenza si tiene sotto controllo il peso. Ne consegue che gli alimenti consentiti dalla dieta Lemme possono essere consumati nella quantità desiderata!
Abbiamo sentito sull'argomento il parere della Dottoressa Silvia Soligon, biologa nutrizionista: "Nonostante vanti di non richiedere né il conteggio delle calorie, né la limitazione delle quantità di cibo da consumare durante i pasti principali, la dieta Lemme può essere difficile da seguire per le regole che impone nella distribuzione delle categorie di alimenti nell'arco della giornata. Il rapido dimagrimento che viene pubblicizzato non è necessariamente salutare, soprattutto se non è associato all'acquisizione di sane abitudini che oltre a non far ingrassare permettano di assumere tutti i nutrienti di cui abbiamo bisogno, inclusi i minerali e le vitamine presenti in frutta e verdura. Tutti gli alimenti possono trovare spazio in un'alimentazione equilibrata: ciò che conta è imparare a consumarli in modo adeguato alle proprie necessità. Per questo la scelta migliore non è affidarsi a diete standard, ma a piani alimentari personalizzati, ricordando che le uniche figure professionali competenti e per questo autorizzate a scrivere diete sono medici, biologi nutrizionisti e dietisti".