Ecco i cinque eventi green che hanno segnato il 2022 italiano (e non solo)

Tra una crisi climatica, una energetica e una sanitaria anche il 2022 è volto al termine. Tanti sono stati gli eventi che hanno caratterizzato quest’anno. Noi di Ohga ne abbiamo selezionati cinque che, parlando di ambiente, ci sono sembrati più significativi.
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Francesco Castagna 28 Dicembre 2022

Siamo alla fine di un anno particolare. Abbiamo un conflitto, una pandemia e una crisi sanitaria ancora in corso. Eppure, durante il 2022, ci sono stati eventi che hanno segnato il nostro progresso e che rappresentano delle vere e proprie rivoluzioni. Quest'anno Ohga ne ha selezionate cinque, scelte tra i tanti avvenimenti di cronaca che hanno riempito quest'anno per la loro importanza e per il loro significato.

Quali altre scoperte ci attenderanno il prossimo anno? Il 2023 sarà l'anno in cui finalmente riusciremo a sostenere economicamente i Paesi in via di sviluppo, oppure a mettere finalmente la parola fine al conflitto russo-ucraino? Questo è ancora tutto da vedere, intanto possiamo fare un punto della situazione di ciò che è accaduto quest'anno, per capire in che direzione stiamo andando.

L'Ambiente in Costituzione

L'8 febbraio per il nostro Paese è stata una giornata epocale: con una proposta di legge costituzionale il Parlamento ha approvato l'inserimento della tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi fra i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica italiana. I parlamentari hanno votato la modifica degli articoli 9 e 41 della Costituzione, cambiando il senso interpretativo della tutela nel nostro Paese, di fatta passata da paesaggistica ad ambientale.

L'ambiente non è più l'habitat in cui vive l'uomo, ma il luogo che l'uomo deve tutelare in quanto tale. Questo vuol dire che, anche se l'iniziativa economica privata è libera secondo la nostra Costituzione, non potrà più svolgersi se reca danno "alla salute, all'ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana". Salute e Ambiente sono principi che, da questo momento in poi, l'economia non può più evitare di rispettare. La modifica dell'art.9 invece introduce tra i principi fondamentali la tutela dell'ambiente; della biodiversità; degli ecosistemi e degli animali.

È stata una giornata storica, come l'ha definita l'allora ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani. Un'occasione per lanciare il messaggio alle aziende e al Paese che non si può più aspettare per la tutela ambientale.

8 miliardi

Dopo tanti annunci, finalmente quest'anno è arrivato il momento: il 15 novembre 2022 abbiamo raggiunto come specie umana gli 8 miliardi di persone. Un evento storico perché ci pone davanti tante domande a cui dovremmo dare risposte nei prossimi decenni. Se è vero infatti che alcuni popoli nel mondo hanno una popolazione assai numerosa, è vero anche che l'Europa sta subendo un inverno demografico. Le Nazioni Unite prevedono che "in 61 Paesi le nascite diminuiranno dell'1%, questo a causa dei bassi livelli di fertilità e degli elevati tassi di emigrazione".

Per questo motivo il problema è stato sollevato anche dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, nel suo discorso di apertura della Cop27, "Se non colmiamo l'enorme divario tra chi ha e chi non ha, ci prepariamo a un mondo di otto miliardi di persone pieno di tensioni e sfiducia, crisi e conflitti".

Fusione nucleare

In campo energetico l'evento più importante di quest'anno proviene sicuramente dagli Stati Uniti: il Lawrence Livermore National Laboratory ha annunciato la prima reazione di fusione nucleare a bilancio energetico positivo. Da un sistema di fusione nucleare gli scienziati sarebbero riusciti per la prima volta a produrre in laboratorio una quantità maggiore di energia rispetto a quella che ha consumato per la reazione.

Se inizialmente l'annuncio ha acceso l'entusiasmo di tutto il mondo, che ha seguito con grande curiosità questo evento, con il passare dei giorni è stato spento da alcune considerazioni. Innanzitutto dobbiamo dire che si tratta ancora di una fase sperimentale e che quindi da qui a rendere la fusione fruibile per i cittadini ci vorrà ancora del tempo, poi bisogna specificare che l'annuncio sembra essere stato fatto più per un uso militare che commerciale. Mancano i materiali come il trizio e per ottenere una piccola quantità di energia ci sono volute due settimane: ciò rende la fusione a laser ancora lontana da come la immaginiamo.

Crisi russo-ucraina

Non è una scoperta ma è decisamente l'evento che ha cambiato il panorama mondiale dal punto di vista energetico. Lo scoppio del conflitto iniziato dalla Russia ai danni dell'Ucraina ha costretto le nazioni a rimettere in discussione il tipo di fonte con la quale alimentare le proprie economie e il paese fornitore. Così, dopo l'inizio della guerra, le nazioni si sono convinte che fosse il momento di procedere a pieno ritmo verso una transizione ecologica ed energetica dei consumi.

Come Unione Europea abbiamo progressivamente ridotto le nostre forniture di gas dalla Russia e diversificato la nostra offerta energetica. L'Italia, nello specifico, ha compiuto un vero e proprio "tour del gas" con l'ex Presidente del Consiglio Mario Draghi, stringendo accordi con i paesi africani: l’Algeria, l’Angola, la Repubblica del Congo, il Mozambico e l’Egitto. Ogni paese europeo si sta muovendo diversificando le proprie forniture, l'obiettivo è quello di aumentare il più possibile la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili.

Nel frattempo, si sono mossi in tal senso anche gli Stati Uniti con l'Inflation Reduction Act, volto a mitigare i costi dell'energia e delle materie prime dei cittadini statunitensi.

Fondo Loss and Damage

Ultimo, ma non per importanza, è il fondo Loss and Damage, una proposta che nasce più di 20 anni fa e che ci ha messo tutto questo tempo per essere discussa nelle sedi istituzionali. Al termine della Cop27 i Paesi membri delle Nazioni Unite hanno finalmente trovato un punto di incontro, istituire un tavolo di discussione su questo fondo per cominciare a parlare dei prossimi finanziamenti a partire dalla prossima Cop28, che si terrà a Dubai.

La sua riuscita non era per niente scontata, se pensiamo al fatto che i Paesi sviluppati avevano portato ai tavoli di Sharm el-Sheikh una proposta alternativa: il Global Shield. La ricetta tedesca prevedeva un finanziamento "in grado di migliorare significativamente l'efficienza degli aiuti umanitari. Assicurazioni e supporto sociale per snellire la burocrazia e incanalare i fondi dei donatori in maniera più rapida ai progetti", come ti avevo già spiegato precedentemente. Tuttavia, nel Global Shield c'era tutto il menefreghismo della parte più ricca del mondo, che non voleva assumersi le responsabilità del cambiamento climatico.