Dopo lo stop ai pannelli solari nelle zone agricole con il Decreto Agricoltura, il governo approva le nuove regole per l’Agrivoltaico

Per ricevere i fondi da parte del governo in merito all’installazione dell’agrivoltaico nelle zone agricole c’è bisogno che le strutture e i seguenti pannelli solari siano dotati di sistemi di monitoraggio legati alla sua resilienza ai cambiamenti climatici, al risparmio idrico, il recupero della fertilità del suolo e il microclima che ne derivano. Inoltre il monitoraggio deve avvenire anche sull’utilizzo del terreno, ovvero deve esserci continuità nell’attività agricola.
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Mattia Giangaspero 20 Maggio 2024

Il Decreto Agricoltura, con annesso l'emendamento della legge sulla caccia ha generato polemiche in queste settimane, ma ha dato anche certezze. Ha chiarito, per esempio, le strategie politiche di questo governo su temi riguardanti ambiente e transizione energetica. Noi abbiamo parlato di come la scelta di evitare l'installazione dei pannelli solari in zone agricole per non eccedere con il consumo di suolo non sarebbe la scelta giusta e anzi, l'intera narrazione sul consumo di suolo agricolo è totalmente infondata stando ai dati forniti da Legambiente. 

Adesso il governo e più nello specifico il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, ha deciso di mettere una toppa, provando anche a silenziare definitivamente le varie discussioni dell'ultimo periodo. È del 17 maggio 2024 l'approvazione definitiva del nuovo Decreto per l'Agrivoltaico avanzato. All'interno di questo il governo ha stabilito tutte le modalità di attuazione e attivazione degli agrivoltaici in Italia. Si tratta di un piano da oltre 1miliardo di euro che punta a far raggiungere una capcità di 1.04 GW entro il 2026, al nostro Paese, in termini di agrivoltaico.

Infatti il Ministro Pichetto Fratin spiega come la scelta di proseguire su due linee differenti in merito al fotovoltaico, ovvero da un lato fermare i futuri impianti definiti "classici e semplici" , mentre dall'altro puntare su impianti "avanzati",  sia stata ragionata da tutto il governo nel Consiglio dei Ministri. Aggiungiamo noi: anche obbligata perché si sarebbero persi i fondi del PNRR in merito alla transizione energetica.

“Prosegue la nostra azione verso un settore che può dare un contributo significativo alla transizione energetica, tutelando e, anzi, rafforzando la produzione agricola di qualità” – queste sono state le parole del Ministro. 

Inoltre questa specifica distinzione è presente anche all'interno del Decreto Agricoltura, dove si indica che solamente coloro che procederanno con l'agrivoltaico potranno accedere ai fondi. Per ricevere i fondi da parte del governo in merito all'installazione dell'agrivoltaico nelle zone agricole c'è bisogno che le strutture e i seguenti pannelli solari siano dotati di sistemi di monitoraggio legati alla sua resilienza ai cambiamenti climatici, al risparmio idrico, il recupero della fertilità del suolo e il microclima che ne derivano. Inoltre il monitoraggio deve avvenire anche sull'utilizzo del terreno, ovvero deve esserci continuità nell'attività agricola

Quello che ci domandiamo è cosa cambia dai sistemi classici ai sistemi avanzati di fotovoltaico? 

L'Agrivoltaico, come viene installato e come funziona

L'agrovoltaico di fatto permette di produrre energia pulita e rinnovabile senza consumare terreno, lasciando comunque la possibilità di coltivare piante, cibo e ortaggi sul suolo su cui appoggiano gli impianti, in maniera più intelligente e personalizzata. Si tratta di un do ut des: i terreni vengono sfruttati per installare sistemi fotovoltaici, che a loro volta lavorano anche per l'agricoltura, ad esempio calibrando l'ombreggiatura della terra.

Tutto questo lo si può ottenere installando i pannelli non più a terra, ma a circa cinque metri di altezza e studiando la posizione più adatta per non ostacolare la crescita naturale dei vegetali. Il suolo viene quindi utilizzato in due modalità: come appoggio per gli impianti fotovoltaici e per ottimizzare le coltivazioni.

Installare impianti agrovoltaici significa concretamente poter produrre energia pulita e rinnovabile continuando a coltivare i terreni al di sotto di essi. I macchinari per la coltivazione possono infatti transitare in tutta tranquillità sotto ai sistemi (che si trovano appunto sospesi a qualche metro di altezza) e gli impianti fotovoltaici possono essere configurati per calibrare l'ombra e il sole, ma anche l'irrigazione e il raffreddamento controllato delle colture (tra le altre cose). Questo significa far fronte al cambiamento climatico grazie alla tecnologia green, poter ottimizzare i consumi (evitando gli sprechi di acqua), tenere sotto controllo il suolo e ridurre anche l'uso di plastica per la copertura delle coltivazioni.

Oggigiorno i produttori di sistemi agrovoltaici offrono quindi diverse soluzioni per chi abbia intenzione di installare gli impianti sui propri terreni: serre fotovoltaiche, moduli personalizzabili, funzionalità ad hoc e sistemi progettati a seconda della coltura, del terreno, della fascia climatica e delle esigenze produttive.