Dopo Umbria e Campania, anche il Lazio vieta le catene per legare i cani

Umbria, Campania e Lazio: sono tre le Regioni in Italia che hanno vietato l’uso delle catene e dei collari a strozzo per tenere i cani. Una vittoria per le associazioni animaliste impegnate affinché venga adottata una legge su scala nazionale per porre fine a questa pratica crudele.
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Gaia Cortese 2 Settembre 2021

Anche il Lazio si schiera contro i cani legati a catena e si aggiunge alle altre due regioni di Italia, Umbria e Campania, dove vige il divieto assoluto di usare catene e collari a strozzo per tenere gli animali. L’unica eccezione al nuovo divieto è il permesso di legare gli animali per motivi di salute, ad esempio dopo un intervento chirurgico. Questa condizione dovrà tuttavia essere certificata previamente da un medico veterinario. In tutti gli altri casi, chi trasgredisce la legge rischia una sanzione fino a 2500 euro.

La pratica di tenere cani alla catena è purtroppo molto diffusa in Italia e, fino ad oggi, le leggi in materia sono state piuttosto fumose. Come ha evidenziato il primo Rapporto sui cani a catena in Italia e nel mondo, realizzato dalla collaborazione tra la start up Green Impact e l’organizzazione Save the Dogs and other Animals, fatta eccezione per Umbria, Campania e ora Lazio, nelle restanti regioni i regolamenti differiscono molto: in Liguria, Sicilia e Basilicata, per esempio, non c’è alcuna regolamentazione, mentre in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Abruzzo e Puglia è vietata la catena. ma con alcune deroghe, spesso poco chiare e ben circostanziate.

Negli ultimi anni diverse associazioni ambientaliste si sono attivate per richiamare l’attenzione su questa problematica e l’adesione di più Regioni al nuovo divieto dimostra che si stanno facendo passi importanti per garantire una maggiore tutela di questi animali. Nello specifico, il divieto modifica la legge regionale del Lazio numero 34/1997 “Tutela degli animali di affezione e prevenzione del randagismo” con un emendamento alle disposizioni collegate alla legge di stabilità regionale 2021 approvata dal Consiglio Regionale.

Con lo stesso emendamento approvato sono state introdotte altre importanti misure: l’obbligo di autorizzazione sanitaria per gli allevamenti di qualunque tipo di animale, il divieto di vendita di cani non iscritti all’anagrafe canina e il divieto di usare collari a strozzo.

Le associazioni animaliste rivendicano comunque una legge nazionale che riesca a vietare questa pratica in tutto il Paese, quindi su scala nazionale, sul modello di Paesi più avanti in questo senso, come Svezia e Austria.