Ecco come sarà la transizione ecologica del Brasile di Luiz Inácio Lula da Silva

Alle elezioni brasiliane ha vinto Lula, ma qual è il suo programma per contrastare gli effetti del cambiamento climatico e rendere il Brasile veramente coerente con il verde della sua bandiera?
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Francesco Castagna 31 Ottobre 2022

Come ti avevamo nel corso delle prime votazioni per le presidenziali brasiliane, la bandiera del Brasile ha tra i suoi colori un verde che è impossibile da ignorare. Come puoi immaginare, si tratta del colore che rappresenta l'importanza del patrimonio naturale di cui il Paese dispone: la foresta amazzonica, che oltre a essere definita "il polmone del mondo", la regione amazzonica è anche il luogo in cui vive il 10% di tutte le specie animali.

Vien da sé che le tematiche ambientali assumono un ruolo centrale nel corso del dibattito elettorale, tra chi -come Jair Bolsonaro- ha sempre fatto leva sull'appoggio dei grandi proprietari terrieri e chi -come Luiz Inácio Lula da Silva- ha rivolto le sue politiche a supporto dei popoli indigeni, che negli ultimi cinque anni hanno combattuto contro il "marco temporal", un processo portato avanti dai latifondisti con l'intenzione di mettere in discussione la legittimità dei territori in cui abitano gli indigeni.

E non solo, perché a mettere a rischio il quieto vivere di questi popoli erano anche i cercatori d'oro illegali, a cui Bolsonaro ha sempre strizzato l'occhio.

Tutto ciò però si può considerare un capitolo chiuso, almeno apparentemente (non possiamo sapere se Lula riuscirà a contenere le ambizioni dei latifondisti o dei cercatori d'oro). Quello di cui siamo certi è che il leader del Partito dei Lavoratori ha un piano green che comprende una riforma fiscale coraggiosa e verde, una transizione attraverso una leva fiscale verso materiali meno inquinanti, incentivi all'economia circolare e la tutela della biodiversità. Insomma, le premesse sono buone, bisognerà vedere poi se verranno mantenute. Si prevede anche di incentivare l'acquisto dei veicoli elettrici.

Il CIDE Ambientale

In queste ore gli economisti della squadra di governo stanno lavorando a un pacchetto di misure, ma la difficoltà maggiore sarà convincere le lobby a rivoluzionare i propri settori di riferimento. Le aziende hanno paura di perdere i loro profitti e di risultare meno competitive a livello globale, per questo motivo sul tavolo di Lula c'è la proposta di introdurre un CIDE, ovvero un Contributo per l'Intervento nel Settore Economico Ambientale, con il fine di intervenire e prendere misure severe sulle attività di degrado ambientale -come l'estrazione mineraria- e le attività altamente inquinanti.

Ci sarebbe inoltre la volontà di azzerare l'imposta sui Prodotti Industrializzati, per mantenerla soltanto per i prodotti che inquinano o che fanno male alla salute. Tutti i fondi che il governo otterrà da queste due leve fiscali saranno riutilizzati per creare dei sussidi o riduzioni fiscali a favore dei settori d'interesse ambientale.

Credito verde

Il programma del nuovo governo di Lula sembra chiaro: bisogna stimolare una transizione e c'è bisogno di partire subito, senza fare piccoli interventi che, secondo i tecnici del team di Lula, non producono gli effetti desiderati. La riforma fiscale sarà la via maestra. C'è poi il credito verde, una misura pensata per le aziende che operano o che investono nel settore agroalimentare, che ha lo scopo di avvantaggiare chi raggiunge gli obiettivi ambientali in questo settore tramite dei benefit dal punto di vista della tassazione. In più, si sta pensando di ridurre le tasse sugli stipendi dei cittadini, perché secondo il nuovo governo questo incentiverà le persone a spostare i loro acquisti verso prodotti più sostenibili.

D'altronde, l'attenzione verso le politiche sostenibili è stata dimostrata già in passato da Lula, basti pensare che sotto il suo governo -un periodo di sette anni che va dal 2003 al 2010- c'è stata una drastica riduzione delle opere di deforestazione di circa l'80% rispetto al passato.

Il programma di Lula prevede un elenco di circa 15 proposte green, che comprendono per esempio l'assegnazione di foreste e aree rurali alle comunità locali (indigeni) e la volontà di realizzare un ambizioso programma di ricerca e sviluppo della selvicoltura delle specie autoctone per il recupero delle aree degradate. Ci sono poi alcuni provvedimenti che erano stati affossati dal governo di Bolsonaro: i piani di prevenzione e controllo della deforestazione in Amazzonia e nel Cerrado, il Fondo per l'Amazzonia e il Fondo per il clima.

"Saranno revocati i decreti e le ordinanze che cancellano le multe ambientali, che limitano l'azione delle agenzie ambientali, che facilitano il rilascio di pesticidi, molti dei quali sono vietati in Europa, che stimolano la deforestazione, l'accaparramento illegale di terre e l'estrazione mineraria illegale", ha detto l'ex ministro dell'Ambiente Carlos Minc.

Ma quali sono quindi i 15 punti con cui Lula ha battuto Bolsonaro sul fronte ambientale?

  • Piani di prevenzione e controllo della deforestazione e degli incendi
  • Ricostruzione e integrazione delle agenzie e delle istituzioni del Sistema Nazionale dell'Ambiente – SISNAMA, come il Sistema Nazionale delle Risorse Idriche – SINGREH
  • Ripresa dell'Accordo di Parigi e della politica climatica, il Piano nazionale per il Clima sarà ripreso e aggiornato
  • Incentivi alla catena produttiva della sociobiodiversità
  • Come ti dicevo prima, verranno assegnati 57 milioni di ettari di terre pubbliche non assegnate in Amazzonia
  • Stop alla minaccia del marco temporal, riconoscimento delle terre appartenenti agli indigeni
  • Espansione del Sistema nazionale di unità di conservazione della natura (SNUC)
  • Ripristino delle aree degradate 
  • Miglioramento della gestione urbana, ambientale e climatica delle città
  • Promozione dell'educazione ambientale e sensibilizzazione sui diritti degli animali
  • Ripresa del Programma Amazzonia Sostenibile
  • Definizione delle garanzie socio-ambientali legate allo sfruttamento dei crediti di carbonio
  • Promozione delle fonti rinnovabili
  • Modifiche al settore dei trasporti per renderli a basse emissioni di carbonio