È vero che si possono usare i gusci delle cozze al posto del cemento? La ricerca del Politecnico di Bari

Pavimentazione di banchine e frangiflutti nei porti di Barletta e Bari, i primi due porti che sperimenteranno il nuovo cemento ecologico. Lo studio e il progetto europeo.
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Mattia Giangaspero 3 Ottobre 2023

Questa domanda sicuramente non te la sei mai posta, però possiamo dirti che da ora è possibile provare a sviluppare un cemento ecologico con e grazie ai gusci delle cozze. Gli sviluppatori dell'idea provengono tutti dal Politecnico di Bari e sono stati in grado di ritrovare questo materiale grazie ai finanziamenti con fondi europei, di oltre 4 milioni per il periodo 2023-2028, provenienti dal progetto "GreenLife4seas". Il materiale finale in realtà è un mix tra i gusci delle cozze e i sedimenti tratti dai fondali dei porti e si potrà creare anche la pavimentazione per le banchine.

Gusci di cozze come cemento: un mix ecologico

I gusci delle cozze devi sapere, non sono facilmente riciclabili, in quanto circa al 95% sono composti da carbonato di calcio. Pensa che la Puglia con il 16% è la terza regione, dopo Emilia Romagna e Veneto, per produzione principalmente di cozze e che a Taranto, uno dei più importanti centri d'Europa di mitilicoltura, la produzione giornaliera è attorno alle 10 tonnellate, delle quali solo 2 tonnellate di gusci vanno a finire in discarica (costo medio 100 euro per tonnellata).

Dall’altra, ci sono i sedimenti dei porti dragati per garantire la navigabilità degli scali e per rimuovere i contaminanti presenti. Per essere smaltiti, necessitano di trattamenti chimici e meccanici, con un costo medio di 250 euro per tonnellata. Quindi anche per questi due motivi, la soluzione ricercata potrebbe garantire anche un ottimo smaltimento dei materiali e una resa efficace e sostenibile.

Sperimentazione a Bari e Barletta

La ricerca va avanti da diversi anni e gli studiosi del Politecnico di Bari hanno dimostrato l'efficacia di questo mix anche grazie a una collaborazione con il Politecnico di Zurigo. I primi a sperimentare questa nuova tipologia di cemento saranno i porti di Bari e Barletta, diventeranno gli apri pista dell'iniziativa scientifica. Per il porto di Barletta è prevista la collocazione in aree pre-determinate di masselli autobloccanti da esterno (pavimentazione) e frangiflutti, mentre, per il Porto di Bari, sono previsti prototipi per banchina.