Disastro ambientale in Siberia, per la Russia la situazione ora è sotto controllo

Più di una settimana fa dal serbatoio di una centrale elettrica di Norilsk erano fuoriusciti 20 mila tonnellate di gasolio. Le sostanze tossiche si erano riversate in un fiume artico, contaminando un’area di 350 chilometri quadrati. Le operazioni di contenimento, iniziate in ritardo, proseguono giorno e notte e secondo le autorità russe è già stata avviata l’attività di pompaggio.
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Federico Turrisi 8 Giugno 2020

Chi non ricorda le immagini del fiume artico Ambarnaya, in Russia, colorato di rosso? Hanno fatto il giro del mondo e scosso le coscienze di tutti noi. La scorsa settimana scorsa ti avevamo parlato del disastro di Norilsk, nella Siberia settentrionale, ovvero dello sversamento di 20 mila tonnellate di gasolio, fuoriuscite dopo il collasso della cisterna di un impianto gestito dalla NTEK (sussidiaria del colosso metallurgico Norilsk Nickel), in un fiume che sfocia nel mar Glaciale Artico.

Ma a distanza di cinque giorni da quando il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato lo stato d'emergenza, qual è la situazione a Norilsk? Secondo quanto riporta l'agenzia di stampa ufficiale russa Tass, il personale addetto alla pulizia messo in campo dal Ministero per le Emergenze è al lavoro tutto il giorno e ha raccolto finora circa 17 mila metri cubi di terreno e di acqua contaminati.

Per ripulire lo strato superiore del terreno viene adoperato materiale assorbente, e si continua a scavare con le ruspe per creare delle sacche di contenimento. Il punto è che le operazioni per la decontaminazione sono iniziate in ritardo, dal momento che l'incidente è avvenuto il 29 maggio e l'allarme è stato dato solo due giorni dopo. L'importante in questo momento è ridurre l'avvelenamento del fiume Ambarnaya e dei bacini idrici per scongiurare il rischio di contaminazione di un'area molto estesa della Siberia con un ecosistema particolarmente fragile.

Eppure per Mosca la situazione è adesso sotto controllo: un rappresentate del Ministero per le Emergenze ha dichiarato all'agenzia di stampa francese Afp che lo sversamento di gasolio è stato bloccato grazie a una diga galleggiante e che la parte più complessa dell'operazione, ossia quella di pompaggio del carburante e di messa in sicurezza del territorio, è già stata avviata. Il Cremlino, inoltre, si aspetta che sia il gigante Norilsk Nickel a pagare i danni e a occuparsi della bonifica dell'area contaminata.

E mentre proseguono le indagini sulle cause che hanno portato al disastro (al momento è stato arrestato solo un addetto della centrale termoelettrica), Greenpeace punta il dito contro la politica del governo russo sui combustibili fossili. Per l'organizzazione ambientalista quello di Norilsk è il più grave disastro ambientale russo dal 1989, ossia da quando la petroliera Exxon Valdez si incagliò in una scogliera del golfo dell'Alaska disperdendo in mare oltre 40 milioni di litri di greggio.